MULTATULI
. Pseudonimo col quale è noto lo scrittore olandese Eduard Douwes Dekker, nato ad Amsterdam il 2 marzo 1820, morto a Nieder-Ingelheim, in Germania, il 19 febbraio 1887. Si recò nel 1838 nell'India Orientale Olandese, in qualità di funzionario, divenendo controleur alla costa occidentale di Sumatra e in seguito assistent-resident di Ambon (1851). Dopo un soggiorno di qualche tempo in Europa, tornò nelle Indie Orientali in qualità di assistent-resident di Lebak. Egli prese decisamente le difese degli indigeni che, con la connivenza dei rappresentanti delle leggi europee, venivano sfruttati senza riguardo; ma, ammonito dai superiori per questo suo atteggiamento, diede le dimissioni e tornò in Europa. Nel 1860 egli viveva assai miseramente ad Amsterdam, dopo avere scritto, nello stesso anno, a Bruxelles, il famoso Max Havelaar che ebbe subito uno straordinario successo. Ma anche in seguito le sue condizioni economiche non migliorarono. Trascorse infine l'ultimo periodo della sua vita in Germania.
Il Max Havelaar, scritto in difesa degl'indigeni, è nello stesso tempo un'aspra satira contro gli Olandesi, non soltanto contro quelli residenti in India, ma anche contro il tipo del mercante ipocrita di Amsterdam. Questo libro, che occupa un posto importante nella letteratura olandese (talune pagine, come il racconto di Saïdja e Adinda, sono assai notevoli), ha avuto anche un grande influsso di carattere politico, segnando l'inizio del cosiddetto "corso etico" nella politica indiana. Nel 1861 egli pubblicò le sue Minnebrieven; nel 1862 cominciò a scrivere le sue Ideen, di cui fino al 1877 videro la luce sette volumi: si tratta di un'opera alquanto caotica in cui, accanto a singole idee di carattere generalmente paradossale, si trovano racconti, annotazioni, ricordi, parecchia ironia e parecchio sentimento; vi si trova pure il suo romanzo non compiuto Woutertje Pietersen, la storia dello sviluppo di un ragazzo intelligente nell'ambiente meschino e piccoloborghese della casa e della scuola; il dramma Vorstenschool si trova anch'esso nel quarto volume, ma vide la luce separatamente nel 1868. Del M. apparvero ancora separatamente: Verspreide stukken (1865), Millioenenstudien (1870) e le Duizend en een hoofdstukken over specialiteiten (1871). Il M. non era un grande spirito filosofico, come egli credeva d'essere, ma un letterato che ha esercitato una potente suggestione sui suoi contemporanei; ha combattuto la religione, ma questa sua lotta assume spesso più che altro l'aspetto dell'ironia. Invano si cercherebbe nell'opera sua una dottrina; egli è stato invece un appassionato nemico di tutto quello che gli sembrava convenzionale e dogmatico. Si è pure avventurato più volte su un terreno nel quale egli aveva cognizioni soltanto dilettantesche.
Bibl.: Tra i suoi contemporanei che hanno scritto su lui in senso favorevole, citiamo Vosmaer, En zaaier, 1874; Coenraad Busken Huët, specie nelle Litt. Fantasieen, XXII, e J. ten. Brink, Geschiedenis der Noordnederlandsche Letterkunde in de 19 euw, III; tra coloro che hanno scritto in senso ostile: Van Vloten, Onkruid onder de tarwe, 1875. Molta impressione fece lo studio di Th. Swart Abhamasz, E. D. D. Eene ziektegeschiedenis, 1888. Tra gli scritti più recenti, particolarmente notevoli: A. J. (Alberdingh Thym), M.; J. Prinsen, M. en de romantick, 1903; e la conferenza di C. G. N. de Vooys, De invloed van Multatuli's letterkundig werk op oudere en jongere tjdgenoten, in Handelingen van de Maatschappij der Nederl. Letterkunde, 1910. Tra le molte pubblicazioni apparse in occasione della commemorazione della nascita del M., nel 1920, importante è la biografia di J. de Gruyter, Het leven en de werken van Eduard Douews Dekker, in due volumi.