NANI
. Sembra che la prima dimora della famiglia Nani fosse in Torcello, ma notizie sicure su di essa si trovano solo nel 1195 in cui si ha la sottoscrizione di un notaio Marco N. Nella serrata del Maggior consiglio (1297) venne compresa fra le patrizie, e presto appare divisa in tre rami, che più tardi si distinsero, oltre che dall'arme, anche dalla dimora, e cioè di S. Giovanni Novo e della Giudecca o del Sesano; di Cannaregio o della Zoia, e di S. Trovaso. Quella di Cannaregio sul principio del sec. XIX aggiunse al suo il cognome di Mocenigo.
Questo ramo vanta uomini illustri, più nel campo diplomatico e culturale che in quelli delle armi e della chiesa. Francesco N. fu elettore dei dogi Francesco Dandolo (1329) e Giovanni Gradenigo (1355), e provveditore generale in Dalmazia. Pietro fu vescovo di Cittanova (1410), e di Torcello (1418); Gian Girolamo fu amico dei letterati del suo tempo ed ebbe corrispondenza con Sisto Medici. Durante la battaglia di Lepanto, Federico assunse il comando, in sostituzione del provveditore Barbarigo ferito a morte (7 ottobre 1871). Antonio (1665-1742) combatté valorosamente contro gl'infedeli (1684) e fu provveditore generale in Morea (1702); Bernardo (n. 1712) fu insigne raccoglitore di codici; Giovanni, vescovo di Brescia (1773-1804); Paolo (1496-1551) provveditore generale in terraferma, ambasciatore a Carlo V; Agosttno (1555-1622) sostenne diverse ambascerie, in Savoia, Spagna, Roma, in Francia presso Enrico IV, tenendo testa a Filippo II, e a Paolo V, durante l'interdetto.
Al ramo di S. Trovaso appartenne quel Giacomo (1725-1797) che fu collega di Angelo Emo, provveditore generale da mar e provveditore ai lidi negli ultimi anni della repubblica, estensore di una relazione sulla marina veneta, esistente manoscritta presso il Museo civico di Padova, e del piano di difesa, usato poi dai difensori del 1848-49. Fu sepolto in Venezia nella chiesa di S. Giovanni, fondata dai Nani. A questo ramo (e precisamente alla linea Mocenigo) appartenne Filippo (1847-1921) apprezzato scrittore di cose veneziane. Ma il più celebre di tutti fu G. Battista (1616-78) del ramo del Sesano o di S. Giovanni Novo, estintosi col pronipote di lui Battista. Ambasciatore in Francia, durante la guerra di Candia, si conquistò l'amicizia del Mazzarino; ambasciatore in Germania, mediatore fra le corti di Parigi e di Vienna, abile trattatore col Rákoczi, signore della Transilvania, commissario per i confini in Dalmazia, ministro plenipotenziario al Congresso di Nimega, ordinatore, col conte Angeli, delle leggi patrie; uomo di vasta e profonda cultura, scrisse anche una storia della sua città e altre opere minori.
Bibl.: F. Nani-Mocenigo, Famiglia N., in Annuario della nobiltà italiana; id., Agostino e Giacomo N., Venezia 1917; P. Bosmin, N., in Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare, IV, 1931.