CECCARELLI, Naddo
Attivo nel secondo quarto del XIV sec., questo pittore di Siena, il cui nome non si è riscontrato finora in alcun documento, non si trova citato nelle fonti dell'arte senese. La ricostruzione della sua opera si basa su due tavole firmate (già Richmond, coll. Cook, e Vaduz, coll. Liechtenstein), di cui la prima porta anche la data 1347. Dopo gli interventi del Pératé, del Mason Perkins e del De Nicola, che raggrupparono intorno al primo nucleo un piccolo gruppo di opere, il C. fu considerato dalla critica come un seguace di Simone Martini, o meglio un seguace ritardatario che "sta di fronte a Simone come Segna di fronte a Duccio" (Weigelt). Gli studi più recenti (Berenson e Edgell, Carli) non mancarono di avvertire anche gli aspetti più moderni della sua pittura, classificandolo seguace di Lippo Memmi e, a volte trovarono parole di apprezzamento per il "tono di malinconica mitezza e di assorto stupore" (Carli) che caratterizza le sue tempere. Ultimamente la De Benedictis ha tentato di ricostruire l'ordine cronologico della sua produzione, e di assegnargli un posto ben definito, nell'ambito dell'arte di Simone Martini, nello sviluppo della pittura senese.
L'elenco delle opere convincentemente riferite al C. è il seguente: Baltimora, Walters Art Gallery, n. 737, Crocifissione (Zeri, 1976, tav. 20), n. 1159, Madonna col Bambino (Berenson, 1932); Budapest, Szépmüvészeti Múzeum, n. 9, Madonna col Bambino (Mason Perkins, 1909, p. 12e ripr.); Cambridge, Mass., Fogg Art Museum, n. 1965.96 (già Firenze, coll. Loeser), Tre Santi (Mason Perkins, 1920); Firenze, Museo Horne, n. 53, Madonna col Bambino (Rossi, fig. 34); già New York, coll. O. Kahn, Vergine Annunziata (Berenson, 1932); Princeton, N. J., University Museum, n. 62.57 (già, Englewood, coll. Platt), Vir dolorum e busti di sei santi (Edgell, fig. 196); già Richmond, coll. Cook, Madonna col Bambino, (tavola firmata e datata 1347: Mason Perkins, 1909, p. 6 e ripr.); Siena, S. Martino, Madonna col Bambino (De Nicola, p. 243 e fig. 4); Siena, Gall. naz., n. 115, Madonna col Bambino e santi (polittico: Mason Perkins, 1909, pp. 7 s. e ripr.); Tours, Musée des Beaux-Arts, Annunciazione e Adorazione dei Magi (dittico: Laclotte, figg. 1-2); Norfolk, Virginia, Chrysler Museum (già Tyningham, Prestonkirk, Inghilterra, coll. Earl of Haddington), Madonna col Bambino fra quattro santi e Annunciazione (trittico: Berenson, 1968, II, tav. 322); Vaduz, coll. dei principi di Liechtenstein, Vir dolorum (tavola firmata: De Nicola, fig. sulla p. 245); ubicazione sconosciuta, Madonna col Bambino fra sei santi (De Benedictis, fig. 9). L'elenco può essere completato con una piccola Crocifissione del Museo Horne a Firenze (n. 57: Rossi, tav. 28, come opera di anonimo senese), con il piccolo dittico raffigurante la Madonna col Bambino e quattro Santi e la Crocifissione nella Pinacoteca di Siena (nn. 194, 196: Torriti, figg. 147-148, come cerchia del C.) e, probabilmente, anche con quel Vir dolorum, comparso tempo fa sul mercato d'arte londinese, che venne pubblicato poi sotto il nome di Barna (Arte antica e moderna, 1960, n. 10, tav. 41b).
Benché numericamente non sia molto ricco, il catalogo oggi noto del C. permette di trarre alcune conclusioni sul percorso dell'artista ancora così poco noto. Va sottolineato, prima di tutto, che la Madonna già nella raccolta Cook a Richmond, in confronto. con le altre opere sembra rappresentare la fase stilistica più avanzata del maestro; la data (1347) cheivi si legge non dovrebbe quindi scostarsi di molto dal limite cronologico della camera del Ceccarelli. Più arduo fare i calcoli sugli inizi della sua attività. La circostanza che la struttura del polittico senese del C. ricorda quello di Simone Martini a Pisa (1319), e che i caratteri stilistici relativamente arcaicidi quest'opera del Martini sembrano servire come punto di partenza per lui (tanto che il Paccagnini, nel 1955,sospettava una partecipazione diretta del C. nell'esecuzione della tavola pisana), resta comunque indicativa da questo punto di vista. Da ricordare pure il fatto che nel catalogo del C. incontriamo più di una volta (Baltimora, Norfolk) la rarissima raffigurazione della Madonna col Bambino in piedi, una composizione di origine duccesca (D. C. Shorr, The Christ Child in Devotional Images in Italy, New York 1954, p. 151),di cui la più tarda versione senese a noi nota è quella di Pietro Lorenzetti del 1330-40circa (Firenze, Biblioteca Berenson). È probabile dunque che le opere più antiche del C., nelle quali le ricerche di eleganza lineare e di effetti di splendore decorativo, ispirate da Simone, lasciano trasparire anche qualcosa del gusto figurativo dei ducceschi (Madonne di Baltimora, Budapest, Firenze e Siena, S. Martino), risalgano ad una data non lontana dal 1250-30. Le somiglianze di un altro gruppo di dipinti, costituito dalla tavoletta di Cambridge (Mass.), dal dittico di Tours e dalla valva di dittico della collezione Liechtenstein a Vaduz, con la produzione di Matteo Giovanetti e del Maestro delle tavolette di Aix, implicano quasi certamente, come suggerisce la De Benedictis, un soggiorno del C. in Avignone nel quinto decennio. Il resto del suo catalogo, prodotto forse a Siena verso il 1330-40, potrebbe invece illustrare una fase intermedia fra questi estremi - peraltro non molto distanti né per le loro date né per l'indirizzo stilistico.
Non sappiamo se il C. abbia finito il suo percorso a Siena (troncato forse dalla terribile epidemia del 1348), oppure nella lontana Avignone, dove la presenza di un Pietro Ceccarelli, forse suo fratello, è documentata (E. Castelnuovo, Un pitt. ital. alla corte di Avignone, Torino 1962, p. 143) e dove la sua delicata pittura avrebbe incontrato il successo. Egli fu in ogni modo uno degli artisti che trasmisero il messaggio dell'arte cortese alla pittura senese della seconda metà del secolo.
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