NÁIB (al plur. Nuáb)
È il vocabolo arabo nā'ib, al plur. nuwwāb, usato anche in turco e significante "vicario, sostituto, rappresentante di una pubblica autorità" e anche, nei paesi arabi con governo rappresentativo, "deputato al parlamento". La parola entrò nell'uso amministrativo italiano della Libia con il trattato di Losanna del 15-18 ottobre 1912 per designare, secondo la terminologia turca, i cadi (qādī) o giudici musulmani locali nominati dal cadi supremo residente a Tripoli, che invece doveva essere nominato dallo sheikh ul-islām di Costantinopoli. Col r. decr. 22 agosto 1915, n. 1347, tutto ciò fu abrogato; il nome di cadi fu applicato indistintamente a tutti i giudici musulmani della Libia, poiché la loro nomina venne deferita al governatore. Tuttavia in Tripolitania con il r. decr. 3 novembre 1921, n. 1691, e in Cirenaica con quello del 27 agosto 1923, n. 2484, si ammise che il cadi d'una circoscrizione possa delegare le sue funzioni, in centri minori o per cause di minore importanza, a un suo náib da lui designato e nominato dal governatore. Il predetto trattato di Losanna stabilì anche la figura del Náib ul-Sultan (nā'ib us-sultān) o rappresentante del sultano nella Libia, concepito come protettore degl'interessi dell'islamismo e di quelli ottomani; strana concezione abolita di fatto con l'entrata dell'Italia nella guerra mondiale e di diritto con il trattato di Losanna del 24 luglio 1923 fra gli Alleati e la Turchia.