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nanoprocessore

Lessico del XXI Secolo (2013)
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nanoprocessore


nanoprocessóre s. m. – Dispositivo elettronico assemblato sfruttando transistor costituiti da componenti alla scala nanometrica (10-9 m), ossia nanotubi e nanowires (detti anche nanofili). Tali componenti, essendo costituiti da pochi atomi, sono soggetti a una serie di vantaggiosi fenomeni chimici e fisici che non si riscontrano nei conduttori di diametro maggiore. I n., la cui fase di sviluppo è ancora allo stadio di prototipo, sono potenzialmente dotati di una capacità di elaborazione molto elevata a fronte di una dimensione ridotta (rispetto ai microprocessori attuali) e di un consumo di corrente bassissimo, e risultano molto promettenti per la costruzione di sensori ambientali e di strutture logiche destinate anche all’elettronica di consumo. Una delle caratteristiche principali dei transistor a nanofili è la non volatilità: un cambiamento di stato del transistor (da acceso a spento o viceversa) viene mantenuto indipendentemente dalla presenza o meno dell’alimentazione; questa è una caratteristica che permette di ridurre considerevolmente il consumo di corrente, in quanto l’alimentazione è richiesta soltanto per i cambiamenti di stato. Da un punto di vista costruttivo, i nanofili rappresentano un'evoluzione rispetto alle tecniche utilizzate finora per la realizzazione dei semiconduttori: in luogo del tradizionale processo di tipo top-down, in cui partendo da un wafer semiconduttore si eliminava il materiale in eccesso mantenendo solo quello necessario alla realizzazione del chip, si utilizza un approccio bottom-up, in cui gli atomi necessari alla realizzazione del nanofilo vengono deposti su un supporto idoneo alla realizzazione del chip completo.

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