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DALLE CARCERI, Narzotto

di Anthony Luttrell - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 (1986)
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DALLE CARCERI, Narzotto

Anthony Luttrell

Figlio di Merino e di Margherita di Pecoraro da Mercanuovo nacque probabilmente in Grecia; era pronipote di Ravano Dalle Carceri, signore dell'isola di Negroponte, l'Eubea classica. La sua carriera fu condizionata dalla forma insolita di possesso istituita in quest'isola e dalle sue conseguenze politiche.

Membri della famiglia Dalle Carceri di Verona erano fra quei Latini che si stabilirono nei territori greci in seguito alla quarta crociata del 1204.

Nel 1205 il Negroponte era stato assegnato a tre terzieri, tutti veronesi: Ravano Dalle Carceri, Pecoraro da Mercanuovo e Giberto da Verona. Dal 1209 circa Ravano tenne tutta l'isola come vassallo ligio dell'imperatore latino di Costantinopoli, ma anche come vassallo di Venezia. Nel 1216, dopo la morte di Ravano, un terzo passò ai figli di Giberto da Verona, Alberto e Guglielmo, un terzo a Isabella e Berta, rispettivamente vedova e figlia dello stesso Ravano, e l'ultimo terzo a Rizzardo e Merino, figli dei fratello di Ravano, Redondello. Merino aveva sposato Margherita figlia di Pecoraro da Mercanuovo e il D., loro figlio, sposò a sua volta Felisa, una figlia di Guglielmo, figlio di Giberto da Verona e signore del terzo meridionale del Negroponte. Il D. ereditò, probabilmente dal padre Merino, la porzione centrale del Negroponte. La parte di Rizzardo, Oreo nel Nord, passò a sua figlia Carintana, dei cui marito non conosciamo l'identità.

Il D. era pertanto nipote di uno e pronipote di un altro degli originari terzieri, e la moglie era nipote del terzo. Egli appare per la prima volta con un ruolo attivo alla morte senza figli di sua cugina Carintana, nel 1255. Un accordo segreto aveva stabilito che se uno dei terzieri moriva senza credi dovevano succedergli gli altri due. Il D. e Guglielmo perciò si impadronirono del feudo di Oreo. L'accordo era tuttavia contrario ai principi feudali che, secondo le Assises de Romanie, davano il diritto di decidere la successione al signore feudale, che era Guglielmo di Villchardouin, principe di Acaia. Quando vari membri collaterali della filmiglia, un certo Leone Dalle Carceri e i suoi figli, reclamarono presso il Villehardouin il possesso di Oreo, il principe un po' prima del 14 giugno 1256 convocò Guglielmo da Verona e il D., suo genero, alla sua presenza e occupò Oreo e quella parte della città di Negroponte che era tenuta congiuntamente dai terzieri. È anche possibile che il D. e Guglielmo siano stati imprigionati per breve tempo.

Da questa situazione scoppiò la guerra del Negroponte. I due terzieri chiesero aiuto a Venezia e il bailo veneziano, Paolo Gradenigo, riconquistò la città di Negroponte. A Tebe il 14 giugno 1256 il D. e Guglielmo da Verona conclusero un patto con i Veneziani. Rinunciarono alla fedeltà verso Villehardouin e si dichiararono fideles homines legii di Venezia; inoltre si pronunziarono a favore del possesso da parte di Venezia di Castel Rosso, da cui si controllava il ponte che univa il Negroponte alla terraferma; cedettero, infine, vari privilegi, un quarto della città, giurisdizioni e diritti commerciali a Venezia, la quale in cambio rinunciò al tributo annuo di 700 iperperi che precedentemente il D. e Guglielmo erano tenuti a sborsare. Il 25 genn. 1257 a Negroponte il D. e Guglielmo rinnovarono la promessa che tutte le parti dovevano muovere guerra al Villehardouin, impegnandosi a non fare una pace separata.

Durante il 1257 il Villehardouin inviò Geoffroi de Briel, signore di Karytaina, il quale riconquistò Negroponte e devastò l'isola. Qualche tempo dopo i Veneziani ripresero la città. Ci furono ulteriori combattimenti nel Negroponte e la guerra si estese alla Morea. Nella primavera del 1258 Villchardouin vinse una battaglia a Monte Karydi contro Guy de la Roche, signore di Tebe e alleato dei Veneziani; questa vittoria pose fine alle ostilità. Il 6 ag. 1258 Guglielmo e il D., allora a Negroponte, presero accordi con i Veneziani perché si iniziassero negoziati. La pace definitiva fu ritardata da ulteriori combattimenti nel Negroponte e dalla sconfitta del Villehardouin a Pelagonia nel luglio 1259 e dalla sua susseguente prigionia. L'accordo fu infine raggiunto a Tebe il 15 e 16 maggio 1262. Si stabiliva che i terzieri dovevano rinunciare a prestare omaggio ligio al doge e dovevano, invece, rinnovarlo al principe di Acaia, che gli stessi avrebbero distrutto il castello di Negroponte, e che Venezia avrebbe mantenuto considerevoli rendite, diritti e vantaggi nell'isola. Il terzo di Oreo fu assegnato a Grapella Dalle Carceri, figlio di Leone.

