MUTUO INSEGNAMENTO (in Inghilterra anche monitorial, in Italia reciproco, in Germania Wechselseitiges- e Helfersystem)
Sistema d'insegnamento per cui gli scolari più progrediti sono chiamati a collaborare con il maestro nell'istruzione dei loro compagni.
Ne costituisce un precedente nell'antichità l'uso, a Sparta, di ilarchi e di ireni, a Roma, di hypodidascali, di proscholi, ecc. L'uso di allievi collaboratori del maestro (decuriones, custodes, corycaei) compare ancora qua e là nel Medioevo, nelle scuole dei Fratelli della vita comune, poi nelle scuole umanistiche di Sturm, Trotzendorf, Wolf, poi ancora, in forme diverse, presso i gesuiti, S. Carlo Borromeo, G. B. de La Salle, Madame de Maintenon, più largamente in Comenio, infine, nel sec. XVIII, nelle istituzioni dell'Herbault (Parigi), del Paulet (Vincennes), ecc.
Forma più organica ed efficace assunse il sistema col cappellano inglese Andrea Bell, il quale, tornando dall'India in Inghilterra (1797), illustrava l'esperimento fatto nell'orfanotrofio di Madras, e col quacchero J. Lancaster che l'anno dopo, e per via indipendente, fondava a Londra la prima scuola di mutuo insegnamento. Due società, l'una con programma aconfessionale (quello di Lancaster), l'altra con programma anglicano (quello di Bell), gareggiarono nella diffusione delle scuole del genere. Secondo questo sistema, il maestro aveva la direzione della scuola, che occupava una vasta aula rettangolare ed era divisa in classi, corrispondenti ai gradi successivi dei principali insegnamenti, ciascuna sotto uno o più monitori, scelti dalla classe superiore, per l'esecuzione degli esercizî insegnati. I fanciulli copiavano o scrivevano sotto dettatura. Lettura e scrittura erano simultanee. Ai libri di testo erano sostituite tavole stampate. Regolarità e disciplina conseguite, emulazione sempre viva, attività intensamente spiegata contemporaneamente da scolaresche numerose, profitto sicuro, moltiplicazione delle scuole con pochi maestri e con poca spesa; questi i vantaggi attribuiti al sistema, che si diffuse presto anche negli Stati Uniti e fino in Asia e in Africa.
In Europa, gli rimase quasi estranea la Germania: lo accolsero in qualche misura la Russia (per opera di G. Hamel), la Danimarca (per opera di V. Abrahamson), l'Austria, l'Ungheria, il Belgio, la Spagna, la Svizzera (Girard, Fr. Naville, ecc.), e soprattutto la Francia e l'Italia. In Francia fu illustrato favorevolmente da una commissione (conti di Laborde e di Lasteyrie, J.-B. Say, ecc.), inviata in Inghilterra e, patrocinato dal partito liberale (J.-M. De Gerando, P.-P. Royer Collard, Fr. Guizot, ecc.), ebbe larga attuazione nella prima parte del regno di Luigi XVIII. Scuole mutue rimasero, pur trasformate, fin verso il 1850. In Italia, il movimento s'inserì in quello del primo Risorgimento. Si ebbero molte scuole mutue nel ducato di Parma (soppresse nel 1831), poche, ed effimere, nello Stato Pontificio e nel Regno delle Due Sicilie. Larga la diffusione in Toscana - dove vi attese, in Firenze, G. Bardi e una società costituita da F. Nesti, da L. Serristori, da F. Tartini Salvatici (1818), poi da R. Lambruschini, da G. Ridolfi, ecc., e, a Livorno, E. Mayer -; in Lombardia - dove ne fu apostolo F. Confalonieri, auspice il Conciliatore, coadiutori G. Mompiani, G. Pecchio, G. Arrivabene, L. Porro, G. B. Litta Modignani, C. e F. Ugoni, ecc. - In Piemonte - promotore L. Arborio Gattinara di Breme, aiutato dal principe Carlo Alberto e da Prospero Balbo -. La reazione seguita ai moti del 1820-21 stroncò il movimento in Lombardia e in Piemonte. Dopo il 1850, le critiche al sistema divennero generali. Ma i suoi meriti storici sono innegabili. I suoi residui utili sono oggi nel sempre più largo appello alla collaborazione degli scolari, quale, in forme varie, si presenta nel sistema della School-City, nell'indirizzo della scuola come comunità di lavoro, in idee di pedagogisti come il Förster, ecc.
Bibl.: J. Lancaster, Sistema inglese di istruzione, trad. it., Milano 1816; G. Hamel, L'ens. mutuel, trad. dal ted., Parigi 1818; L. S. Cagnazzi, Saggio sopra i principali metodi di istruire i fanciulli, Napoli 1818; L. Serristori, F. Tartini, C. Ridolfi, Delle scuole di mutuo insegnamento, Firenze 1818; C. Ch. De Lasteyrie, Nouveau système d'éduc. et d'enseign. ou l'enseign. mutuel appliqué aux langues, aux sciences et aux arts, nuova ed., Parigi 1819 (1ª ed., 1815); C. W. Harnisch, Ausführliche Darstellung und Beuertheilung des Bell-Lancaster Schulwesens in England und Frankreich, Breslavia 1819; G. dei Bardi, Memorie sulla scuola di mutuo insegnamento lette all'Acc. dei Georgofili, Firenze 1819; D. Salmon, J. Lancaster, 1904 (con ricca bibl.); A. B. Binns, A century of Education, 1808-1908, being the Centenary of the British a. Foreign Schools Society, Londra 1908; Gréard, Éducation et Instruction (Enseign. primaire), 5ª ed., Parigi 1910; G. Vidari, L'ed. in Italia dall'Umanismo al Risorgimento, Roma 1930; St. Tiegs e H. J. Eisenhofer, in Enzykl. Handbuch d. Pädag. del Rein, nuova ed., IV, s. v. Helfersystem; G. Calò, in Encicl. delle encicl.: Pedagogia, s. v. Insegnamento mutuo, Roma 1930; R. Mazzetti, G. Mompiani, Brescia 1932.