MUNDRUCU
. Indiani-Brasiliani di lingua tupi-guarani, detti anche Mundurucú o Moticurú, abitanti lungo il corso inferiore del Rio Tapajóz, dove apparvero nel 1770. Ne restano oggi circa un centinaio completamente deculturizzati lungo il Parana do Urariá, da Borba al Rio Maués-assú. I Mundrucu, come i Jivaro, sono noti quali cacciatori di teste umane, che mummificavano per farne dei trofei; la loro arte plumaria era pure assai avanzata. La civiltà dei Mundrucu aveva molti elementi d'origine orientale e settentrionale; possedevano, fra l'altro, la "maloca" con muri riempiti di fango, l'impennatura di frecce del tipo detto del Brasile orientale il fuso con rigonfiamento, l'astuccio penico, il mantello di piume eseguito con la tecnica della rete, il tapirage (decolorazione artificiale in vivo di piume di uccelli), la capanna rotonda, il veleno per frecce e la cerbottana.
Bibl.: C. F. von Martius, Beiträge zur Ethnographie und Sprachenkunde Amerikas zumal Brasiliens, I, Zur Ethnographie, Lipsia 1867; D. Del Campana, L'arte plumaria dei Mundarucú, in Archivio per l'antropologia e la etnologia, XXXV (1905), fasc. 2°; H. Coudreau, Voyage au Tapajoz, Parigi 1897; A.W. Bates, Elf Jahre am Amazonas, Stoccarda 1924; A. Metraux, La civilisation materielle des tribus Tupi-Guarani, Parigi 1928.