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NAMUR

di J. Mertens - Enciclopedia dell' Arte Antica (1963)
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NAMUR (Namurcum)

J. Mertens

Città del Belgio alla confluenza della Sambre e della Mosa. Si erge su uno sprone roccioso che domina l'intera vallata e le strade che in essa si congiungono; su questa altura, oggi detta Le Champeau, sorgeva un oppidum gallico fortificato. Con l'arrivo dei Romani la città si allargò sulla riva del fiume: da quanto ci mostrano le necropoli della rue Pépin (dal I al V sec.), del sobborgo di La Plante e della piazza Saint-Aubain, che formano più o meno i limiti della città. Quest'ultima doveva essere un vicus abbastanza esteso, il cui centro era situato presso le attuali rue de la Croix e du Collège.

Sebbene siano stati ritrovati alcuni resti di strade lastricate (rue de l'Ange) e di straducole secondarie, è impossibile farsi un'idea della topografia della città. Esisteva probabilmente un ponte sulla Sambre, ed anche un guado, presso il quale sono state ritrovate migliaia di monete romane. Le ricerche archeologiche hanno messo in luce una casa con ipocausto che risale al II e III sec. d. C., un frammento di colonna ed alcuni cippi funerarî, quasi tutti del II sec. d. C. Nel periodo imperiale la città doveva avere un aspetto semirurale, con un Foro, alcune strade e monumenti.

Durante il basso Impero, la città si restringe, l'agglomerato si riduce al quartiere che sta fra la Sambre e la Mosa, cioè al triangolo formato fra la Sambre, la Mosa e lo sprone dello Champeau. La riva sinistra della Sambre fu abbandonata.

Bibl.: F. Rousseau, Namur, Ville Mosane, Bruxelles 1948, pp. 23-35.

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