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MUSULAMÎ

di Pietro Romanelli - Enciclopedia Italiana (1934)
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MUSULAMÎ (Musulamii, Μουσουλάμιοι)

Pietro Romanelli

Popolo antico dell'Africa settentrionale abitante ai confini meridionali della Numidia e dell'Africa proconsolare. Il suo nome sembra si ricolleghi con quello del fiume Muthul (l'attuale uadi Mellègue), ma il territorio da esso occupato doveva estendersi, almeno in origine, molto lontano da quel fiume e giungere verso oriente fino presso a Theveste. I Musulamî rappresentarono una parte non indifferente nelle lotte combattute dagl'indigeni africani contro Roma nei primi tempi dell'impero: il loro nome ricorre nella guerra di Cornelio Cosso sotto Augusto, nella ribellione di Tacfarinata, e ancora nelle campagne condotte sotto Claudio: al tempo dei Flavî invece essi erano già sottomessi, se allora furono costituite delle coorti ausiliarie dette Flaviae Musulamiorum. D'altronde è proprio al periodo dei Flavî che deve ascriversi la fondazione delle due colonie di Madauro e di Ammedara, poste ai margini del territorio dei Musulamî: in questo, a dire di Tacito (Ann., II, 52), non v'erano a suo tempo città. Il territorio stesso fu sotto Traiano delimitato dal legato della Numidia, e della delimitazione ci rimane ricordo in alcuni cippi terminali. Non sappiamo se nell'occasione il territorio fosse diviso amministrativamente fra la Numidia e l'Africa proconsolare, né se più tardi vi fossero fondati centri urbani: certo in esso v'erano proprietà imperiali. Un praefectus gentis Musulamiorum è ricordato sotto Adriano. Tolomeo pone i Musulamî molto a sud, al di là di Lambesi, forse per errore. Non è invece da respingere assolutamente come falsa l'indicazione della Tabula Peutingeriana che segna dei Musulamî tra la Numidia e la Mauretania, poiché può essere che quivi fosse una frazione dello stesso popolo: sappiamo infatti da un'iscrizione (Corp. Inscr. Lat., VIII, 9288) che nel sec. III un procuratore della Mauretania Cesariense ebbe a combattere contro Musulamî.

Bibl.: St. Gsell, Inscript. latin. de l'Algérie, I, Parigi-Algeri 1921, p. 267; id., Atlas arch. de l'Algérie, f° 18, R. Hanslik, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XVI, Stoccarda 1933, col. 926 segg. ecc.

Vedi anche
Cosso Cornelio Lèntulo Lèntulo, Cosso Cornelio (lat. Cossus Cornelius Lentŭlus). - Console (1 a. Lentulo, Cosso Cornelio), nel 6-8 circa d. Lentulo, Cosso Cornelio governatore dell'Africa, dove si guadagnò gli ornamenta triumphalia per una spedizione contro i Musulamî e i Getuli. Nel 31 fu nominato praefectus urbi da Tiberio. ... Tacfarinate (lat. Tacfarĭnas -atis). - Soldato numida (m. 24 d. C.); disertore dell'esercito romano al tempo di Tiberio, incitò contro i Romani i Musulamî e altre tribù (17), resistendo a lungo, finché (24) fu assediato da P. Cornelio Dolabella (appoggiato a sua volta da Tolomeo di Mauretania) nel fortino di Auzia ... Numidia (lat. Numidia) Antica regione dell’Africa nord-occidentale, tra la Mauretania e il dominio di Cartagine, abitata dai Numidi; ebbe varia estensione e, nelle zone desertiche, confini mai ben definiti. Al tempo della prima guerra punica (3° sec. a.C.) era divisa in due regni rivali: quello dei Massesili ... auxilia Nell'antica Roma, le truppe di ausiliari d'appoggio alle legioni. Gli auxilia di solito erano costituiti da soldati reclutati fra le popolazioni sottomesse e non in possesso della cittadinanza, che veniva concessa alla fine della ferma (25 anni ca.). Impegnati anche nel servizio di guardia ai confini, ...
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