Vedi Namibia dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
La Namibia è una repubblica presidenziale dell’Africa sudoccidentale che si affaccia sull’Oceano Atlantico. Ex colonia tedesca, il paese, denominato a lungo Africa del Sud-Ovest, è stato amministrato dal regime razzista del Sudafrica a partire dalla fine della Prima guerra mondiale, su mandato della Società delle nazioni. Dopo la dissoluzione di quest’ultima, il Sudafrica continuò ad amministrare la Namibia, pur non avendo sottoscritto un nuovo accordo con le Nazioni Unite. Nel 1966 una risoluzione Un intimò al paese occupante di ritirare le truppe dal territorio, non avendo più alcun titolo. La richiesta rimase lettera morta e la popolazione nera continuò a subire la segregazione razziale dell’apartheid. La South West African People’s Organisation (Swapo), riconosciuta dalle Nazioni Unite come unico legittimo rappresentante del popolo namibiano, si fece portavoce delle istanze indipendentiste della nazione e avviò la lotta di resistenza armata contro il Sudafrica, che si risolse soltanto 24 anni dopo, grazie anche alla mediazione della comunità internazionale. Nel novembre 1989 le elezioni nazionali furono vinte proprio dalla Swapo, che nel marzo del 1990 dichiarò l’indipendenza del paese e ancora oggi rappresenta il maggior partito della Namibia, poiché occupa i due terzi dei seggi parlamentari. La comune esperienza di lotta contro le forze occupanti ha permesso alla Swapo di creare una solida alleanza con gli omologhi movimenti in Zimbabwe e Angola, che si è successivamente tradotta in partnership economico-politiche, di cui il Sudafrica post-apartheid ha conquistato la leadership.
A partire dall’indipendenza e dalla pressoché contestuale abrogazione dell’apartheid, i rapporti con Pretoria sono profondamente mutati. Nel 1994 l’ex paese occupante cedette alla Namibia la Walvis Bay e i territori circostanti. Nel 1997 ha estinto il debito pubblico namibiano e, nel corso degli anni Novanta, si è imposto come maggior partner commerciale, contribuendo per circa l’80% delle importazioni e il 30% delle esportazioni. Assieme a Lesotho, Swaziland e Botswana, i due paesi fanno inoltre parte dell’unione doganale più antica al mondo, quella dell’Africa meridionale (Sacu), che risale al 1910 e ha come principale obiettivo la promozione e lo sviluppo dell’integrazione regionale e l’espansione del commercio e degli investimenti tra i membri. Di rilievo per gli scambi commerciali regionali è stata anche l’inaugurazione nel 2004 del ponte sul fiume Zambesi, che collega Namibia e Zambia.
La Namibia gode di buoni rapporti con gli Usa, maggiore paese donatore, e con Cina, India e Russia, che negli ultimi anni hanno aumentato gli investimenti nell’industria dell’estrazione delle risorse naturali namibiane. Infine, in qualità di membro della comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc), la Namibia sta negoziando un accordo di partenariato economico con l’Eu che, nel suo complesso, è il maggiore destinatario delle esportazioni namibiane, anche grazie agli accordi bilaterali tra Namibia e Regno Unito, Italia, Spagna e Germania. Berlino ha una relazione speciale con Windhoek, memoria del rapporto coloniale: nel 2004 ha commemorato a livello nazionale, come atto di riparazione morale, il centenario del genocidio di Nama e Herero, compiuto dalle forze tedesche.
La Namibia condivide alcuni degli ostacoli allo sviluppo economico che caratterizzano i paesi dell’Africa meridionale e orientale: il tasso di prevalenza dell’hiv è ancora elevato (14,3%), anche se la copertura sanitaria anti-retrovirale è una delle più alte in Africa sub-sahariana, poiché raggiunge il 90% della popolazione. L’alto valore del pil pro capite, e le ottime performance economiche in termini di crescita (il 4,8% nel 2015) celano enormi disuguaglianze. La disoccupazione riguarda almeno la metà della popolazione.
L’economia è altamente dipendente dal settore estrattivo e dalla lavorazione dei prodotti estratti: queste attività riguardano soltanto il 6,1% del pil, ma costituiscono il 50% degli scambi commerciali internazionali della Namibia. Windhoek produce diamanti di ottima qualità ed è il quarto produttore mondiale di uranio. Il paese è inoltre ricco di zinco e in misura minore di oro. Benché circa il 55% della popolazione viva in zone rurali, la Namibia importa il 50% dei cereali per il suo fabbisogno e registra gravi problemi di sicurezza alimentare.
La redistribuzione della terra continua a rappresentare uno dei più grandi problemi del paese. Nel 2005 il governo ha abbandonato il principio del ‘willing seller, willing buyer’, basato sulla vendita volontaria da parte dei grandi proprietari e rivelatosi non efficace, procedendo a veri e propri espropri in favore delle fasce più deboli della popolazione. L’intenzione coercitiva del procedimento ha generato tensioni sociali, tanto più che non sembra contribuire in modo efficace al miglioramento delle condizioni delle famiglie povere, che vengono dislocate in base alle terre acquisite. Il governo conta di ridistribuire 15 milioni di ettari entro il 2020.