NABUCO de ARAUJO, Joaquim
Scrittore diplomatico e statista brasiliano, nato a Recife nel 1849, morto a Washington il 17 gennaio 1910. Figlio di José Th. Nabuco (v.), si educò allo studio dei fatti e dei problemi politici, che insieme con le tendenze letterarie costituirono l'interesse fondamentale della sua vita. La carriera diplomatica gli diede l'occasione di studiare direttamente le istituzioni politiche inglesi e nordamericane. Tornato in patria ed entrato nella vita politica (1879), il N. tenne fede alla tradizione dell'impero brasiliano, in contrasto col nascente partito repubblicano. Si deve a lui e ai suoi seguaci, se il problema della schiavitù e della democrazia si poté risolvere per vie legali e pacifiche, senza incorrere negli odî partigiani e nella guerra civile. Oratore al pari del padre, ma più brillante e più efficace, il N. diede alla luce nello stesso tempo un libro di somma importanza, O abolicionismo (Londra 1883), e numerosi opuscoli di Propaganda liberal, scritti brevi ma efficaci. Considerando la liberazione della razza nera come problema universale e non solo nazionale, fece tra il 1887 e il 1888 un viaggio negli Stati Uniti e in varî paesi europei, interessando alla causa anche il papa Leone XIII. Ottenuta l'emancipazione, immediata e incondizionata, nel 1888, con questo trionfo del suo ideale giovanile, il N. pareva destinato alle più alte cariche politiche; ma un anno e mezzo dopo l'abolizione, cadeva la monarchia. Allora il N., fedele al sovrano detronizzato, rinunziò a ogni carica, quantunque non del tutto all'attività politica, assumendo un atteggiamento di opposizione, moderata ma inflessibile, verso il nuovo regime. In questo periodo di circa dieci anni, la sua attività fu prevalentemente letteraria. Scrisse la vita del padre, Um estadista do imperio (voll. 3, 1897-1899), che è forse il quadro più compiuto della monarchia brasiliana, e Minha formação (Parigi 1900), autobiografia spirituale, che ricorda un poco Souvenirs d'enfance et de jeunesse del Renan, ma con una particolare sensibilità politica. Nel 1900, per invito del presidente M. de Campos Salles, sostenne le ragioni del Brasile nella vertenza territoriale con la Gran Bretagna per la Guiana inglese, trattando magistralmente la questione sottoposta all'arbitrato di Vittorio Emanuele III. Questa sua prolungata collaborazione ufficiale lo portò naturalmente a riconciliarsi con la repubblica, tanto che al termine della sua missione fu nominato ambasciatore a Washington.
Opere: Oltre alle citate: Balmaceda (Rio de Janeiro 1895); O erro do imperador (ivi 1886); Porque continuo a ser monarchista (Londra 1890); Escriptos e discursos litterarios (Parigi 1901); Discursos e conferencias nos Estados Unidos (Rio de Janeiro 1911).
Bibl.: C. Magalhães de Azeredo, Commemorazione di G.N. all'università di Roma, Roma 1910; H. Coelho, J. N., esboço biographico, S. Paulo 1922; Carolina Nabuco (figlia di J. N.), A vida de J. N., S. Paulo 1928.