NAQĀDA (v. vol. V, p. 340)
Il sito di Ν., noto per la tomba di Menes, presenta, qualche chilometro più a Ν della necropoli regale protostorica, ima delle più grandi aree cimiteriali dell'Egitto predinastico e un insediamento a È di quest'ultima, entrambi scavati da Petrie e Quibell alla fine del secolo scorso.
Nel corso dei suoi scavi a N., Petrie si occupò soprattutto della necropoli di c.a duemila tombe, sulla base del cui materiale elaborò il sistema delle Sequence Dates, formulando la prima cronologia della preistoria egiziana. L'insediamento, chiamato da Petrie South Town per distinguerlo dalla North Town scavata da Quibell, fu esaminato invece in maniera piuttosto sommaria e fu successivamente rivisitato da de Morgan (1897), Loret e Gaillard (1907), Kaiser e Butzer (1958), Hays (1976) e Fekri Hassan (1978). Dal 1977 al 1986 ha lavorato a South Town la missione dell'Istituto Universitario Orientale di Napoli, diretta da C. Barocas.
In nove anni di scavi, la missione ha riportato alla luce una gran quantità di materiali, il cui maggior interesse risiede nel fatto di non far parte di corredi funebri, e di essere quindi testimonianza più diretta della vita quotidiana e di come questa fosse sentita e vissuta in una delle più antiche capitali religiose d'Egitto.
Le poche testimonianze di carattere architettonico - sostanzialmente buche per pali - permettono di ipotizzare la presenza di un edificio di notevoli dimensioni con entrata monumentale, probabilmente un tempio, intorno al quale si deve essere sviluppata la «città».
Benché in percentuali diverse, i materiali dell'insediamento rispecchiano tipologicamente quelli delle tombe; a parte la ceramica di uso comune (classe R di Petrie) dalla fattura grossolana, tutti i manufatti testimoniano un gusto raffinato, segno di un notevole livello culturale: oltre alla ceramica, gli oggetti di uso quotidiano sono rappresentati da fusaiole, ami, punte di frecce e strumenti in selce, molti dei quali lavorati con tale cura e precisione da poter essere oggi guardati come opere d'arte piuttosto che utensili.
Notevole interesse rivestono comunque gli oggetti di uso votivo: statuine d'argilla o di terracotta raffiguranti uomini o animali, modelli in miniatura di oggetti di uso comune quali vasi, barche e tavolozze per il belletto: oggetti legati naturalmente al culto di divinità diverse, tra le quali sicuramente un ruolo importante era assegnato alle divinità acquatiche e al Nilo, almeno a giudicare dall'alta percentuale di modelli di imbarcazioni.
Particolarmente raffinati sono inoltre i modelli di tavolozze per belletto realizzati per lo più in ardesia; tra questi va menzionato un esemplare a forma di pesce e un altro che ricorda le più usuali palette scutiformi sormontate alle estremità superiori da testine di volatili.
La ricchezza e le capacità tecnico-artistiche degli abitanti di N. trovano riscontro inoltre nell'abbondanza e nella qualità dei «gioielli» ivi rinvenuti. Il deposito archeologico ha restituito una grande quantità di ornamenti: perline cilindriche, biconiche, sferiche, ad anello o a barile, sia in terracotta che in pietre varie; pendenti dalle forme svariate anch'essi in materiali diversi, talvolta ricavati da conchiglie forate, e infine numerosi braccialetti in conchiglia, osso, avorio o uova di struzzo. Il livello culturale testimoniato dalla raffinatezza dei manufatti è segno naturalmente di una notevole complessità sociale, che è confermata peraltro dall'esistenza di un'attività amministrativa ben avviata. Numerose sono state infatti le cretule rinvenute nel corso dello scavo, molte delle quali con impronte di sigilli cilindrici. Tra questi va ricordato uno splendido esemplare, su cui sono raffigurate tre teorie di animali sovrapposte, che stilisticamente richiama i sigilli elamici, ma che, a giudicare da altre opere d'arte egiziana di questo periodo (quali la «Paletta della Caccia»), rivela già un'originale rielaborazione egiziana.
Bibl.: J. Leclant, Fouilles et travaux en Egypte et au Sudan, in Orientalia, n.s., dal XLVII, 1978 al LVI, 1987; T. R. Hays, Predynastic Development in Upper Egypt, ibid., LI, 1982, p. 75; A. Fekri Hassan, Radiocarbon Chronology of Predynastic Nagada Settlements, in Current Anthropology, XXV, 1984, pp. 681-683; C. Barocas, Gli scavi della Missione Archeologica in Egitto (Zawaydah) dell'Istituto Universitario Orientale, in La Presenza Culturale Italiana nei Paesi Arabi. Atti del II Convegno, Sorrento 1982, Roma 1984, pp. 294-301; B. Ginter, J. K. Kozlowski, M. Pawlikowski, Field Report from the Survey Conductèd in Upper Egypt in 1983, in MDIK, XLI, 1985, pp. 14-42; C. Barocas, Les raisons d'une fouille et d'une survey: le Site de Naqadah, in Cahiers de recherches de l'Institut de Lille, VIII, 1986, pp. 17-28; id., Fouilles de l'Istituto Universitario Orientale (Naples) à Zawaydah (Naqadah, «South Town» de Petrie): Campagne 1984, in Akten des Vierten Internationalen Agyptologenkongresses, München 1985, II, Amburgo 1989, pp. 299-303; C. Barocas, R. Fattovich, M. Tosi, The Oriental Institute of Naples Expedition to Petrie's South Town (Upper Egypt), 1977-1983: an Interim Report, in Late Prehistory of the Nile Basin and the Sahara. Proceeding of International Symposium, Poznan 1984, Poznan 1989, pp. 295-301.