EFFREM (Efrem, Frema, Efflemo), Mutio (Muzio)
Nacque a Bari il 4 nov. 1549 da famiglia di origine greca. In questa città intraprese lo studio della composizione.
Nel 1574, nel Secondo libro delle Villanelle alla napolitana a 3 voci de diversi musici di Bari (Venezia, A. Gardano) pubblicato da G. De Antiquis, apparve la sua prima composizione, "Perché non m'ami".
Nel 1582, in raccolte diverse, furono stampati due suoi madrigali: il primo, "Mentre a l'ombra", fu inserito ne IlPrimo libro dei madrigali a cinque voci di Francesco Antonio Baseo, maestro di cappella della città di Lecce (Venezia, A. Gardano); il secondo madrigale ne IlPrimo libro dei madrigali a cinque voci di P. Numa Pomponio da Bari (ibid.), con il titolo "Ah, che Ninfa gentil".
Il nome dell'E. riapparve nel 1591 in IlSesto libro dei madrigali a cinque voci, con alcuni a sei et un dialogo a sette nel fine di Stefano Feis (o Felis), maestro di cappella del duomo di Napoli (Venezia, l'erede di G. Scotto), quale autore del madrigale: "Caro amoroso neo, che si illustri un bel volto", su testo di L. Tansillo.
Dal 1593 si hanno testimonianze dei primi rapporti tra Carlo Gesualdo da Venosa e l'E., il quale nel periodo in cui fu al suo servizio pubblicò un solo madrigale, in Ilteatro de' madrigali a cinque voci di Scipione Riccio (Napoli, stampa di Gardano e Nucci), dal titolo: "Chi dice che 'l partire" (1609). Negli anni vissuti al servizio di Gesualdo si astenne quasi completamente dal comporre e si dedicò prevalentemente ad attività organizzative; nel marzo del 1610 ebbe infatti l'incarico di commissionare al napoletano Geronimo D'Amato la fabbrica di un organo presso il monastero della Concezione degli Spagnoli.
Il rapporto con Gesualdo e la sua corte si concluse nel 1615, due anni dopo la morte del principe. L'attaccamento e la stima verso quest'ultimo avevano spinto l'E. a rifiutare, nell'ottobre del 1601, un posto di "musico" presso la cappella vicereale.
Nel 1616 si recò a Mantova presso la corte dei Gonzaga: in una lettera, datata 1°dic. 1615, l'E. ringraziava, da Napoli, il duca di Mantova, dei 300scudi "fattogli pagare per venire a Mantova" (Bertolotti, p. 96). Qui, in qualità di "musico di corte", ebbe diversi incarichi, tra cui spicca la partecipazione alla composizione delle musiche per La Maddalena, sacra rappresentazione su testo di Giovan Battista Andreini.
Pubblicata a Venezia, presso Bartolomeo Magri nel 1617, La Maddalena fu eseguita, insieme con la Galatea di S. Orlandi, per festeggiare il ritorno dei neo sposi, il duca Ferdinando Gonzaga e Caterina de' Medici, nel marzo del 1617. Tra i compositori, oltre all'E., vi erano impegnati Salomone Rossi, Alessandro Ghivazzani, il quale compose gli intermezzi, e Claudio Monteverdi, il cui intervento si limitò alla composizione dei "Prologo" con un "ritornello strumentale". L'apporto di E. si concretizzò, invece, in due madrigali spirituali: il primo, "Fra le rugiade eterne", è a tre voci e contiene dissonanze nuove molto espressive, il secondo, "Anime fortunate", è a sei voci ed è scritto a "battuta larga".
Nel 1618, sempre al servizio dei Gonzaga, fu a Firenze presso la corte fiOrentina in qualità di esecutore, in "duo" con una certa "Arcangiuola".
Risulta che il 14 dic. 1619, il 20 ag. 1620 e il 13 genn. 1621, presso la corte fiorentina, "furon eseguite musiche dall'Arcangiola e Muzio Effrem (Frema)" (Solerti, p. 149).
