mungere
Ricorre nella Commedia, sempre in rima e in senso figurato, solo nelle forme del presente indicativo (munge) e del participio passato.
Vale " spremere ", in If XII 135 La divina giustizia... / in etterno munge / le lagrime... / a Rinier da Corneto: " trae fuori; traslato dal mungere il latte " (Daniello). Con analogo traslato, ma inserito in un diverso giro sintattico, in Pg XIII 57 per li occhi fui di grave dolor munto: a causa di ciò che io vidi, mi furono spremute dagli occhi lagrime di dolore.
In due casi la forza espressiva della metafora si arricchisce di un senso di estenuazione e d'inaridimento: If XXIV 43 La lena m'era del polmon sì munta / quand'io fui sù, ch'i' non potea più oltre; Pg XXIV 17 Qui non si vieta / di nominar ciascun, da ch'è sì munta / nostra sembianza via per la dïeta, dato che i nostri tratti sono talmente distrutti dal digiuno da renderci irriconoscibili.
Significa " sgorga ", " fluisce ", in Pd XXI 87 Luce divina... / mi leva sopra me tanto, ch'i' veggio / la somma essenza de la quale è munta. Il Mattalia osserva che nella metafora resta " l'idea del dono, della graziosa elargizione, del gratuito lume (cfr. Par. XIV, 47) ".