narcolessia
Condizione morbosa caratterizzata da accessi improvvisi di sonno, che colgono il soggetto anche in piena attività e hanno durata variabile. Il periodo di sonno dura solitamente tra i 2 e i 5 minuti, e la persona al risveglio si sente riposata. Alla n. si accompagnano spesso sia la paralisi del sonno, cioè la perdita di movimento volontario in stato di veglia appena prima dell’addormentamento, sia le allucinazioni ipnagogiche, ovvero sogni e percezioni visive estremamente vividi e spesso terrorizzanti. Un sintomo molto preoccupante della n. è la cataplessia, consistente nell’improvvisa perdita di tono muscolare nei muscoli che mantengono la postura: l’individuo, pur rimanendo cosciente, cade improvvisamente a terra per un periodo variabile dai pochi secondi ai pochi minuti. La perdita di tono muscolare può essere scatenata da forti emozioni, come il riso o la rabbia, e dipende dall’attivazione anormale, cioè fuori dal contesto del sonno REM, dei centri nervosi troncoencefalici responsabili della inibizione dei motoneuroni spinali. La n. è un disturbo del sonno a base genetica, che si esprime in certi casi in una lesione della formazione reticolare pontina; in alcuni studi condotti su cani narcolettici, si è visto che il disturbo è provocato dalla mutazione del gene necessario alla sintesi del recettore di tipo B per un neuropeptide, la orexina o ipocretina. In soggetti umani narcolettici, invece, si è riscontrata l’assenza totale di orexina nel liquor cerebrospinale, probabilmente dovuta alla morte dei neuroni che la producono indotta da una reazione autoimmune.