musare
Con il significato di " stare oziosamente a guardare ", " attardarsi ", compare in If XXVIII 43 Ma tu chi se' che 'n su lo scoglio muse [" indugi ", Anonimo; " expectas ", Serravalle], / forse per indugiar d'ire a la pena...?
Ma cfr. il Castelvetro: " ‛ taci '; con ciò sia cosa che D. guardasse e non parlasse " (così anche il Daniello); e il Venturi: " ‛ Andar musando ' vuol dire in lingua corrente ‛ andar investigando ': metafora presa dal bracco che va tracciando col muso in terra "; oppure: " ‛ Musare ' è ‛ far il muso e le labbra d'uom attonito, che guarda o ascolta senza dire ' " (Cesari).
Il vocabolo, diffuso anche nelle parlate dell'Italia settentrionale, con riscontri nel francese antico muser e nel provenzale muzar (Parodi, Lingua 282), dall'originario significato di " tenere fisso il muso su qualcosa " dichiarato dal Varchi (Ercolano, in Opere, II, Trieste 1858, 66) sviluppò l'accezione con la quale compare in Dante. V. MUSA; Musaggio.