NARBONA
(lat. Narbo Martius; franc. Narbonne; Nerbone, Nerbonne, Nerboune, Narbone nei docc. medievali)
Città della Francia meridionale (dip. Aude), situata non lontano dalla costa della Linguadoca e bagnata dal fiume Aude.N. fu nodo di comunicazioni fluviali e stradali fin dall'epoca della fondazione come colonia romana (118 a.C.) da parte del generale Gneo Domizio Enobarbo, con il nome di Narbo Martius, dal toponimo con valore idronimico di origine iberica Narbo. La nuova fondazione beneficiò della collocazione all'incrocio tra la via Domiziana e la via d'Aquitania; per tutto il Medioevo il fiume Aude fu navigabile fino alla cittadina di Limoux (dip. Aude) e gli stagni tra N. e il mare servirono da porto marittimo.Nel centro di N. moderna si conservano tracce del regolare impianto urbanistico della città romana, con il cardine che corrisponde all'od. rue Droite. La prima cinta di mura, eretta intorno al 270 - che continuò a svolgere la sua funzione nel corso di tutto il Medioevo -, fu costruita frettolosamente con il reimpiego di materiali recuperati dalle necropoli e dai monumenti dei dintorni. Essa si sviluppava per un perimetro di m 1700 ca. e nella sua parte settentrionale si addossava al capitolium, uno dei capisaldi del sistema difensivo della città anche nel Medioevo, situato a protezione dell'accesso dalla via Domiziana. Forse sede della residenza regale dei Visigoti (da cui il nome di Porte Royale dato alla vicina porta), nel corso del sec. 13° il capitolium venne utilizzato come prigione arcivescovile. In asse con la Porte Royale, a S della rue Droite, si trova la Porte Aiguière, che chiude anche il ponte sull'Aude; il fiume divide la città in due: il centro antico (cité) si dispone sulla riva sinistra, a N, mentre il borgo (bourg) è collocato sulla riva destra, a S. In prossimità della porta occidentale della città venne sepolto s. Paolo, primo vescovo di N., venuto da Roma per evangelizzare la Gallia intorno alla metà del 3° secolo.Il centro antico, attraversato dalla via Domiziana, nella seconda metà del sec. 9° venne sconvolto dalla costruzione di una residenza episcopale nell'area sudoccidentale, sul sito dell'od. Palais Vieux, e, a partire dall'890 ca., da quella di una nuova cattedrale. Dall'altro lato della via Domiziana, sulla riva dell'Aude, di fronte al quartiere ecclesiastico si innalzava la dimora del governatore laico, conte e poi visconte, risalente al più tardi all'8° secolo.Lo sviluppo urbano che si attuò a partire dalla fine del sec. 10° determinò la creazione dei borghi di Coyran e di Villeneuve, rispettivamente a monte della cité e a valle. Il bourg posto sulla riva destra del fiume, attestato già nel sec. 8°, alla fine dello stesso secolo era tuttavia in rovina e vi sussisteva solo la chiesa di Saint-Paul, divenuta poco tempo prima sede di un monastero. A E della via Domiziana si disponevano due santuari, Saint-Marcel e una chiesa più recente, Sainte-Marie, donata nel 1086 dall'arcivescovo Dalmazio all'abbazia di Saint-Victor a Marsiglia, i cui monaci vi si stabilirono nel 1089; questo insediamento fu all'origine della chiesa di Notre-Dame-de-la-Mourguié. Il quartiere venne urbanizzato assai rapidamente e il bourg fu fortificato nella seconda metà del sec. 12°, analogamente agli altri borghi sorti lungo la riva sinistra. Alla fine del sec. 13° si contavano sei parrocchie nella cité e due nel bourg, alle quali si aggiunsero gli insediamenti degli Ordini mendicanti (Domenicani, Francescani, Agostiniani, Carmelitani, Clarisse), dei quali rimangono vestigia solo nella chiesa dei Francescani.Il palazzo arcivescovile si suddivide in Palais Vieux - rimaneggiato nel sec. 12°, allorché la cappella della Sainte-Madeleine venne dotata di un portale romanico - e Palais Neuf (1290-1346), che domina la strada sottostante, l'antica Caularia, con le sue due torri: la Tour Gilles Aycelin e la Tour Saint-Martial, chiamata Torresta prima del 1361. Tra il 1374 e il 1375 l'arcivescovo Pierre de la Jugie aggiunse a questa fortezza una elegante dimora che si appoggia alle mura.Intorno al 1300 la città contava una quindicina di ospedali. L'attività economica si concentrava sui mercati: nella cité sulla Caularia si teneva il mercato nuovo, mentre il mercato vecchio si svolgeva sul sito dell'antico foro; anche il bourg ospitava un mercato.Al Pont Vieux, sorto in epoca romana e ricostruito alla fine del sec. 12° o agli inizi del 13°, si aggiunse intorno al 1275-1293 il Pont Neuf, opera di Jacques de Fauran, posto a monte del primo e ricostruito in pietra intorno al 1319. Verso valle, all'altezza del porto fluviale, tra il 1342 e il 1345 fu realizzato il ponte di las Naus, demolito