Nasidio
Personaggio minore della Farsaglia di Lucano; appartiene all'esercito che Catone conduce attraverso il deserto libico verso Leptis.
Nel lungo episodio (Phars. IX 604 ss.) in cui il poeta latino enumera i serpenti velenosi che popolano le " harenae " (vv. 607, 617, 699, 705, ecc.; cfr. If XXIV 85) attraversate dai soldati e descrive gli spaventosi effetti del loro morso, N. (" Nasidius ") è nominato quale vittima di un " torridus... prester " (v. 790 ss.). Appena morso, N. si gonfia mostruosamente, sì che la lorica si fende e il suo cadavere, ridotto a un " informis globus et confuso pondere truncus " che continua a gonfiarsi (v. 801 ss.) è abbandonato senza esequie dai compagni che non osano avvicinarsi (v. 804).
N. è ricordato, con Sabello (v.), in If XXV 95, a proposito delle metamorfosi di Buoso Donati (v.) e Francesco Cavalcanti (v.): D. afferma che nemmeno in Lucano, là dove tocca / ... di Nasidio (vv. 94-95) si legge che il morso di un serpente produca effetti così straordinari come quelli che il morso del secondo ladro opera sul primo. E copertamente si suggerisce che il magistero letterario di D. nell'episodio vince quello spiegato da Lucano nella pagina della Farsaglia cui si allude.