Nel dicembre 1258 Guglielmo di Villehardouin aveva convocato il D. fra quelli che dovevano prender parte alla campagna della primavera del 1259 contro i Bizantini di Nicea. Nel 1261 il D. e gli altri terzieri ospitarono a Negroponte l'imperatore Baldovino II, dopo che questi aveva perduto il suo impero di Costantinopoli.

Nel 1264 il D. morì, lasciando la sua vedova, Felisa, tutrice del loro figlio Merineto e delle fighe. Felisa andò a vivere con suo fratello, Giberto da Verona, e nella sua casa ella incontrò e sposò segretamente o si impegnò a spcisare un semplice cavaliere di Caristo nel Negroponte, chiamato "miser" Licario: questo fatto arrecò al Negroponte disastrose conseguenze per circa un quindicennio. Giberto, fratello di Felisa, e suo zio, Francesco da Verona, respinsero Licario e costui adirato dette inizio ad una campagna, nella quale coinvolse i Bizantini e infine conquistò l'intera isola del Negroponte. Merineto continuò a reclamare il terzo di suo padre fino al gennaio 1275.

Fonti e Bibl.: Le principali fonti sono M. Sanuto, Istoria del Regno di Romania, in C Hopf, Chroniques gréco-romanes inéditesoupeu connues, Berlin 1873, pp. 103-111, 119 s., e G. Tafel - G. Thomas, Urkunden zur älterenHandels- und Staatsgeschichte der Republik Venedig, III, Wien 1857, pp. 1-16, 46-55. I lavori di K Hopf come Geschichte Griechenlands vom Beginndes Mittelalters bis auf unseere Zeit, in J. S. Ersch-J. Gruber, Aligem. Encykl. der Wissenschaften und Künste, LXXXV (1867), anche l'albero geneal. nella sua ediz. Chroniques gréco-romanes, cit., p. 479, sono poco accurati e dovrebbero essere ignorati. Si v., invece, R.-J. Loenertz, Lesseigneurs tierciers de Négropont de 1205 à 1280 in Byzantion, XXXV (1965), pp. 243 s., 248-256: 273; Id., Les Ghisi: Dynastes vénitiens dansl'Archipel (1207-1390), Firenze 1975, pp. 109 s., 429-439; D. Jacoby, La Féodalité en Grèce médiévale: les "Assises de Romanie", sources. applicationet diffusion, Paris 1971, pp. 190-194; K. Setton, The Papacy and the Levant: 1204-1571, I, Philadelphia 1976, pp. 77-80, 425-428; J. Lorignon, Les Compagnons de Villehardouin: Recherches surles Croisés et la auatrième croisade, Genève 1978 pp. 239 s. Su Merineto, si veda M. Sanuto: Istoria…, cit., p. 119; G. Tafel-G. Thomas, Urkunden, cit., III, pp. 130-33; R.-J. Loenertz, Tierciers…, cit., pp. 259 s.; D. Jacoby, Féodalité..., cit., p. 59. Secondo M. Sanuto, Istoria, p.103, Carintana era "la Signore Moglie d'un dei Terzeri", intendendo probabilmente sostenere che ella era stata sposata a Leone Dalle Carceri, ma costui non fu mai terziere prima della morte di lei; inoltre Leone fu Probabilmente il padre di Grapella Dalle Carceri, mentre Carintana morì senza figli.

Vedi anche
cavalleria scienza militare Milizia a cavallo. Comparsa fra i popoli asiatici (assiri e soprattutto persiani), nel 1° millennio a.cavalleria, la cavalleria era presente negli eserciti greci e a Roma, in rapporto però da 1 a 10 rispetto alla fanteria. Fu la necessità di fronteggiare gli eserciti persiani e germanici, ... signoria Nell’uso storiografico, sia l’insieme dei poteri (prima solo personali, poi anche territoriali) esercitati durante tutto il Medioevo (e oltre) dall’aristocrazia fondiaria laica ed ecclesiastica sui contadini, sia l’istituto in cui si risolve, dal 13° sec., la crisi di molti Comuni dell’Italia settentrionale ... Latino Pacato Drepànio Pacato Drepànio, Latino (lat. Latinius Pacatus Drepanius). - Retore gallo (sec. 4º d. C.), amico di Ausonio e di Simmaco; capo di una legazione a Roma (389), pronunciò un panegirico di Teodosio, a noi giunto, interessante come documento storico. castello architettura Presso i Romani il castellum era un’opera di fortificazione, generalmente di minore entità rispetto al castrum, lungo i confini dell’Impero. I castello erano temporanei o permanenti: i primi erano semplici ridotte, di forma circolare o quadrangolare, spesso senza baraccamenti per le truppe; ...
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carcerare
carcerare v. tr. [lat. tardo carcĕrare] (io càrcero, ecc.). – Mettere in carcere. ◆ Part. pass., carcerato, anche come sost. (v. la voce).
carceratóre
carceratore carceratóre s. m. [der. di carcerare], letter. raro. – Chi condanna al carcere (spec. di tiranni e sim., per motivi politici); chi ha in custodia un carcerato o altra persona che è stata privata della libertà personale.
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