nel 1525.Nel 1355 la cinta muraria venne ispezionata e restaurata e nel 1370 un'indagine censì quarantadue torri nella cité e ventisei nel bourg. Le necessità difensive nel corso della guerra dei Cento anni determinarono nel 1361 l'interruzione del cantiere della cattedrale, a causa del divieto di estendere la costruzione al di là del segmento occidentale della cinta muraria.La chiesa del Clos de la Lombarde, nella zona nord della città, era un edificio con corpo longitudinale dotato di abside con cripta sottostante; se si accoglie la datazione alla seconda metà del sec. 4°, essa risulta la più antica basilica conosciuta sul territorio di N., forse la ecclesia senior citata da Gregorio di Tours (De gloria martyrum, 27).Una prima cattedrale - per la quale non si dispone di alcun dato attendibile - sarebbe stata sostituita, dopo un incendio, da una nuova basilica all'epoca dell'episcopato di Rusticus (427-461); un architrave proveniente da essa e oggi al Mus. Archéologique et Préhistorique, scoperto nel sec. 15°, reca un'iscrizione che precisa che i lavori di sterro e la posa della prima pietra della nuova chiesa iniziarono nel 441; l'edificio venne quindi completato nel 445 e dedicato, nella seconda metà del sec. 8°, ai ss. Giusto e Pastore, in seguito all'arrivo a N. delle loro reliquie. A partire dall'890, su suggerimento del vescovo Teodardo, si iniziò una nuova ricostruzione, probabilmente con impianto mononave, della quale si conserva solamente il campanile, detto Tour Moresque, che si innalzava all'intersezione del coro con il braccio sud del transetto.La costruzione della cattedrale gotica di Saint-Just-et-Saint-Pasteur, rimasta peraltro incompiuta, venne avviata nel 1272; i canonici presero possesso del coro nel 1319. È attestata la presenza in successione di quattro direttori dei lavori: Jean Deschamps (v.), Dominique de Fauran, Jacques de Fauran, che aveva lavorato anche al Pont Neuf, e infine Raymond Aicard; a partire dal 1349 Pierre Daniel intraprese la costruzione del chiostro. Il cantiere, assai ambizioso, palesava le pretese dell'arcivescovo di N. nei confronti tanto dei suoi suffragranei quanto degli arcivescovadi di Catalogna e l'architettura del Saint-Just-et-Saint-Pasteur riprendeva, nell'adozione di un vocabolario rayonnant, la tipologia delle grandi cattedrali della Francia settentrionale. Occorre precisare che il documento che indica esplicitamente la necessità di imitare le chiese del regno di Francia, relativo agli atti di un processo tra il Capitolo della cattedrale e i consoli di N. (Arch. Mun., s. DD, 6 marzo-22 aprile 1349), è di epoca nettamente successiva all'avvio del cantiere e non implica affatto, come è stato talvolta proposto, che la cattedrale di N. costituisse sul piano politico un manifesto di vassallaggio nei confronti del re di Francia. Sembra invece che l'architettura della cattedrale, così come quella delle pressoché contemporanee chiese di Saint-Etienne a Tolosa (dip. Haute-Garonne) e Notre-Dame a Rodez (dip. Aveyron), non indichi affatto l'ingerenza del potere capetingio nel Midi, ma piuttosto l'ostentazione della propria potenza e delle proprie ambizioni da parte del vescovo e del Capitolo.Ricerche recenti (Freigang, 1992) tendono a dimostrare che il famoso architetto Jean Deschamps, che fece la sua comparsa al cantiere narbonese solo nel 1286, benché sia stato identificato, anche se non unanimemente, con l'architetto della cattedrale di Notre-Dame a Clermont-Ferrand in Alvernia, non fu in ogni caso l'ideatore dell'impianto originario della cattedrale di N., della quale dovette più modestamente proseguire la costruzione della parte destra del coro e progettare le facciate del transetto, mai completate, ma la cui parentela con quelle di Clermont-Ferrand è innegabile.La cattedrale conserva, oltre a un bel complesso di vetrate della fine del sec. 13° e del 14°, una decorazione scultorea costituita da varie tombe di arcivescovi e dalla sepoltura di Filippo III l'Ardito (1245-1285), di cui rimangono alcuni frammenti nel tesoro della cattedrale, e arricchita dalla recente scoperta di un complesso scultoreo con la precoce rappresentazione di un Purgatorio nella cappella assiale di Notre-Dame de Bethléem, nella quale si conserva una statua trecentesca in alabastro della Madonna con il Bambino.Il tesoro della cattedrale possiede alcuni manufatti di età medievale, tra i quali un piatto di legatura di un evangeliario degli inizi del sec. 9° con la rappresentazione della Crocifissione, un contenitore in avorio dello stesso secolo e un altare portatile in serpentino e argento dorato, datato al 1273 e firmato da Guy de Pileo.La collegiata di Saint-Paul si innalza