multiresistente
(multi-resistente), agg. Che ha la capacità di resistere a diversi tipi di antibiotici.
• Nonostante gli sforzi delle istituzioni, della ricerca, delle strutture sanitarie, delle associazioni, la malattia continua ad essere una emergenza globale: si stimano ancora nove milioni di casi all’anno, di cui almeno tre milioni che non possono accedere ai servizi di diagnosi e cura; un milione e cinquecentomila morti per una malattia curabile con pochi euro; ceppi multiresistenti sempre più numerosi e sempre più incontrollabili diffusi su tutto il pianeta; (Giorgio Besozzi, Repubblica, 18 marzo 2014, p. 30, Salute) • «Stiamo affrontando molte emergenze epidemiologiche, in alcuni casi drammatiche, causate dalla sempre più grande diffusione di ceppi batterici con sensibilità a poche o addirittura nessuna classe di antibiotici», spiega il presidente del congresso Marco Tinelli, direttore dell’azienda ospedaliera di Lodi e componente del consiglio nazionale della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). «Microrganismi multi-resistenti impongono modelli di controllo delle infezioni i più razionali ed efficaci possibili». In molti pazienti il 48% dei farmaci impiegati risulta inefficace alla cura. (Luigi Cucchi, Giornale, 27 marzo 2015, p. 35, Medicina) • Alcuni dati, che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) riporta sul sito, mostrano quanto siano gravi le ripercussioni del fenomeno: un’epidemia di tifo multiresistente si sta diffondendo in diverse regioni dell’Africa, in 105 Paesi si registrano forme di tubercolosi resistenti ai farmaci, mentre sono circa 200.000 i neonati che ogni anno muoiono a causa dei cosiddetti super-batteri. (Carla Massi, Messaggero, 26 ottobre 2016, p. 25, Macro).
- Composto dal confisso multi- aggiunto al p. pres. e agg. resistente.
- Già attestato nella Stampa dell’11 dicembre 1983, p. 11, Dall’Interno (Ezio Minetto).
> super-resistente.