NAPOLI (XXIV, p. 227; App. I, p. 879; App. II, 11, p. 375)
La città di Napoli, che fu duramente provata dalla guerra, ha iniziato la sua ripresa, dapprima lentamente, con la costruzione di case specie nei quartieri periferici, e poi più rapidamente, non solo con l'ampliamento dei quartieri residenziali, ma anche con lo smembramento di alcune sezioni centrali, con la costruzione e sistemazione di strade e piazze, con il ridimensionamento dell'attrezzatura portuale, con lo sviluppo dell'attrezzatura industriale. La sistemazione di Piazza Municipio, l'apertura della Via Marittima, lo smembramento del quartiere tra la Posta e il Municipio, la costruzione di un nuovo stadio a Fuorigrotta sono le opere più salienti già ultimate; mentre altre, come la costruzione della nuova stazione ferroviaria e la sistemazione di piazza Garibaldi, della Galleria della Vittoria e della rete delle fognature sono le grandi opere in corso. Parecchie di queste si sono potute compiere in forza di una legge speciale per Napoli che ha fornito fondi cospicui anche per l'edilizia scolastica e popolare.
Un fenomeno evidente è l'ampliamento di alcuni quartieri periferici, come il Vomero, Capodimonte, Poggioreale, Posillipo, Bagnoli, Fuorigrotta, Barra, alcuni dei quali, con funzione strettamente residenziale, hanno superato largamente i 50.000 ab. La popolazione del comune, nel 1960, ha toccato 1.169.939 ab. L'aumento ha interessato specialmente i quartieri periferici, mentre in alcuni di quelli centrali (S. Giuseppe, Mercato) si è avvertita una riduzione e in altri (Pendino, Porto) una certa stazionarietà. L'aumento maggiore si è registrato al Vomero, Fuorigrotta-Bagnoli, ove il numero degli abitanti si è più che raddoppiato nell'ultimo ventennio (81.073 e 54.702 rispettivamente nel 1951).
Malgrado il moltiplicarsi delle nuove costruzioni, il problema della casa è tutt'altro che avviato a soluzione, in quanto la situazione non è migliorata rispetto a un trentennio addietro. Il censimento del 1951 ha registrato una camera per ogni 2,01 ab., mentre nel 1931 esisteva una camera per ogni 1,76 ab.; in alcuni quartieri (Pianura, S. Giovanni a Teduccio, Piscinola) esiste meno di una stanza ogni 3 persone, mentre nei quartieri meglio dotati a una camera corrisponde poco più di una persona; nella città vi sono ancora oltre 45.000 "bassi" in ognuno dei quali abitano in media 5 persone.
La densità nel comune è la più alta registrata in Italia (8617 ab. per km2 nel 1951), ma in alcuni dei quartieri più vecchi della città essa supera le 60.000 persone (S. Lorenzo, 82.549; Montecalvario, 68.226; Pendino, 65.847; Mercato, 64.597), con un affollamento così grande da costituire la piaga principale del vecchio centro urbano, nel quale abita il 63% della popolazione.
L'area urbana si è ampliata in varie direzioni, ma mentre i quartieri alti hanno funzione prettamente residenziale e con l'aumento della popolazione creano per la circolazione urbana dei problemi complessi che sono ben lontani da qualche conveniente soluzione, i sobborghi occidentali sono in parte occupati da industrie e da quartieri operai e sono collegati col centro per mezzo di varie linee ferroviarie (Metropolitana, Cumana), tranviarie e automobilistiche. Una notevole espansione si è avuta verso oriente fin sulle pendici del Vesuvio, sulla collina di Posillipo e nel piano di Terra di Lavoro ove si son venute a localizzare le industrie, alcune delle quali, per ottenere particolari agevolazioni nei finanziamenti, sono state impiantate nel territorio dei comuni limitrofi (Casoria, S. Giorgio a Cremano). La città ha subìto nell'ultimo decennio un notevole sviluppo industriale, grazie ai cospicui finanziamenti concessi per l'ampliamento e per l'impianto di stabilimenti industriali. Tra i maggiori complessi sorti nell'area comunale di N., nei sobborghi orientali e occidentali, bisogna ricordare gli stabilimenti per la produzione della birra, il cementificio di Bagnoli, le grandi raffinerie di petrolio, alcune fabbriche di materiale elettrico, per la lavorazione del legno e la produzione di vetro, macchine da scrivere e rasoi, officine per la costruzione e trasformazione di autoveicoli, oltre a centinaia di fabbriche minori, di prodotti alimentari, capi di vestiario, apparecchi varî. Parecchi stabilimenti assorbono alcune centinaia di operai ciascuno.
