Vedi NARONA dell'anno: 1963 - 1995
NARONA
Colonia romana, sita in Croazia, nel posto dell'odierno villaggio Vid sul fiume Neretva, vicino a Metković. Qui esisteva nel IV sec. a. C. un abitato commerciale con popolazione mista greca e locale; forse già in quel tempo la città si chiamava Narona. Accanto ai commercianti greci c'erano anche quelli illirici. N. cadde sotto il domino romano poco tempo dopo lo sfacelo dello stato di Gentio. Nell'anno 156 a. C. il console Gaio Marcio Figulo, battuto dai Dalmati, si ritirò nella città. Nell'età di Augusto, intorno all'anno 30 a. C. diventò colonia (Colonia Iulia Narona); essa fiorì e prosperò sotto il dominio romano; fu distrutta dagli Avari e dagli Slavi al principio del VII secolo.
Esistono ancora alcune parti delle mura e delle torri della vecchia N., costruite quasi interamente in età repubblicana. Non sono stati trovati né ruderi né fondamenta degli edifici pubblici, ma dalle iscrizioni siamo venuti a sapere di alcuni templi che ivi esistevano (per esempio il tempio di Libero, di Augusto e di Livia [?], del teatro, o meglio dell'anfiteatro, del culto di Mithra, ecc.). Da alcune are, dedicate a Giove, alla Fortuna Augusta, si può concludere senz'altro per il culto ed eventualmente per l'esistenza di templi di queste divinità. Numerosi frammenti di colonne, di architravi, di capitelli, di varie specie di mattoni, ecc., dimostrano non solo che N. era un attivo centro commerciale tra le terre del Mediterraneo e del retroterra della odierna Bosnia ed Erzegovina, ma anche che era una città romana bella e ben costruita. La ceramica rinvenuta, le gemme, gli ornamenti, gli oggetti da toletta e gli strumenti per i medici, le monete d'oro sono documenti della vita di N. nei tempi romani.
Bibl.: C.I.L., III; C. Patsch, Zur Geschichte und Topographie von Narona, in Schriften der Balkankommission, Ant. Abt., V, Vienna 1907; Bullettino di archeologia e storia dalmata, passim.