MYKERINOS (Mn-k'w-r‛ "sono stabili i Ka di Rē‛"; Μενχέρης, Μυκερῖνος)
Figlio di Kheops (Herodot., ii, 129; Diod., i, 63) o di Khephren (Pap. Westcar, tav. ix, l. 14) fu uno degli ultimi sovrani della IV dinastia egiziana (circa 2600-2480). Quasi nulla si sa degli avvenimenti del suo regno.
Dal tempio funerario della sua piramide, edificata accanto a quelle di Kheops e di Khephren nella piana di Gīzah, provengono varie sue statue che, insieme a quelle frammentarie e alle altre non finite trovate dal Reisner in una bottega di scultore annessa al tempio, assommano ad una quarantina. A queste si deve aggiungere una statua seduta in diorite (Il Cairo n. 42), proveniente da Mitrahīna (Memfi). In alcune statue, oltre alla già citata da Mitrahīna, il re appare seduto in un trono cubico senza spalliera, con il nemes sul capo e le mani posate sulle ginocchia (Boston nn. 09.204 e 11.3146, Il Cairo n. 40704, tutte in alabastro), in un tipo statuano ben noto delle statue di Khephren (v.). Il tipo della statua stante è invece rappresentato da una statuetta acefala in avorio del museo di Boston (n. 11.280), e da un gruppo, pure del museo di Boston (n. 11.738), in cui il re appare assieme alla moglie Khamernebti.
Tipologicamente del tutto nuovi sono invece i gruppi in schisto in cui M. appare stante, unito ad una figura di Ḥatḥōr stante oppure seduta, e ad una figura maschile o femminile che personifica uno dei nomi d'Egitto. Di questi gruppi, che originariamente dovevano essere almeno una quarantina quanti erano i nòmi dell'Antico Regno (non sappiamo con precisione quanti fossero, ma non dovevano essere distanti dai 42 che saranno canonizzati in età tarda), possediamo ora solo quattro esemplari ed alcuni frammenti. M. appare una volta alla sinistra di Ḥatḥōr che ha alla sua destra la personificazione del nòmo della Lepre (Boston n. 09.200); negli altri tre casi è egli stesso al centro con alla destra Ḥatḥōr e alla sinistra il nòmo di Tebe (Il Cairo n. 40678), il nòmo di Kynopolis (Il Cairo n. 40679), il nòmo di Diospolis Mikra (o Parva: Il Cairo n. 46499).
A tali statue e gruppi si devono aggiungere tre teste (Il Cairo n. 40705, Bruxelles n. E 3074, Boston n. 09203), di cui solo quella del Cairo appartiene certamente a M., mentre si sollevano forti dubbî per le altre due, soprattutto per quella di Boston che alcuni attribuiscono a Shepseskaf.
Come per i ritratti di Khephren, il Reisner ha distinto i varî monumenti in due gruppi, attribuiti a due scultori chiamati convenzionalmente A e B. Seguiremo, per comodità di esposizione, questa denominazione, anche se sarebbe forse più esatto parlare di due diverse correnti stilistiche probabilmente originate dal significato religioso che, volta a volta, si attribuiva ai singoli monumenti. A, che è forse più antico, dato che appare attivo più durante il regno di Khephren che durante quello di M., si distingue per una maggiore idealizzazione, mentre B mostra una maggiore scioltezza e morbidezza nel modellato, ed una volontà più accentuata di caratterizzazione fisionomica.
Iconograficamente solo alcune delle circa 40 statue sopra citate presentano un interesse particolare, dato che le altre o sono incomplete o sono appena sbozzate. Allo scultore A si attribuiscono il gruppo di M. con la regina e le tre triadi in cui M. appare al centro; a B invece tutte le altre opere. A parte va considerata la statua proveniente da Mitrahīna, troppo inferiore come qualità a tutte le altre perché la si possa assegnare ad uno degli scultori maggiori.
Pur nella loro somiglianza coi ritratti di Khephren, dovuta sia ad una effettiva somiglianza fisica, sia alle caratteristiche stilistiche dei due scultori, questi ritratti presentano alcune particolarità che certo erano proprie di M.: volto più rotondo, naso largo alla base, bocca piccola con labbro inferiore molto più spesso del superiore, orecchie grandi e meno staccate di quelle di Khephren, guance più cascanti, mascelle meno segnate ed occhi sporgenti. Il tutto compone un'espressione meno volitiva, con qualcosa di decadente.
L'attribuzione a M., fatta dal Reisner, di un'ultima testa (Boston n. 09203) trovata nel recinto funerario della III piramide, è invece negata dal Vandier per alcune differenze fisionomiche che però non appaiono determinanti tanto più che tali differenze potrebbero essere accentuate dallo strano copricapo indossato dal personaggio: una specie di berretto a righe orizzontali che copre completamente il capo lasciando solo apparire i capelli sulle tempie. È comunque un'opera dello scultore B o della sua scuola, chiaramente riconoscibile dalla morbida dolcezza del modellato.
Bibl.: L. Borchardt, Statuen und Statuetten von Königen und Privatleuten, I, (Catalogue Général du Musée du Caire), Berlino 1911, p. 39, tav. 11, n. 42; G. A. Reisner, Mykerinus, the Temples of the Third Pyramid at Giza, Cambridge-Mass. 1931, pp. 108-129, tavv. 12-15, 36-45, 47-60, 62-63; W. S. Smith, A History of Egyptian Sculpture and Painting in the Old Kingdom, Londra 1946, pp. 33-38, tav. 13; K. Lange-M. Hirmer, Aegypten, Monaco 1955, tavv. 43-47; J. Vandier, Manuel d'archéologie égyptienne, III, Les grandes époques. La statuaire, Parigi 1958, pp. 21-29.