Anche l'attrezzatura portuale è stata molto migliorata con la sistemazione della stazione marittima (passeggeri), con la costruzione di un bacino di carenaggio e l'ampliamento della darsena dei petrolî. N., pur non essendo porto specializzato nel settore petrolifero, sta al 2° posto nel movimento di questo gruppo merceologico (4,6 milioni di t). Il traffico commerciale (in media 7 milioni di t all'anno) è costituito per i 2/3 di merci sbarcate, tra le quali prevalgono minerali e derivati (60%), carboni (15%), minerali (13%), e per 1/3 di merci imbarcate di cui olî minerali (75%) e conserve alimentari (8%) sono le principali. Esso conserva il primato tra i porti italiani per passeggeri (circa 2 milioni all'anno).
La provincia di Napoli. - La provincia contava 2.418.587 ab. nel 1960, con una densità per km2 di 2065, che è la più alta tra le province italiane. I nuclei e le case sparse sono fittissimi specialmente nella penisola di Sorrento, nella pianura del Sarno, sulle pendici del Vesuvio e dei Campi Flegrei e sono quasi del tutto assenti nella pianura a N della città di Napoli.
Lo sviluppo industriale ha interessato in misura considerevole, oltre al comune di N., la íascia costiera flegrea (fabbriche per macchine da scrivere, applicazioni elettroniche, ciclomotori e motoleggere, industrie meccaniche, della gomma e del legno), la zona litoranea tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia (molini, pastifici, fonderie, fabbr. di tubi, saponi e medicinali), l'area tra il Vesuvio e le pendici orientali della collina di Capodichino (fabbr. di esplosivi a Cercola, di apparecchi elettrodomestici, estintori, quaderni e camicie a S. Giorgio a Cremano, fabbr. per costruzione di pezzi di ricambio per veicoli ferroviarî a Resina, di smalti, materiale elettrico, biancheria e biscotti a Casalnuovo, di gelati, articoli di alluminio a Casavatore, di sacchi di carta, di cartone, di filati di nylon, di tubi di apparecchi elettrici e di olî raffinati a Casoria) e quella tra N. e Pomigliano d'Arco (AERFER, fabbrica di macchine motrici, di cuscinetti a sfere, per la lavorazione del legno). Notevole incremento ha avuto anche l'industria turistica, accompagnata dal miglioramento dell'attrezzatura alberghiera delle isole (congiunte oggi a Napoli con rapidi servizî di aliscafi ed elicotteri) e della Penisola Sorrentina, dalla sistemazione degli stabilimenti termali (Castellammare di Stabia, Ischia), dalla costruzione di parecchie strade (Nastro Azzurro, Nastro Verde, strade del Faito, del Vesuvio e soprattutto il nuovo tronco autostradale Pompei-Salerno inaugurato il 23 luglio 1961), funivie (Faito) e seggiovie (Vesuvio, M. Solaro), dalla costruzione di acquedotti (della Penisola Sorrentina, delle isole di Procida e Ischia) e di altri servizî. Vedi tav. f. t.
Bibl.: Ufficio di Statistica del Comune di Napoli, Annuario statistico del Comune di Napoli, XXI (1956); Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Napoli, Indici di vita economica della provincia di Napoli, Napoli 1952-1957; v. anche, Società per il risanamento di Napoli, Napoli, contributi allo studio della città: I. La città di N. dalle origini al 1860, a cura di G. Russo, Napoli 1960; Il risanamento e l'ampliamento della città di N., a cura di G. Russo, ivi 1960; III, L'edilizia a N. dal 1918 al 1958, a cura di Cocchia, ivi 1960; Napoli dopo un secolo, a cura di varî, Napoli 1961.