GORDIMER, Nadine
Scrittrice sudafricana, nata a Springs (Transvaal), il 20 novembre 1923. Membro della Royal Society of Letters, membro onorario dell'American Institute of Arts and Letters e dell'American Academy of Arts and Sciences, ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Grand Aigle d'Or (Francia 1975), il Malaparte (1985), il Nelly Sachs (Germania 1985), il Bennet (USA 1987), culminati nel Nobel per la letteratura (1991). È considerata una delle maggiori scrittrici viventi di lingua inglese. Rispettata, temuta, spesso censurata dal governo sudafricano, si è sempre occupata della difficile realtà del suo paese impegnandosi in prima persona in patria e all'estero nella lotta contro l'apartheid e per il trionfo dei diritti umani e civili delle popolazioni nere oppresse. Ha scritto numerosi romanzi e raccolte di racconti, di cui il costante tema di fondo è l'Africa, o più precisamente il Sudafrica, la diversa storia, il diverso rapporto con il proprio paese dei bianchi e dei neri e, nelle sue molte, sottili, crude varianti, l'incontro-scontro tra le due razze: un rapporto sempre problematico e mai affrancato dall'ideologia.
Non per questo, però, va considerata una scrittrice ideologica, manichea. Consapevole delle proprie responsabilità d'intellettuale sudafricana, è troppo scrittrice per non diffidare dei buoni sentimenti e degli schematismi. Costruite con un solido impianto narrativo di tipo tradizionale, le sue storie sono studi psicologici sui conflitti dell'uomo contemporaneo. Lo stile, lucido, sorvegliato, ricco d'ironia sterniana e potenza evocatrice, denota un narrare analitico che indulge al dettaglio, cura estrema del ritmo e del tempo.
Fra i romanzi si segnalano: The lying days (1953), d'impianto autobiografico; A world of strangers (1958; trad. it., 1961); Occasion for loving (1963; trad. it., 1984); The late bourgeois world (1966; trad. it., 1989); A guest of honour (1971; trad. it., 1985); The conservationist (1974; trad. it., 1987), uno dei romanzi migliori assieme a Burger's daughter (1979; trad. it., 1985); July's people (1981; trad. it., 1984); A sport of nature (1987; trad. it., Una forza della natura, 1987); e My son's story (1990; trad. it., 1991). Fra le raccolte di racconti: Six feet of the country (1956); Not for publication (1965); Some monday for sure (1976); A soldier's embrace (1980; trad. it., 1983) in cui sono riuniti alcuni dei racconti più belli; Something out there (1984; trad. it., 1984), raccolta definita dalla New York Review of Books "uno dei massimi exploits culturali del nostro tempo"; e Jump (1991; trad. it., 1992). G. è anche autrice di vari volumi di saggistica, fra i quali spiccano The black interpreters (1973), sugli autori sudafricani di colore; The essential gesture: writing, politics and places (1988; trad. it., Vivere nell'interregno, 1990), e Face to face (1991).
Bibl.: R. J. Nell, N. Gordimer, novelist and short story writer: a bibliography of her works, Johannesburg 1964; R. F. Haugh, N. Gordimer, New York 1974; M. Wade, N. Gordimer, Londra 1978; C. Heywood, N. Gordimer, Windsor 1983.