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MURATTISMO

di Alberto Maria Ghisalberti - Enciclopedia Italiana (1934)
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MURATTISMO

Alberto Maria Ghisalberti

. Con questo nome fu indicato il movimento politico che, forte dei ricordi del regno di Gioacchino Murat (v.), caldeggiò l'instaurazione d'una dinastia murattiana nel Mezzogiorno d'Italia tra il 1850 e il 1860. Le generiche simpatie per i napoleonidi diretti e indiretti, vive ancora in un certo numero di patriori italiani, si riaccesero e si precisarono con l'avvento al potere di Luigi Napoleone. Luciano Murat, secondogenito di re Gioacchino, salito a nuova luce e a nuova fortuna con la seconda repubblica e più con il secondo impero, aveva cominciato ad accarezzare per sé e a fomentare in altri speranze di restaurazione sul trono di Napoli fino dal tempo della sua ambasceria torinese (1849-1850) e aveva accolto attorno a sé esuli meridionali, ai quali poi aprì largamente il suo salotto parigino. Buon uomo, certo, ma vanitoso, scarso d'intelligenza e di qualità realizzatrici, grosso di corpo e alieno dalle avventure audaci ("inattissimo a intraprendere nulla di serio", dirà il Minghetti), ben poco aveva ereditato delle qualità paterne. A eccitarlo pensava la sorella Laetitia, sposata al Pepoli, e a creargli un partito si sforzarono quegli esuli napoletani che, delusi sulle possibilità dell'azione rivoluzionaria interna e degli sbarchi di emigrati, speravano o s'illudevano su possibili aiuti francesi. Ché nell'ambiente napoleonico quella candidatura incontrava favore, anche se Napoleone III non si risolveva nemmeno per essa a lasciare l'ambiguità e le incertezze che gli erano abituali. E quando il probo e buono, ma mediocrissimo uomo politico Aurelio Saliceti fu scelto a precettore dei figli di Luciano (l'incarico della scelta era stato affidato da Napoleone III a F. Arese e la scelta fu concretata nel salotto piano della murattiana baronessa Begani), l'idea murattiana ebbe un apostolo ardente, ingenuo e disinteressato. Attorno al duca di Cirella e al duca Proto di Maddaloni, già generali murattiani, s'accolsero sulle prime G. Pepe, E. De Riso, G. Ulloa, G. Ricciardi, il Petrucelli della Gattina, G. Pisanelli, D. Assanti, L. e C. Mezzacapo e altri molti, cui incoraggiava in Parigi il principe di Canino. Un viaggio del Murat in Italia nel 1852 preoccupò la polizia borbonica, che teneva d'occhio anche le corse di P. Conforti, G. d'Amico, V. Carbonelli tra Parigi e Londra, inviati invano a persuadere il Mazzini. Correvano intanto, dopo il febbraio 1852, voci di spedizione capitanata dal Pepe, si scoprivano nel regno formazioni settarie murattiane (fine del 1853-primi del 1854). Una certa penetrazione il nome e il denaro del Murat pareva che l'avessero. Fu ritenuto opportuno di chiedere il parere dell'aristocrazia patriottica, allora nelle galere borboniche di Montefusco e di Santo Stefano. Ma l'idea di creare in Italia due regni confederati con unità di leggi e di dogane, uno sabaudo al nord, l'altro murattiano al sud, in mezzo il papa, neutrale, ridotto a Roma e al Patrimonio, fu respinta da quei patrioti. E fu un grave colpo alla candidatura, che non risollevarono né le lettere e i proclami del fiacco pretendente, né le malcerte promesse di aiuti imperiali, di legioni polacco-ungherese e franco-italiana al soccorso, di navi e di munizioni. Né giovarono le fiere polemiche seguite alle pubblicazioni degli opuscoli La question italienne, Murat et les Bourbons (Parigi 1855) del Saliceti e d'altri e La questione napoletana, Ferdinando Borbone e Luciano Murat, di F. Trinchera (Torino 1855). Esplicita e dura l'opposizione dei migliori tra i patrioti, da E. Cosenz, D. Mauro e F. De Sanctis a D. Manin e a G. Pallavicino Trivulzio. La campagna antimurattiana fu condotta specialmente dal De Sanctis e da G. La Farina, preoccupati dell'atteggiamento incerto o apertamente favorevole di alcuni esponenti del movimento nazionale, quali G. Montanelli, A. Bianchi Giovini e altri. Gli articoli del De Sanctis sul Diritto e l'opuscolo del La Farina, Murat e l'unità italiana (Torino 1856), ebbero grandissimo peso. Manin sull'Unione scriveva addirittura (4 novembre 1856): "Chi parteggia per Murat tradisce l'Italia". Ma gl'intrighi continuarono: il pretendente diffuse voci di appoggio inglese, cercò di fare svalutare l'opposizione dei patrioti, lasciò credere a una prossima spedizione (e la voce non fu senza peso nel decidere il Pisacane alla sua). L'avversione inglese e russa (feroci gli articoli dei giornali inglesi), la scarsa fortuna italiana del progetto, l'insufficienza del pretendente raffreddarono anche i non caldissimi entusiasmi di Napoleone III, che fece un blando tentativo in favore di Luciano nel colloquio di Plombières (1858). Ma il 1859 e più il 1860 seppellirono le speranze e gl'intrighi dei murattiani e del loro capo, ridotto a diffondere lettere e proclami a una schiera sempre più scarsa di gregarî. La vittoria dell'idea unitaria lo isolò per sempre.

