MURCIA (A. T., 41-42, 43)
Città della Spagna. Si sviluppa per la maggior parte sulla sinistra del Segura, nel centro della huerta omonima, che raccoglie più di 150 mila ab. (158.724 nel comune, secondo il censimento del 1930; 147 mila nel 1920), ma il nucleo cittadino vero e proprio si aggira sui 40 mila (32 mila nel 1920). Nonostante le trasformazioni recenti, Murcia conserva nelle vie strette e tortuose, coperte d'estate dai caratteristici toldos (tende di tela bianca tese da una parte all'altra della strada per ripararla dai troppo ardenti raggi del sole) e nelle belle case con patios e giardini, dove troneggia la palma da dattero, l'aspetto d'un tempo. L'antica industria della tessitura (soprattutto della seta, nastri, felpe, raso) è quasi del tutto scomparsa; in compenso vi si sono impiantate fabbriche di conserve alimentari e di polveri.
Monumenti. - Non rimane più nulla delle mura e dei palazzi arabi, né della grande moschea; resta solo in piedi la chiesa mozarabica di Arrixaca. La cattedrale, ideata nel sec. XIV, fu quasi interamente costruita nel sec. XV in una sobria architettura ogivale a croce latina molto poco accentuata, con tre navate, presbiterio molto prolungato, deambulatorio e cappelle laterali tra i contrafforti. I robusti pilastri sono a fascio; archi e vòlte hanno una somma semplicità. La facciata meridionale, gotica, forse fu eretta da Antonio Gil, maestro della cattedrale nel 1440. Distruggendo le cappelle dell'antico ambulatorio, ne fu costruito un altro, terminato nel 1507, con vòlte a crociera, forse per opera dell'architetto Juan de Leon. Nel 1519 Francesco Fiorentino cominciò la grande torre, le cui finestre vengono attribuite a Iacopo Fiorentino; egli fu stipendiato per tale lavoro fino al 1522, nel quale anno probabilmente morì. Fu sostituito dal detto Iacopo, che nel portale della sacristia, con figure di Virtù, ha lasciato un bel saggio della sua arte. Gli stalli del coro, proveniente dal monastero di S. Martino di Valdeiglesias, sono di delicato intaglio del Rinascimento con figure e grotteschi. Nell'altare dei conti di Carrión spicca il quadro dello Sposalizio della B. Vergine, di stile leonardesco, dipinto, secondo il Bertaux, nel 1516 da Hernando Yáñez de la Almedina, uno degli autori dell'altare maggiore nella cattedrale di Valenza. La fastosa facciata appartiene al periodo tra il barocco e il neoclassicismo, eseguita su progetto dell'ingegnere militare Sebastián Feringant y Cortés, oriundo francese. Nell'"Ermita de Jesús" si conserva una serie di scene della passione di Gesù, lavoro dello scultore Francisco Salcillo (1707-1748). Disegni del medesimo e un quadro dello Spagnoletto si trovano nel museo provinciale di pittura.
Storia. - Nei primi tempi consecutivi all'invasione musulmana (711) il territorio di Murcia costituì un regno cristiano feudatario di Cordova, con capitale Orihuela. La città di Murcia, fondata nell'825, diventò più tardi la capitale del "gualiatto" omonimo. Sparito il califfato, dipese ora da Almeria ora da Valenza, finché il re di Siviglia al-Mu‛tamid se ne impossessò nel 1078. Dopo le invasioni degli Almoravidi e degli Almoadi la Murcia costituì uno dei regni indipendenti: con al-Mutawakkil ibn Hūd (1224-1237) dominò gran parte della Spagna musulmana. Nel 1243 l'infante di Castiglia Alfonso, a nome del padre Ferdinando III, prese la città di Murcia e sottomise quel regno al vassallaggio di Castiglia. La riconquista di Murcia, però, non fu definitiva che nel 1265, quando una sollevazione generale dell'Andalusia e di Murcia obbligò Alfonso X a chiedere aiuto al suocero Giacomo I il Conquistatore. L'esercito catalano-aragonese entrò nella città il 13 febbraio e s'impadronì del regno, ceduto presto alla Castiglia in forza d'un accordo tra i due monarchi relativo ai limiti delle loro conquiste. Alcuni anni più tardi (1296) il conte-re Giacomo II invase il regno di Murcia profittando delle discordie civili di Castiglia durante la minorità di Ferdinando IV. Con la sentenza arbitrale di Torrella (1304) una parte del territorio passò a fare parte del regno di Valenza. Durante la guerra per la successione di Spagna, l'esercito di Filippo V riportò in Almansa (provincia di Albacete) una grande vittoria sopra le truppe degli alleati (1707).
