Nastro d'argento
Premio cinematografico annuale istituito nel 1946 dall'allora neonato Sindacato nazionale dei giornalisti cinematografici italiani (SNGCI) con l'intento di promuovere il cinema italiano e incoraggiarne le iniziative e le continue innovazioni. Il N. d'a., costituito da un nastro argenteo rappresentante lo spezzone terminale della pellicola cinematografica, e attribuito, dal 1957, alle opere realizzate durante l'anno solare, vanta il merito di essere il premio più antico dedicato al cinema, secondo soltanto agli Oscar. Dalla prima cerimonia di assegnazione, avvenuta la sera del 29 luglio 1946 presso l'Hotel de Russie a Roma, è stato infatti attribuito ogni anno senza interruzioni, testimone dell'evoluzione del cinema italiano.
I promotori del N. d'a. furono gli stessi 33 'coloristi' (coloro che, pur non occupandosi di recensioni di film, scrivevano resoconti delle curiosità sull'ambiente cinematografico, articoli cosiddetti di colore) che il 17 marzo 1946 fondarono il SNGCI, e tra cui figuravano nomi che avrebbero occupato un posto di rilievo nel panorama cinematografico italiano, quali Michelangelo Antonioni, Steno, Antonio Pietrangeli, Anton Giulio Majano. In un momento in cui le produzioni nazionali stentavano ad affermarsi per la concorrenza straniera e la crisi del dopoguerra, il N. d'a. impose uno sguardo specialistico sul cinema italiano, attraverso il giudizio di una commissione esaminatrice rappresentativa di un alto numero di testate giornalistiche e dell'emittenza radiotelevisiva pubblica e privata. Tale commissione, sostituitasi all'originaria giuria ed eletta dal consiglio direttivo, vota con un referendum notarile: vengono inviate al notaio addetto allo spoglio le schede scelte dalla rosa di cinque film selezionati per ogni sezione (le cinquine).
Pur con sporadiche eccezioni, a Milano nel 1961 e a Firenze nel 1967, le cerimonie di assegnazione dei N. d'a. si sono svolte tra Roma e Taormina; dagli stabilimenti cinematografici di Cinecittà, che le hanno ospitate fino al 1983, sono approdate a Taormina, in occasione del festival del cinema, per tornare a Roma nel 1989, prima alla Sala dello Stenditoio dell'Istituto S. Michele, poi di nuovo a Cinecittà, trasferendosi infine, dal 2000, nel suggestivo scenario del Teatro greco di Taormina. Nell'offrire uno sguardo attento sulla complessiva produzione cinematografica, nel corso degli anni è affiorata l'esigenza di diversificare la tipologia dei premi assegnati; sono stati, quindi, istituiti nuovi N. d'a., quali quello ai doppiatori, comparso nel primo periodo taorminese, quello al montaggio, attribuito per la prima volta nel 1988, alla canzone nel 1999 e alla presa diretta nel 2002. Pur senza una scadenza annuale, sono stati anche assegnati premi speciali, atti a onorare i film e i personaggi più significativi. Di particolare rilevanza, perché registra l'apertura al cinema internazionale, il N. d'a. europeo, assegnato dal 1989.
Nell'immediato dopoguerra, quando la cinematografia nazionale si stava caratterizzando attraverso il Neorealismo, il primo film premiato (1945-46) fu Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini. Da allora, in accordo con l'intento preposto, i N. d'a. hanno continuato a sostenere il cinema italiano, talora premiandone la capacità di riflettere un dato momento socio-culturale, talaltra incoraggiandone i valori innovativi; prova di ciò le stesse premiazioni ai film considerati più meritevoli, da Processo alla città (1952) di Luigi Zampa, per il 1952-53, a Il Vangelo secondo Matteo (1964) di Pier Paolo Pasolini, nel 1965, da Amarcord (1973) di Federico Fellini, nel 1974, a Storie di ordinaria follia (1981) di Marco Ferreri, nel 1982, da Caro diario (1993) di Nanni Moretti, nel 1994, a La finestra di fronte di Ferzan Ozpetek, nel 2003.
SNGCI, Venti anni di cinema italiano nei saggi di ventotto autori, Roma 1965.