Nel gennaio del 1622 si pubblicarono a Venezia le Censure di Mutio Effrem sopra il sesto libro de madrigali di m. Marco da Gagliano, maestro di cappella della cattedrale di Piorenza. Nel 1623 venne pubblicato il madrigale: "0 donna, troppo cruda e troppo bella", in IlSecondo libro dei madrigali a cinque voci di Filippo Vitali (Firenze) su testo di B. Guarini.
Il suo ritorno a Napoli avvenne intorno al 1626 (forse dopo un soggiorno a Ferrara), anno in cui si stampò il Libro dei madrigali a sei voci di Gesualdo, la cui pubblicazione, postuma, fu curata dall'Effrem. Nel 1633 ebbe l'incarico di maestro di cappella del Monte della Misericordia. Ricopri tale ruolo almeno fino al 18 sett. 1640, come risulta da un documento pubblicato dallo Strazzullo.
Mori probabilmente a Napoli poco dopo questa data.
Il rapporto con il Gesualdo è senz'altro il punto centrale della vita musicale dell'Effrem (lo stesso E. ne sottolineò l'importanza nella dedica a Eleonora d'Este, principessa di Venosa, datata Napoli, 15 luglio 1626, in occasione della pubblicazione del citato libro di Gesualdo).
L'E. è noto anche per la disputa che ebbe con Marco da Gagliano, disputa iniziata intorno al 1617, anno di pubblicazione del Sesto libro … dell'autore fiorentino, e culminata con la stampa delle Censure…, cinque anni dopo. La Biblioteca del Conservatorio di musica "G. B. Martini" di Bologna conserva il materiale, edito e inedito, della controversia da cui risultavano le profonde critiche rivolte dall'E. alle composizioni del fiorentino accusato di voler far musica "con la sola prattica e senza teorica". La virulenza degli attacchi dell'E. venne criticata intorno al 1640 dal teorico Severo Bonini, il quale, peraltro, gli riconosceva ottime doti musicali (L. Galleni Luisi, p. 122).
Fonti e Bibl.: V. Massilia, Cronaca sulle famiglie nobili di Bari, Napoli 1881, p. 7; A. Bertolotti, Musici alla corte dei Gonzaga in Mantova…, Milano 1890, pp. 96 s.; G. Gaspari, Catalogo della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, a cura di F. Parisini, I, Bologna 1890, pp. 76 ss.; A. Solerti, Musica, ballo e drammatica alla corte medicea dal 1600 al 1637, Firenze 1905, pp. 149, 155, 157; A. Einstein, The Italian madrigal, II, Princeton 1949, pp. 689 ss., 700, 707; H.F. Redlich, C. Monteverdi, life and works, London 1952, pp. 105, 111; F. Strazzullo, Inediti per la storia della musica a Napoli, in Il Fuidoro, II (1955), p. 106; U. Prota-Giurleo, Aggiunte ai "Documenti per la storia dell'arte a Napoli", ibid., p. 247; C. Valabrega, Antiche schermaglie, in La Scala, X (1959), pp. 29 s., 77 s.; A. Giovine, Musicisti baresi, Bari 1968, pp. 44-47; G. Watkins, Gesualdo. The man and his music, London 1973, pp. 5, 233, 298 s., 301; L. Galleni Luisi, Discorsi e regole sopra la musica di Severo Bonini, Cremona 1975, pp. 23, 121 s.; D. De Paoli, Claudio Monteverdi, Milano 1979, p. 336; E. Strainchainps, M. E., in New Grove Dict. of music and musicians, VI, London 1980, pp. 61 s.; M. Fabbri, La collezione medicea degli strumenti in due sconosciuti inventari del primo '600, in Note d'archivio per la storia music., n. s., I (1983), p. 62; A. Pompilio, M. E., in Diz. encicl. della musica e dei musicisti. Le biografie, II, Torino 1985, pp. 624 s.; Bibliografia della musica italiana vocale profana, Pomezia 1977, I, pp. 158, 609, 705; II, pp. 1240, 1837.