KEMAL, Mustafà (turco Mustafa Kemal, nel vecchio alfabeto Muṣṭfá Kemal)
Presidente della repubblica di Turchia, nato a Salonicco nel 1880. Perduto in tenera età il padre (ex-funzionario delle imposte), seguì a Salonicco i corsi elementari e poi d'una scuola secondaria militare; da un maestro di quella scuola ricevette il nome di Kemāl (prima si chiamava soltanto Mustafà). Entrò poi nella scuola militare di Costantinopoli, e quindi nella Scuola di stato maggiore, uscendone il 29 dicembre 1904 con il grado di capitano. Lo stesso giorno fu arrestato per le idee liberali che professava e mandato in Siria. A Damasco tessé le prime fila di un'organizzazione rivoluzionaria Ḥurriyyet "Libertà" e due anni dopo, ottenuto il trasferimento a Salonicco, vi sviluppò la stessa associazione che si trasformò nella nota Ittiḥād ve-taraqqīgemāyyetī. Associazione Unione e Progresso", la quale organizzò l'insurrezione del 1908 e strappò al Sultano Abd ul-Ḥamīd la restaurazione della Costituzione del 1876. L'anno seguente M. K. era capo di Stato Maggiore del corpo di truppe che occupò Costantinopoli e fece fallire il movimento controrivoluzionario. Nel 1912 fu in Cirenaica (Tobruch e Derna); tornò in patria allo scoppio della guerra balcanica.
Durante la guerra mondiale M. K., che si era dichiarato contrario a un precipitato intervento della Turchia, diresse con successo la difesa turca nel settore di Maidos (Anafarta, penisola di Gallipoli) nell'anno 1915 con il grado di colonnello; successivamente ricevette comandi e incarichi importanti in Siria e in Arabia durante gli anni 1916-1917 con il grado di maggior generale; nel 1918 accompagnò l'erede al trono in una visita al fronte tedesco; poco prima dell'armistizio ebbe il comando del gruppo di armate che sgombravano la Siria.
Nel periodo che seguì all'armistizio di Mudros, fuggiti i capi del regime responsabile, come Enver Pascià, M. K. meditò a Costantinopoli l'impresa per il risollevamento della sua patria; incaricato dal Ministero della guerra di andare in Anatolia come ispettore della 3ª armata, sbarcò il 19 maggio a Samsun e subito si diede a organizzare la resistenza, a sventare movimenti autonomistici degli stessi abitanti, a preparare l'opposizione contro gli alleati, e specialmente contro i Greci sbarcati a Smirne il 15 maggio. Egli fissò le direttive del "movimento nazionale", detto poi anche "kemalista", nei congressi di Erzerum (3 luglio 1919) e di Siva (settembre 1919); eletto presidente del Comitato rappresentativo dell'Associazione per la difesa dei diritti dell'Anatolia e della Turchia europea e quindi capo del governo nazionale così costituito, si stabilì ad Angora (27 dicembre 1919), che diventò fin d'allora la vera capitale della Turchia. Dichiarata apertamente la ribellione contro il governo di Costantinopoli, M. K. radunò ad Angora una Grande Assemblea nazionale, che fu inaugurata il 23 aprile 1920. Il nuovo governo di Angora non riconobbe il trattato di Sèvres (10 agosto 1920), e si preparò a condurre la lotta contro i Greci invasori. M. K., investito del comando supremo delle forze nazionali, ne riordinò l'efficienza e tra la fine di agosto e i primi di settembre del 1921 riportò una segnalata vittoria sui Greci; l'Assemblea gli decretò allora il grado di maresciallo (mushīr) e il titolo onorifico di Ghāzī, che nell'uso tradizionale arabo-musulmano indica "chi ha combattuto nella guerra santa contro gl'infedeli".
Regolata mediante accordi la situazione a sud (Cilicia) e a est (Caucaso), proseguita con successo l'azione contro i Greci, che ai primi di settembre 1922 erano messi in rotta completa, ottenuto a Losanna nel 1923 il riconoscimento dell'indipendenza, il movimento nazionale guidato dal Ghāzī ebbe gli ulteriori sviluppi nelle riforme interne della nazione (v. turchia: Storia) che furono in massima parte opera personale del Ghīzā, al quale non è mancata la collaborazione di valenti uomini come Ismet Pascià (v.), e insieme l'invidia e l'incomprensione di amici e nemici. Proclamata la repubblica (23 ottobre 1923), M. K. ne fu eletto presidente dalla Grande Assemblea, che rinnovò l'elezione nel 1927 e nel 1931. Egli è anche a capo del partito repubblicano del Popolo, al quale appartengono quasi tutti i membri dell'Assemblea.
Il Ghīzā si occupa con passione di studî storici e specialmente dell'antica storia turca e s'interessa con amore dell'agricoltura. Non ha figli: si sposò nel 1923 con Laṭīfeh Khānïm e la ripudiò nel 1925.
Bibl.: Una biografia ufficiale di M. K. fu pubblicata nell'Annuario (Sālnāmeh) ufficiale della repubblica di Turchia per l'anno 1925-1926; ne diede una traduzione non completa J. Deny, in Revue du Monde Musulman, LXIII (1926), pp. 146-167; un estratto di "Ricordi" (Khāṭirāt) di M. K. uscì nel giornale Milliyyet di Costantinopoli nel 1926; il Deny li ha tradotti in Revue de Études Islamiques, 1927, pp. 117-221; M. K. ha rievocato tutte le vicende della lotta nazionale e delle riforme dal 1919 al 1927 in un discorso (Nuṭuq), durato sei giorni, davanti al Congresso del partito repubbblicano del Popolo nell'ottobre del 1927 (voll. 2, Costantinopoli 1927; trad. anche in francese, tedesco e inglese; un riassunto in Oriente moderno, 1927, pp. 529-558). Notizie su M. K. ricorrono in tutti i libri che trattano della nuova Turchia e in giornali e riviste (E. Rossi, Il Ghàzi M. K. Pascià, in Gerarchia, aprile 1929, pp. 297-304). Si veda specialmente Oriente moderno, I-XI, 1921-31. Vedi inoltre: Türkün Altïn Kitābï Ghāzinin Ḥayāti (Il libro d'Oro dei Turchi, la Vita del Ghāziā), con una biografia ricavata da ricordi di M. K. e un'antologia di brevi scritti di varî autori, Costantinopoli 1928; Burhān Giāhid, Gazi M. K. (nel nuov alf.), Costantinopoli 1930; Rūshen Eshref, Anafartalar Kumandanï M. K. ile mülâkat (Intervista con M. K. comandante di Anafarta, nel nuovo alf.), Costantinopoli 1930; D. von Mikusch, M. K., trad. it., Milano 1932; H. C. Armstrong, Grey Wolf: Mustafa Kemal, Londra 1932. Di M. K. si parla in tutto il vol. IV della Storia (Tarih) edita nel 1931 dalla Società per lo studio della storia turca.