sulla tomba del più antico vescovo della città. Una prima chiesa costruita nel suburbio venne distrutta da un incendio nel sec. 5°; ricostruita, probabilmente con una cripta con deambulatorio anulare paragonabile a quella di Saint-Aphrodise a Béziers (dip. Hérault), essa divenne meta di un importante flusso di pellegrinaggio. La comunità monastica che vi risiedeva originariamente dovette essere sostituita da canonici, citati in un documento del 782. Nuovi rifacimenti dell'edificio, iniziati intorno alla metà del sec. 12° e terminati nel 1180, dettero luogo a un impianto basilicale a tre navate con transetto non sporgente, dotato di un coro e due campanili, di cui si ignora però la struttura. Il corpo longitudinale, danneggiato da un incendio nel 1368, testimonia della precoce diffusione del Gotico settentrionale; la tipologia dei pilastri e le tracce di un triforio e di volte a sesto acuto permettono di istituire confronti con la cattedrale di Notre-Dame a Noyon (dip. Oise), anche se vi domina ancora la decorazione figurata di impronta romanica, per es. nei capitelli che evocano il Giudizio universale.Iniziato sotto l'abate Robaldus, come attesta nel transetto nord un'iscrizione lapidaria datata al 1224, e certamente terminato nel 1265, quando la tomba del santo vescovo venne trasferita ai piedi dell'altare maggiore, il coro presenta un ambizioso impianto a deambulatorio e cappelle radiali con un alzato a tre livelli (grandi arcate, un ordine di aperture archiacute che in basso serrano un doppio passaggio aperto da arcatelle, finestre alte). Il deambulatorio, più alto delle cappelle radiali, è illuminato direttamente, secondo la soluzione già adottata nella cattedrale di Saint-Etienne a Bourges (dip. Cher), ma, contrariamente ai dettami del Gotico settentrionale, l'architetto del Saint-Paul non fece ricorso ad archi rampanti; di conseguenza, lo spessore dei muri rimane considerevole e le aperture ridotte.La chiesa di Notre-Dame-de-la-Mourguié, pur conservando parti del sec. 12°, è essenzialmente duecentesca e ha il caratteristico corpo longitudinale a navata unica del Gotico della Linguadoca, con copertura a tetto sorretta da grandi archidiaframma.
Bibl.:
Fonti inedite. - J.C. Ducarouge, Inventaire général, historique et raisonné de tous les actes... du chapitre de l'Eglise... de Saint-Just et Pasteur de Narbonne, 2 voll. (ms. del sec. 17°), Narbona, Bibl. Mun., 319; F. Laporte, Martyrologium ac Necrologium Sanctae Narbonnensis Ecclesiae (ms. del sec. 18°), Tolosa, Bibl. Mun., 263.
Letteratura critica. - Carcassonne et Perpignan, CAF 73, 1906; "CXIIe Congrès de la Société française d'archéologie Roussillon, Narbonne 1954", Narbonne 1954; Narbonne. Archéologie et histoire. Narbonne au Moyen Age, "XLVe Congrès de la Fédération historique du Languedoc méditerranéen et du Roussillon, Narbonne 1973", Narbonne 1973; R. Devy, L'église et le couvent des Cordeliers de Narbonne, in Archéologia occitane, "Actes du 96e Congrès national des Sociétés savantes. Section d'archéologie et histoire de l'art, Toulouse 1971", Paris 1976, II, pp. 189-203; M. Pradalier-Schlumberger, Le tombeau des chairs de roi Philippe III le Hardi à Narbonne, ivi, pp. 225-238; E. Griffe, L'église Saint-Etienne de Narbonne, in Etudes d'histoire audoise (IXe-XIVe siècle), Carcassonne 1976, pp. 17-29; J. Caille, Narbonne au Moyen Age. Evolution de la topographie et du paysage urbain, in Etudes Languedociennes, "Actes du 110e Congrès national des Sociétés savantes. Section d'archéologie et histoire de l'art, Montpellier 1985", Paris 1985, II, pp. 57-94; Le grand retable de Narbonne. Le décor sculpté de la chapelle de Bethléem à la cathédrale de Narbonne et le retable en pierre du XIVe siècle en France et en Catalogne, "Actes du I Colloque d'histoire de l'art méridional au Moyen Age, Narbonne 1988", Narbonne 1990; C. Freigang, Jean Deschamps et le Midi, BMon 149, 1991, pp. 265-298; Les vitraux de Narbonne. L'essor du vitrail gothique dans le Sud de l'Europe, "Actes du 2e Colloque d'histoire de l'art méridional au Moyen Age, Narbonne 1990", Narbonne 1992; C. Freigang, Imitare ecclesias nobiles. Die Kathedralen von Narbonne, Toulouse und Rodez und die nordfranzösische Rayonnantgotik im Languedoc, Worms 1992; id., Les rois, les évêques et les cathédrales de Narbonne, de Toulouse et de Rodez, Cahiers de Fanjeaux 30, 1995, pp. 145-183; id., La cathédrale gothique septentrionale dans le Midi, symbole royaliste ou formule ambitieuse?, in Autour des maîtres d'oeuvre de la cathédrale de Narbonne: les grandes églises gothiques du Midi, sources d'inspiration et construction, "Actes du Colloque, Narbonne 1992" (in corso di stampa).D. Sandron