MULO (lat. cl. mulus; fr. mulet; sp. mulo; ted. Maulesel, Maultier; ingl. mule)
E l'ibrido che si ottiene dall'accoppiamento dell'asino con la cavalla. Per i suoi caratteri di conformazione esterna rassomiglia più all'asino che al cavallo: la testa è pesante le orecchie sono grandi e grosse, la criniera corta e diritta, la coda è fornita di brevi e pochi crini, la groppa è corta e stretta, piatto il torace, gli arti molto robusti terminano con zoccoli alti e diritti, la forchetta è poco sviluppata, la cornea solidissima e dura. Ha anche dell'asino molto accentuato il potere digestivo, per cui utilizza foraggi grossolani e ha scarse esigenze alimentari. Alla sobrietà il mulo aggiunge caratteri pregevolissimi di grande resistenza a lunghi percorsi in località alpestri e prive di strade carreggiabili; nella guerra mondiale ha dimostrato le migliori attitudini in tutti i servizî più difficili e pesanti, che nessun altro animale avrebbe potuto sostenere senza danno.
Nello scheletro, ad eccezione di qualche osso che ricorda quello dell'asino, il resto ha caratteri comuni col cavallo. Raramente le castagnette sono quattro: se ne contano in generale due.
Nella maggior parte dei soggetti non esiste una completa fusione dei caratteri dei genitori, essi sono invece ereditati dall'uno o dall'altro e molti organi rassomigliano a quelli corrispondenti di uno dei due. Se la conformazione scheletrica degli arti in alcune ossa (scapola, omero, carpo, metacarpo) tiene del cavallo, in altre (metatarso, falangi anteriori e posteriori) è presa dall'asino.
Il bacino del mulo presenta una meseolanza dei caratteri del bacino del cavallo e dell'asino. Il numero delle vertebre lombari può essere di 5 o di 6, mentre nel bardotto comunemente è di sei.
In Italia, secondo il censimento del 1918, esistono fra muli e bardotti 994.537 capi, ripartiti in numero maggiore in Sicilia, nella regione meridionale adriatica, in quella meridionale mediterranea e in Piemonte. Le altre regioni ne sono fornite in numero molto minore: l'ultima è la Toscana; nella Sardegna esiste soltanto qualche esemplare. Ottimi muli si producono, sia per dimensioni sia per conformazione, in Sicilia, in Calabria, in Basilicata, in Puglia e in Abruzzo. Nella Liguria e nel Piemonte i muli s'importano dalla Savoia: ha una certa importanza la produzione mulattiera nella provincia di Como e nel Bergamasco. Rinomati sono all'estero i muli del Poitou, della Spagna, del Portogallo, della Grecia. Nell'Africa settentrionale e nell'Abissinia si allevano ottimi muletti, che rispondono bene come cavalcatura in quei paesi accidentati e montuosi.
Il mulo e la mula accoppiati fra loro sono infecondi, ma le mule possono eccezionalmente essere fecondate dall'asino o dal cavallo.
Bibl.: M. Baron, Méthodes de reproduction, Parigi 1888; N. Chicoli, Allevamento dei muli, Palermo 1888; Ch. Cornevin, Traité de zootechnie générale, Parigi 1894; F. Tucci, Il mulo e la produzione mulattiera in Italia, Casale Monferrato 1922.