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narcotico

Dizionario di Medicina (2010)
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narcotico


Sostanza farmacologicamente attiva in grado di interagire con la trasmissione dei segnali nervosi. Tali sostanze sono anche definite oppiacei, in quanto derivati dell’oppio, che a sua volta viene estratto dal papavero (Papaver somniferum). Agiscono sul sistema nervoso centrale deprimendolo, esplicando in tal modo azione sia narcotica (induzione del sonno), sia analgesica, riducendo quindi anche la percezione del dolore. Il meccanismo di azione dei n. varia a seconda dello stadio del processo di trasmissione del segnale nervoso in cui essi agiscono. Così, per es., alcune sostanze sono attive sulla trasmissione del segnale elettrochimico a livello delle cellule pre-sinaptiche, altre agiscono sulla sintesi, l’accumulo o il metabolismo dei neurotrasmettitori, altre ancora ne alterano il rilascio o la ricaptazione a livello delle sinapsi, altre ne facilitano la degradazione, altre ancora agiscono a livello post-sinaptico, sia a livello recettoriale sia a livello dei canali ionici. In mancanza di una razionale giustificazione terapeutica, l’assunzione di n. comporta innumerevoli effetti collaterali che possono manifestarsi con assuefazione, perdita di equilibrio e di coordinazione, nausea e vomito, perdita del sonno e depressione, respiro rallentato, diminuzione della frequenza del battito cardiaco, diminuzione della capacità di concentrazione, costipazione.

Vedi anche
analgesici Farmaci, i più frequentemente usati, per combattere gli stati dolorosi. Appartengono a due categorie: gli analgesici antinfiammatori e gli analgesici narcotici. Al primo gruppo appartengono l’amminofenazone, l’acido acetilsalicilico e molti altri (➔ FANS). Di azione antidolorifica più intensa sono ... caffeina Base del gruppo della purina (1, 3, 7 - trimetilxantina), formula cristalli incolori, amarognoli, solubili. È contenuta nei semi del caffè (1%), nelle foglie del tè (5%), nella noce di cola ecc. Si ricava trattando la polvere di tè o di caffè con opportuni solventi, come il diclorometano. Si può preparare ... narcosi Pratica usata nei vari rami della chirurgia per sopprimere temporaneamente e reversibilmente la sensibilità dolorifica e rendere possibili gli interventi operatori, detta anche anestesia generale (➔ anestesia). È realizzata mediante particolari farmaci (narcotici), somministrati, a seconda dei casi, ... insonnia Diminuzione della durata del sonno o perdita della sua profondità e del potere ristoratore. In passato l’insonnia era definita una categoria diagnostica, con le caratteristiche proprie della malattia; successivamente è stata considerata piuttosto un segnale del quale sono da ricercare le cause. In base ...
Altri risultati per narcotico
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    Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
    Anita Greco Francesco Botrè Sostanza farmacologicamente attiva in grado di interagire con la trasmissione dei segnali nervosi. Tali sostanze sono anche definite oppiacei, in quanto derivati dell’oppio, che a sua volta viene estratto dal papavero (Papaver somniferum). Essi agiscono sul sistema nervoso ...
Vocabolario
narcòtico
narcotico narcòtico agg. e s. m. [dal gr. ναρκωτικός «che fa intorpidire», der. di νάρκωσις «torpore»] (pl. m. -ci). – 1. agg. Propriam., che dà sopore, torpore; detto soprattutto di sostanza, o di procedimento, che produce uno stato di...
narcotismo
narcotismo s. m. [der. di narcotico]. – In medicina, intossicazione da narcotici, che si manifesta con la rigidità delle pupille in miosi e, nelle forme gravi, con il coma.
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