NANNI di Bartolo (detto il Rosso)
Scultore nativo di Firenze, operoso nella prima metà del sec. XV. Nel 1419 gli viene allogata una statua per la facciata di S. Maria del Fiore, da lui compiuta nel 1420. Nel 1421 termina la statua di Giosuè per il campanile, cominciata dal Ciuffagni, e nello stesso anno assume con Donatello il gruppo del Sacrificio d'Isacco, anch'esso destinato al campanile. Nel 1422 esegue per il campanile la statua di Abdia, firmata. Abbandonati altri lavori per S. Maria del Fiore, non sappiamo per quali ragioni, si recò a Venezia dove dovette essere già alla fine del 1423.
Nulla sappiamo da documenti sul suo soggiorno veneziano. Per incarico di Nicolò Maurizi, capitano al soldo di Venezia, esegue dal 1432 al 1435 la decorazione scultorea del portale di S. Nicolò a Tolentino. È, inoltre, firmato il monumento Brenzoni in S. Fermo Maggiore a Verona, iniziato dopo il 1427 e terminato nel 439
La statua di Abdia rivela uno scultore vigoroso e schietto, che ha saputo assimilare con accorta comprensione gl'insegnamenti donatelliani. Ma, lontano da Firenze, N. non riesce a sottrarsi all'azione del clima artistico veneto, largamente imbevuto di elementi gotici. Nel monumento Brenzoni, di fattura morbida e pittorica, predominano gli accenti proprî al cosiddetto gotico-internazionale che richiamano in mente anche il Ghiberti. Il carattere ibrido delle opere certe di N., ondeggianti fra Donatello e l'arte gotica-veneta, rende malcerti i tentativi di attribuirgli altre sculture.
Il Planiscig ha assegnato a N. di B. un gruppo di Madonne col Bambino in stucco e terracotta, variamente attribuito al Ghiberti, oppure al "maestro della cappella Pellegrini" che si è voluto recentemente identificare con Michele da Firenze (Fiocco) o Antonio da Firenze (Planiscig). A quest'ultimo, e non al Rosso, il Planiscig dà pure il monumento di Cortesia Sarego in Santa Anastasia a Verona, mentre al Rosso stesso attribuisce l'arca del Beato Pacifico in Santa Maria dei Frari a Venezia, dato dal Fiocco a Piero di Nicolò Lamberti. Di questi si ritengono generalmente anche le due statuette dell'Annunciazione sul tabernacolo del S. Matteo del Ghiberti a Orsanmichele, attribuite invece dal Venturi e dal Planiscig al Rosso. Della stessa mano di quest'Annunciazione è forse una Madonna seduta col Bambino in grembo nel Kaiser-Friedrich-Museum di Magdeburgo. (V. tav. XXIV).
Bibl.: H. Semper, Donatello, seine Zeit u. Schule, Vienna 1875, pp. 302-05 (Regesten zur Geschichte d. Giov. Bartolo, genannt Rosso); A. Venturi, Storia dell'arte ital., VI, Milano 1908, pp. 212-22; G. Poggi, Il duomo di Firenze, Berlino 1909; L. Planiscig, N. di B., genannt il Rosso, in Jahrb. d. Kunsth. Samml. in Wien, n. s., IV (1930), pp. 76-88; A. Brenzoni, La Resurrezione di N. di B. per il monumento dei Rangoni di Brenzono in S. Fermo Maggiore di Verona, in Per l'arte sacra, IX (1932), pp. 7-9; F. Schottmüller, N. di B. il Rosso, in Miscellanea Supino, Firenze 1933, pp. 295-304; id. (Bildwerke d. Kaiser-Friedrich-Museums), Die ital. u. span. Bildwerke d. Renaissance u. d. Barok, I: Die Bildwerke in Stein, Holz, Ton u Wachs, Berlino-Lipsia 1933, pp. 17-19.