narcotico
Sostanza farmacologicamente attiva in grado di interagire con la trasmissione dei segnali nervosi. Tali sostanze sono anche definite oppiacei, in quanto derivati dell’oppio, che a sua volta viene estratto dal papavero (Papaver somniferum). Agiscono sul sistema nervoso centrale deprimendolo, esplicando in tal modo azione sia narcotica (induzione del sonno), sia analgesica, riducendo quindi anche la percezione del dolore. Il meccanismo di azione dei n. varia a seconda dello stadio del processo di trasmissione del segnale nervoso in cui essi agiscono. Così, per es., alcune sostanze sono attive sulla trasmissione del segnale elettrochimico a livello delle cellule pre-sinaptiche, altre agiscono sulla sintesi, l’accumulo o il metabolismo dei neurotrasmettitori, altre ancora ne alterano il rilascio o la ricaptazione a livello delle sinapsi, altre ne facilitano la degradazione, altre ancora agiscono a livello post-sinaptico, sia a livello recettoriale sia a livello dei canali ionici. In mancanza di una razionale giustificazione terapeutica, l’assunzione di n. comporta innumerevoli effetti collaterali che possono manifestarsi con assuefazione, perdita di equilibrio e di coordinazione, nausea e vomito, perdita del sonno e depressione, respiro rallentato, diminuzione della frequenza del battito cardiaco, diminuzione della capacità di concentrazione, costipazione.