punk, musica
Bande musicali ribelli
La musica punk è nata e si è sviluppata in Gran Bretagna e negli Stati Uniti alla metà degli anni Settanta del Novecento come fenomeno di ribellione. L’aperta provocazione, talvolta perfino rabbiosa, verso i canoni borghesi della società benpensante si poneva in esplicito antagonismo con le tendenze della musica pop di quel periodo
Il termine punk in angloamericano designa «materiale di qualità scadente»; con esso si indica un giovane propenso ad attività criminale, mentre punke appare già utilizzato da William Shakespeare per «prostituta» o anche per «feccia».
La qualifica punk associata alla musica compare per la prima volta nei primi anni Settanta in riferimento a gruppi del decennio precedente poi definiti garage bands (Sonics, Count five, Standells) per indicare un approccio selvaggio, energico e minimale al rock’n’roll.
Alla seconda metà degli anni Settanta risale, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, l’esplosione di questo genere musicale, il cui suono è caratterizzato dall’uso massiccio di chitarre elettriche in distorsione ad alto volume. I primi segni del punk, tuttavia, possono già essere rintracciati in formazioni statunitensi come Velvet underground, MC5 e Stooges, attive un decennio prima, nonché nell’attitudine distruttiva degli inglesi Who, tra i primi gruppi rock degli anni Sessanta a dare corpo alla frustrazione esistenziale giovanile.
Le prime avvisaglie del punk si registrano in un mercato discografico in fase di intenso riflusso, mentre il rock va perdendo la componente vitale e ribelle.
Archiviata l’epoca della controcultura hippy, la disco music si appresta, infatti, a conquistare con il suo innocuo invito al ballo ampie fasce di pubblico di tutte le età, mentre il rock progressivo di band come Yes, Genesis, Emerson, Lake & Palmer raggiunge alti livelli di autocompiacimento e sembra aver sacrificato la via del rock per una ricerca formale più prossima alla musica colta. Nelle classifiche commerciali mondiali domina il cosiddetto pop transnazionale (pop), confezionato per raggiungere un pubblico quanto più esteso.
Fin dai suoi albori il punk si pone come movimento di rottura nei confronti del perbenismo musicale, insofferente ai meccanismi e alla disciplina della vita quotidiana e refrattario alle politiche conservatrici.
Il gusto della provocazione, l’oltraggio alla decenza pubblica, la ricerca di un’estetica scioccante nell’abbigliamento e nelle acconciature ottengono come risposta la riprovazione della società benpensante. Inizialmente respinto dalle multinazionali discografiche (ma poi commercializzato alle prime avvisaglie di successo), il punk adotta la strategia dell’autoproduzione e dell’autopromozione, creando un mercato svincolato dalle logiche dell’industria musicale.
Negli Stati Uniti la scena è eterogenea, come attesta l’affollata comunità della musica d’avanguardia newyorkese tra il 1975 e il 1977. Patti Smith, poetessa, erede punk della tradizione del Greenwich Village che fece grande Bob Dylan, esordisce con Horses (1975) mentre i Ramones rinverdiscono nel 1977 i fasti delle garage bands con un’iniezione di velocità e di rabbia.
Più astratti e dissonanti, gruppi come Television (Marquee moon) e Richard Hell and the Voidoids preferiscono canzoni ritmicamente più strutturate. In California il punk raggiunge velocità esagerate con Germs (GI, 1979), Dils e Dead Kennedys (Fresh fruit for rotting vegetables, 1980) e diventa ‘politico’.
A Londra l’impresario Malcom McLaren, come già aveva fatto con l’innocua ed elegante rock band americana New York dolls, lancia i Sex Pistols (Never mind the bollocks - Here’s the Sex pistols, 1977) e ne fa la più oltraggiosa e provocatoria rock band di tutti i tempi.
Il Regno Unito è patria di formazioni come Damned (Damned damned damned, 1977), Buzzcocks e Clash. Questi ultimi rappresentano l’avanguardia politicizzata del movimento punk con il loro attacco all’economia capitalistica del mondo occidentale; essi articolano variamente la loro musica proponendo nel 1977 un punk nervoso e veloce per approdare alla contaminazione di generi in London’s calling (1979).
Esaurita la spinta iniziale, all’inizio degli anni Ottanta il punk imbocca due strade: quella del compromesso con suoni più accessibili (new wave) e quella della radicalizzazione (hardcore punk).