La provincia di Murcia. - È una delle provincie mediterranee della Spagna, che fece parte, insieme con quella di Albacete, di un regno arabo autonomo (sec. XIII) e costituisce una delle grandi regioni storiche della penisola. Il suo territorio (11.317 kmq.) risulta in sostanza da una serie di sproni montuosi diretti in vario senso come quelli che rappresentano la zona di sutura fra le ultime digitazioni del sistema iberico e gli elementi più avanzati della cordigliera penibetica. Tali sproni, nella parte più interna della regione, raggiungono (a O.) i 2000 m. (Sierra de Taibilla), ma declinano rapidamente verso la costa, che pur raggiungono e frangiano in più punti. I cercini sollevati chiudono, qua e là, zone depresse, lungo le valli dei fiumi maggiori (la provincia è quasi tutta compresa nel bacino del Segura), che l'irrigazione artificiale, impiantata all'epoca del dominio arabo e più o meno ben conservata fino ad ora, ha trasformate in huertas di straordinaria fertilità. Il clima, di tipo nettamente mediterraneo, è caratterizzato da un'accentuata aridità (la zona a S. del Cabo de Palos è anzi la più secca di tutta l'Europa; e a Murcia stessa le precipitazioni non superano i 380 mm. di media annui); sì che, dove l'irrigazione non è possibile e l'altezza non interviene a temperare gli estremi, domina assoluta la steppa. Le piene improvvise dei fiumi, tutti a carattere torrentizio, causano spesso danni ingenti (tristemente celebri le piene del Segura a Murcia nel 1651, 1733, 1879), asportando dai pendii il terreno vegetale, sommergendo i seminati sotto imponenti masse di sfasciume, e determinando la formazione di larghe aree pantanose. Nelle huertas le colture sono molto varie, ma prevalgono gli ortaggi (soprattutto i pomodori), i cereali, la frutta (agrumi, fichi, melagrani) e il baco da seta, oltre che la vite e l'ulivo, che hanno una più ampia diffusione. Le huertas maggiori si hanno sul medio corso del Segura, su quello del suo affluente Sangonera (Lorca) e nel campo di Cartagena. Alle industrie alimentari (polpe e conserve), connesse con la ricca produzione agricola, si aggiungono, nella regione meridionale (La Unión), quelle estrattive (piombo) in continuo sviluppo.
La provincia è una delle più densamente popolate (57 ab. per kmq.) della Spagna (452 mila ab. nel 1877, 578 nel 1900, 639 nel 1920, 649 nel 1930) e comprende un gran numero di grossi centri rurali (Yecla, Jumilla, Cieza, Calasparra, ecc.), oltre le città di Murcia, Cartagena e Lorca, superiori (nel comune) ai 50 mila ab.
Bibl.: F. Cascales, Discursos históricos de... Murcia y su reino, 3ª ed., Murcia 1874; P. Díaz Cassau, La huerta de M., Madrid 1877; R. Amador de los Ríos, España, sus monumentos y artes, su naturaleza e historia. Murcia, Barcellona 1889; M. L. Siret, Les provinces espagnoles de M. et de l'Almérie, in Bull. Soc. Roy. de Géogr. d'Anvers, XIV (1890); P. A. Berenguer, El ingeniero militar Don Sebastian Feringant y Cortés: la fachada de la Catedral de Murcia, in Boletín de la Sociedad espanola de excursiones, luglio 1894; M. Gaspar Remiro, Historia de Murcia musulmana, Saragozza 1905; Pato y Quintana, Descripción física de la provincia de Murcia, Madrid 1908; A. Marino Alvarez, Geografía histórica del territorio de la actual provincia de Murcia, Madrid 1915; A. Byne e M. Stanley, Spanish Architecture of the Sixteenth Century, New York e Londra 1917; J. García Soriano, Vocabulario del dialecto Murciano. Con un estudio preliminar, Madrid 1932; G. De Reparaz, La zona più arida d'Europa, in Boll. R. Soc. geogr. ital., s. 6ª X (1933), pp. 157-62.