al-Tusi, Nasir al-Din (Muhammad ibn Muhammad ibn al-Hasan al-Tusi)
(Muḥammad ibn Muḥammad ibn al-Ḥasan al-Ṭūsī) Scienziato, filosofo e teologo musulmano persiano (Ṭūs, 1201 - Baghdad 1274). È autore di numerose opere in arabo e in persiano. Appartenente a una famiglia di spicco (il padre era un noto giurista), al-Ṭ. fu legato per un periodo abbastanza lungo agli ambienti ismailiti di Alamut – aderendo, secondo alcuni, alla fede ismailita – per poi passare al servizio del condottiero mongolo Hūlāġū e, probabilmente, alla fede sciita duodecimana (un ruolo centrale nella conversione avrebbero avuto la conquista mongola e la conseguente distruzione della fortezza di Alamut). Nella sua opera in persiano è frequente l’uso dell’ormai ricca terminologia filosofica araba: in Akhlāq e-Nāṣerī («L’etica per Nasir», dedicata a Nāṣir al-Dīn, governatore ismailita del Qūhistān), al-Ṭ. riprende, sulla scia della tradizione aristotelica di etica, economia e politica, l’opera di Miskawayh, e quindi di al-Fārā´bī (soprattutto I principi delle opinioni degli abitanti della città eccellente o virtuosa) e di Avicenna. Di rilievo anche l’altra sua opera di etica, Akhlāq e-Muhtashamī. Di grande interesse per l’avicennismo – della cui diffusione al-Ṭ. fu, secondo Corbin, il principale artefice nel mondo iranico – è il suo commento (in arabo) all’opera di Avicenna al-Ishārāt wa l-Tanbīhāt, in cui al-Ṭ. espone il pensiero di Avicenna, difendendolo dalle critiche di Fakhr al-Dīn al-Rāzī. All’avicennismo, al-Ṭ. si sarebbe avvicinato una volta abbandonato l’ismailismo. Di fatto egli espone la teologia ismailita in Rawḍat al-taslīm («Il paradiso della sottomissione»; in persiano Rawada-yi taslīm), opera divisa in ventotto «rappresentazioni» (taṣawwurāt), in cui è fornita una sorta di guida etico-escatologica per «viaggiare» dal mondo fisico a quello spirituale. La teologia vi è distinta dalla metafisica, che è filosofia prima, e l’opera è considerabile come una summa della teologia ismailita. Di grande importanza in teologia è però anche Tagrīd al-‛aqā’id («Estrazione degli articoli di fede»), dove in sei trattati al-Ṭ. espone i fondamenti della teologia sciita. Degni di menzione sono infine un manuale di logica aristotelica e uno scritto «Sull’unicità di Dio». Enorme fu poi il contributo di al-Ṭ. in astronomia e in genere nelle scienze e nelle matematiche: al-Ṭ. diresse la costruzione del celebre osservatorio di Marāġa, fu autore di diverse opere (al-Tadhkira fī ‛ilm al-hay’a; al-Risāla al-asturlābiyya; Zīj iḥkānī) e incarnò a pieno titolo l’ideale intellettuale del suo tempo. I teologi rimasero critici nei suoi confronti (per es., Ibn al-Taymiyya).