Natalie Nougayrède
Le Monde nelle mani di una donna
Lontana dalle stanze della politica, viaggiatrice per vocazione, reporter d’assalto, la donna scelta a dirigere una delle testate più influenti del mondo vuole un quotidiano basato su un giornalismo distaccato e oggettivo. Per capire i fatti prima di commentarli.
Il 1° marzo 2013, Natalie Nougayrède diventa a 46 anni il nono direttore del quotidiano francese Le Monde e la
prima donna a dirigere il giornale. Proposta dai 3 nuovi proprietari del giornale, l’ex compagno di Yves Saint Laurent Pierre Bergé, il padrone di Free.fr Xavier Niel e il tycoon dei media Matthieu Pigasse, dopo un periodo di grave crisi economica, viene accolta con entusiasmo dalla redazione che la vota all’80%. La Nougayrède succede a Érik Izraelewicz, caporedattore di Le Monde deceduto in redazione a 58 anni in seguito ad attacco cardiaco, nel novembre 2012. Il percorso di questa grande reporter di Le Monde è atipico.
Poco vicina al potere, Natalie Nougayrède si distingue come corrispondente dai paesi dell’Est, prima a Praga e poi in Russia. Infanzia internazionale, Natalie cresce in parte a Londra e in Canada, sempre in scuole bilingui, un’apertura sul mondo che segnerà tutta la sua carriera. In Canada impara anche il russo per passione. Dopo la maturità scientifica è attirata dalla medicina e dal progetto di Médecins sans frontières. Il suo sogno è viaggiare per capire la sua epoca: quella di un mondo che si globalizza dall’89 in poi. S’iscrive allora alla facoltà di medicina di Strasburgo, ma dopo qualche mese decide invece di studiare all’Istituto di studi politici, poi a Parigi in una delle più selettive scuole di giornalismo, il CFJ (Centre de formation des journalistes) della rue du Louvre. «Del progetto di dedicarmi a Medici senza frontiere» dirà in un’intervista, «ho mantenuto solo la parte del ‘senza frontiere’». E così comincia una carriera di reporter dall’ex blocco sovietico. Il primo articolo è per Libération nel 1989, un ritratto incisivo di un oppositore di Ceau¸sescu. Nel 1991 si stabilisce a Praga, dove lavora per Libération, Radio France e la BBC. Scrive sulla divisione del paese e sulla presidenza di Václav Havel, che resta ancora oggi uno dei suoi eroi politici. Nel 1993 si trasferisce a Tbilisi, in Georgia, e poi a Baku, in Azerbaigian, per coprire tutta l’Asia centrale. Chi l’ha conosciuta all’epoca si ricorda di una giovane donna coraggiosa, che non esitava a travestirsi da donna cecena per penetrare in zone inaccessibili ai giornalisti. Nel 2001 diventa corrispondente di Le Monde a Mosca, qualche giorno dopo l’11 settembre. Nel 2005 riceve il prestigioso premio Albert Londres per i suoi reportages sugli ostaggi nella scuola di Beslan catturati e uccisi dai terroristi ceceni nel settembre del 2004 e sulla guerra in Cecenia. Critica convinta della politica di Putin, partecipa a pubblicazioni collettive sull’assassinio della poetessa Anna Politkovskaja. Nel 2008, a Parigi, viene espulsa da una riunione al Ministero degli Esteri per le critiche dell’allora ministro Bernard Kouchner.
Solitaria e intraprendente, Natalie Nougayrède rappresenta una rottura con lo stile di direzione precedente: lontana dagli ambienti politici, non vede il giornalismo come un potere di influenza politica. Il ruolo di un giornale non è quello di commentare quel che succede ‘a corte’, ma di riportare ‘fatti’, documentati accuratamente. Rilancia dunque Le Monde come giornale d’inchiesta, anche per fare concorrenza al nuovo giornale francese on line Mediapart.fr, fondato nel 2008 dall’ex caporedattore di Le Monde Edwy Plenel, che si distingue per le sue inchieste sugli scandali politici.
Così, nel giugno 2013, Le Monde pubblica la notizia dell’uso di gas tossici in Siria, grazie a una ricerca su 4 campioni di liquido esportati dalla Siria da 2 reporter del giornale che hanno passato 2 mesi in clandestinità a Damasco per verificare l’informazione sull’uso di armi chimiche da parte del governo di Assad.
La Nougayrède mostra la sua indipendenza anche dalla proprietà del giornale, decidendo di pubblicare l’11 aprile un’intera pagina pubblicitaria contro il matrimonio gay, nel momento di massima agitazione politica sulla questione e contro il parere di Pierre Bergé, convinto sostenitore del progetto di legge, poi approvato a maggio. «La pubblicità non contravveniva nessuna delle regole deontologiche del giornale» dice seccamente la Nougayrède, «non c’era quindi motivo di rifiutarla». Le Monde esce dunque dai salotti della gauche caviar parigina per entrare in una nuova era di giornalismo oggettivo e distaccato, un giornalismo che aiuti a capire i fatti che accadono, prima di commentarli.
Quattro candidati per una scrivania
l nome della Nougayrède è stato scelto tra altri candidati interni che all’inizio sembravano favoriti:
■ Franck Nouchi, nato nel 1956, medico, entra a Le Monde nel 1985, è capo-servizio dal 1994 e poi redattore capo fino al 1999. Nel 2000, diviene direttore dei Cahiers du cinéma e responsabile delle Éditions de l’Étoile. Nel 2003 è nominato direttore aggiunto a Le Monde, e in seguito ha anche diretto Le Monde des livres (2005-07) e il magazine Le Monde 2 (2007-09).
■ Arnaud Leparmentier, nato nel 1968, diplomato all’École des hautes études commerciales di Parigi, è editorialista di Le Monde, prima come corrispondente in Germania, poi come capo dell’ufficio europeo di Bruxelles e infine come incaricato di seguire il presidente Nicolas Sarkozy all’Eliseo.
■ Alain Faujas, nato nel 1945, entra a Le Monde nel 1971, seguendo diverse rubriche. Oggi si occupa di economie del Sud, del FMI, della Banca Mondiale, dell’Organizzazione mondiale del commercio ed è redattore di Le Monde de l’économie. Insegna alla Scuola di giornalismo di Marsiglia e collabora al settimanale Jeune Afrique.