Vedi NAPOLI dell'anno: 1963 - 1973 - 1995
NAPOLI (v. vol. v, pp. 332-339)
Topografia. - Nuovi scavi e ricerche hanno portato altri documenti per la topografia della città antica.
Altri elementi della fortificazione greca sono venuti alla luce negli ultimi anni, specialmente nel lato orientale e sull'acropoli (S. Aniello a Caponapoli); in quest'ultimo tratto sono conservati anche i gradini che dovevano portare dal basso al cammino di ronda. Avanzi di abitazioni di età greca e romana e tombe si sono riconosciuti in varî punti. I ruderi ad oriente di Via Duomo (via Carminiello ai Mannesi), il cui scavo è quasi completato, sono parte di un grandioso edificio che si sviluppa per l'altezza di almeno due piani: si riconosce il fronte occidentale con una serie di ambienti rettangolari, alle cui spalle si trovano altri ambienti absidati irregolarmente disposti. La costruzione risale al I secolo dell'Impero ed al contesto originario appaiono sovrapporsi aggiunte o pentimenti. Si è avanzata l'ipotesi che si tratti di quelle terme di Neapolis, che diedero il nome alla regio thermensis; ma potrebbe anche essere un vasto ginnasio, quale è attestato dalle fonti.
La topografia di N. è stata oggetto di recenti studî e ricerche di vario indirizzo e non sempre concordi, ma nel complesso utili contributi alla migliore conoscenza di una così importante città antica. Sarebbe anche molto interessante poter gettar luce intorno ai caratteri ed allo sviluppo delle arti figurative in N., città che ebbe una sua particolare fisionomia etico-politica ed una sua spiccata vita culturale; ma le testimonianze appaiono ancora troppo lacunose per tracciare un quadro accettabile, se pur provvisorio, né sembra soddisfacente il tentativo recente di chiamare in causa, per colmare tali lacune, documenti presi qua e là dagli ambienti circostanti della Campania, diversi per sostrato culturale e storico, anche se contatti tra i varî centri debbano esservene stati, e con i contatti anche scambi e reciproci influssi.
Bibl.: Encicl. Univ. Arte, VIII, 217 ss., s. v. Italia; Fasti Arch., XVI, 2112; XVIII - XIX, 4253; R. Pane - A. de Franciscis, Mausolei romani in Campania, Napoli 1957; W. Johannowsky, Due vasi del pittore di Nicia al Museo Nazionale di Napoli, in Boll. d'Arte, XLV, 1960, p. 202 ss.; A. Bellucci, Nuove osservazioni sulla topografia del Cimitero paleocristiano di S. Gennaro extra moenia, in Partenope, I, 1960, p. 167 ss.; A. de Franciscis, Napoli greco-romana, in Klearchos, II, 1960, p. 85 ss.; W. Johannowski, Recenti scoperte archeologiche in S. Lorenzo Maggiore a Napoli, in Napoli nobilissima, I, 1961-62, p. 8 ss.; Hirpinus, S. Lorenzo Maggiore a Napoli. Ritrovamenti paleocristiani ed altomedievali, ibid., I, 1961-62, p. 13 ss.; A. Bellucci, Gli archi dell'acquedotto Claudio ai Ponti Rossi, in Partenope, II, 1961, p. 81 ss.; S. Stradberg, Il tempio dei Dioscuri a Napoli, in Palladio, 1961, p. 31 ss.; R. Pane, La villa Carafa e la storia urbanistica di Pizzofalcone, in Napoli nobilissima, IV, 1964-65, p. 133 ss.; Storia di Napoli, I, 1967 (con contributi di G. Pugliese Carratelli, E. Lepore per la storia, M. Napoli, per la topografia e l'archeologia, F. Sbordone per la cultura, D. Ambrasi per il cristianesimo); A. de Franciscis, A capa e Napule, Testa di Afrodite, in Rend. Acc. Arch. Napoli, XLIII, 1968, p. 203 ss.
Museo Archeologico Nazionale. - La storia del museo di N. non è materia di curiosità o di erudizione, ma possiede un suo intrinseco valore, perché tratta di un Istituto che ha rappresentato un elemento determinante nella storia della cultura e degli studî d'archeologia in Italia da due secoli in qua: ciò spiega perché l'argomento sia oggetto di studi e ricerche varie. È comunque un equivoco l'affermare (v. vol. v, p. 334, fig. 451) che il costituirsi del museo debba datarsi nel 1822 e che una diffusa e nota incisione sia di quest'epoca e ne illustri la nascita: in realtà detta incisione è pubblicata nel celebre Voyage pittoresque dell'abate di Saint-Non e fu eseguita circa il 1778 come scena di pura e semplice invenzione. La costituzione del museo, a sua volta, fu il risultato di anni ed anni di lavoro, e deve considerarsi compiuta nel 1821.
Continua è l'attività di questo Istituto sia per l'incremento di opere provenienti da scavi, scoperte, acquisti, sia per l'ordinamento delle singole collezioni. In questi ultimi anni alla sezione pre e protostorica si è aggiunto il materiale trovato dal Trump, alla Stanza di Ariano Irpino, mentre la fase villanoviana ed etrusca in Campania è ora attestata dalla suppellettile della necropoli più antica di Capua (località Fornaci). Un radicale riordinamento ha subito la sala delle sculture arcaiche, ove si sono eliminate le opere arcaistiche, e si sono aggiunte nuove sculture come la Sosandra e la testa dell'Apollo dell'Omphalòs da Baia. In quanto al periodo arcaico, s'è aperta anche una saletta di piccoli bronzi etruschi ed italici. La scultura greca di età classica ed ellenistica s'è arricchita di un gruppo di stele funerarie greche, che erano in deposito, e di opere trovate recentemente a Cales, Pollena Trocchia, Campi Flegrei. Una più razionale esposizione delle opere, con aggiunta di sculture che erano in deposito, è in corso nelle sale dedicate alla scultura romana dell'età imperiale, mettendo tra l'altro in miglior risalto le decorazioni architettoniche provenienti dal Palatino, mentre è stata ricomposta la parte che è a N. del fregio dello Hadrianeum di Roma. Altri ritratti in bronzo ed in marmo sono poi stati immessi nelle collezioni. Qualche incremento è stato dato anche alla sezione vascolare ed a quella delle pitture, nelle quali è ora esposta una tomba sannitica dipinta proveniente da Afragola, e tre dipinti su marmo da Ercolano.
Bibl.: Fasti Arch., XVIII-XIX, 210; A. de Franciscis, Il Museo Nazionale di Napoli, Cava dei Tirreni 1963; id., Guida del Museo archeologico Nazionale di Napoli, 1a ed., Cava dei Tirreni 1968.