Bibl.: Ricca la letteratura polemica. Come opera d'insieme, v. M. V. Gavotti, Il movimento murattiano dal 1850 al 1860 (con bibl.), Roma 1927.

Vedi anche
Giuseppe Massari Uomo politico e scrittore (Taranto 1821 - Roma 1884). Recatosi a Parigi nel 1838, strinse relazioni con gli esuli italiani, e specialmente con Gioberti. Tornato in Italia nel 1843, fu espulso da Milano e costretto a riparare nuovamente in Francia, dove restò sino al 1846, quando venne a Torino a dirigervi ... Filangièri, Carlo, principe di Satriano Filangièri, Carlo, principe di Satriano. - Generale (Cava dei Tirreni 1784 - Napoli 1867); esule a Parigi, entrò nell'esercito francese e si batté nella campagna napoleonica del 1805. Chiamato da G. Bonaparte nell'esercito napoletano (1806), militò nel Regno, in Spagna e in Russia, giungendo al grado ... Carlo Pisacane Pisacane ‹-s-›, Carlo. - Patriota (Napoli 1818 - Sanza 1857). Fu uno dei primi teorici del socialismo in Italia, e nel dibattito interno al movimento risorgimentale sostenne la priorità della questione sociale rispetto a quella politica. Partecipò alla prima guerra d'indipendenza (1848) e alla difesa ... Francesco De Sànctis De Sànctis, Francesco. - Critico letterario, filosofo e uomo politico italiano (Morra Irpina 1817 - Napoli 1883). Massimo esponente italiano della critica romantica, formulò le sue originali teorie partendo dal concetto hegeliano dell'identità di forma e contenuto. La Storia della letteratura italiana ...
Altri risultati per MURATTISMO
  • murattismo
    Dizionario di Storia (2010)
    Movimento che caldeggiò la restaurazione di una dinastia murattiana nel regno delle Due Sicilie, nella persona dell’erede di G. Murat, Luciano (1803-1878). Si sviluppò dopo l’avvento di Napoleone III in Francia, nella speranza di un suo appoggio alla lotta antiborbonica. Il movimento ebbe particolare ...
Vocabolario
murattismo
murattismo s. m. – Movimento che, dopo l’avvento in Francia di Luigi Napoleone (1851), caldeggiò, nella speranza di un suo appoggio alla lotta antiborbonica, la restaurazione della dinastia dei Murat ‹mürà› nel regno delle Due Sicilie,...
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