nani sulle spalle di giganti
Metafora con cui si esprime un rapporto di dipendenza della cultura moderna rispetto all’antica. Essa s’incontra per la prima volta (1159 ca.) nel Metalogicon (III, 4) di Giovanni di Salisbury, che ne attribuisce la paternità al suo maestro Bernardo di Chartres: «dicebat Bernardus Carnotensis nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes»; possiamo, cioè, vedere più lontano non per l’acutezza della nostra vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo portati in alto dalla grandezza dei giganti. La frase fu ripetuta spesso fino alla querelle des anciens et des modernes (➔), sempre per rilevare il debito dei moderni verso gli antichi.