Giurista (Prato 1855 - Pisa 1929), prof. nelle univ. di Urbino, Macerata, Siena, Torino e Pisa, dove successe a F. Serafini (1897). Fissò, per la ricerca delle interpolazioni nel Digesto, il criterio cosiddetto legislativo, che fa ascrivere ai compilatori le sentenze disseminate nei frammenti dei giureconsulti romani formulate con lo ius maiestaticum. Tra le opere: Sulla istituzione di erede nel diritto romano e odierno (1888); Studî sopra il delitto di furto (1894 e 1900); Sulla teoria del beneficium competentiae (1898); Persone in causa mancipii (1905); Sull'oggetto del quasi usufrutto (1907); Questioni di diritto giustinianeo (1911 e 1913).