NANTOSUELTA
Divinità femminile gallica venerata principalmente nel territorio dei Mediomatrici e degli Edui. L'etimologia del nome non è chiara. Per lo più esso è stato messo in relazione con la parola gallica Nanto(u) che significa valle, ruscello e con il nome della tribù dei Nantuates.
N. è la dea paredra del dio gallico Sucellus (v. vol. VII, p. 539, s.v.), insieme al quale è nominata nell'iscrizione che accompagna l'immagine delle due divinità su un altare rinvenuto nel 1895 a Sarrebourg. Si tratta di un ritrovamento molto importante poiché è l'unico che menziona N. e perché ha consentito di stabilire una relazione tra il nome e l'iconografia della coppia divina. Su questo altare la dea è raffigurata all'interno di una nicchia, stante e vestita con chitone e himàtion. Dietro le spalle si notano tracce di ali. I capelli sono pettinati all'indietro e sulla testa è posata una corona a tre punte. Nella mano destra regge una patera che poggia su un altare collocato al suo fianco. Con la mano sinistra sorregge un lungo bastone alla cui sommità è applicata una casetta con tetto a spiovente e con due fori che occupano tutta la facciata. Sotto la nicchia è rappresentato un grande corvo, che deve essere in relazione con Ν. poiché compare accanto alla dea anche su un altro altare ugualmente rinvenuto a Sarrebourg, su un rilievo proveniente da Teting e su una stele di Spira. Questi quattro monumenti sono gli unici per i quali si può affermare con sicurezza che la divinità rappresentata è Nantosuelta. In essi infatti la dea è raffigurata con una o addirittura due casette, di pianta variabile, sia tonda che quadrangolare, con un corvo, in due casi con una patera, in uno con un'olla e due volte è alata. L'iconografia dunque corrisponde a quella del succitato altare di Sarrebourg. Tutte le altre raffigurazioni in cui la si vuole riconoscere mostrano un'iconografia diversa. La dea infatti vi è ritratta sia stante che seduta su una panca, sempre al fianco di Sucellus. L'abbigliamento non presenta notevoli differenze, mentre sono diversi gli attributi. Le sono associate una cornucopia e una patera, talvolta sostituita da un'olla. In questi casi l'identificazione della figura femminile con N. è stata proposta per la presenza di Sucellus. Per completare la documentazione va citata anche una statuetta in bronzo raffigurante una dea con due corvi che il Linckenheld ritiene rappresenti Nantosuelta.
Per quanto concerne le funzioni della divinità, è generalmente riconosciuto il suo carattere domestico avvalorato dagli attributi quali la casetta, cui però talvolta è stata assegnata una valenza ctonia o infernale, in quanto interpretata anche come urna funeraria o tempietto. Solo H. Hubert riteneva la casetta un'arnia e identificava N. con la dea dell'idromele. Il Linckenheld, inoltre, ha accennato al problema dei possibili rapporti di N. con il culto mitriaco sottolineando, a questo proposito, alcuni particolari. I due altari di Sarrebourg sono stati rinvenuti entrambi a 20 m da un mitreo; il corvo che accompagna N. e il sole con sette raggi, raffigurato sulla stele di Spira, compaiono spesso anche sui monumenti di culto mitriaco.
Bibl.: H. Hubert, Nantosuelta deésse à la rouche, in RA, 1913, 1, pp. 264-265; E. Linckenheld, Un monument nouveau de Nantosuelta, ibid., 1926, 2, pp. 212-223; id., Sucellus et Nantosuelta, in Revue de l'Histoire des Religions, XCIX-C, 1929, pp. 40-92; G. Drioux, Nantosuelta (?) chez les Lingons, in RA, 1929, 2, pp. 14-18; F. Heichelheim, in RE, XVI, 1933, c. 1683 s., s.v.; F. M. Heichelheim, J. E. Housman, Sucellus and Nantosuelta in Medieval Celtic Mythology, in AntCl, XVII, 1948, pp. 305-316; M. Green, The Gods of the Celts, Totowa 1986, pp. 97, 140, 188. - Iconografia: Espérandieu, VI, 4566, 4568; VIII, 6000; S. Reinach, Catalogue illustré du Musée des Antiquités Nationales du Chateau de S. Germain en Laye, II, Parigi 1921, p. 338, n. 1920.