Zach, Natan
Zach, Nātan. – Poeta e critico letterario israeliano (n. Berlino 1930). Figlio di un ebreo tedesco e di un’italiana, si trasferisce presto ad Haifa, nella Palestina mandataria, ma il tema dello spaesamento resterà centrale in molta della sua attività poetica. Presto si unisce al gruppo di poeti nuovi che agisce sotto l’egida della rivista Liqràt e pubblica a proprie spese il suo primo titolo, Shirím rishoním (1955, «Prime poesie»), affermandosi tuttavia col secondo, Shirím shoním (1960, «Poesie diverse»), in cui più vistosa è la svolta impressa alla poesia israeliana del periodo, grazie al rifiuto del lirismo simbolista e a una poesia non fondata solo sulle astrazione della metrica. Attivo anche come saggista e polemista, nel 1967 si trasferisce in Gran Bretagna, dove completa gli studi presso l’università dell’Essex, e torna in patria solo nel 1978, dedicandosi all’insegnamento universitario e all’organizzazione culturale, spesso in polemica con la svolta conservatrice e antipalestinese in atto nel suo Paese. Traduttore di E. Lasker-Schüler e A. Ginsberg, tradotto a sua volta in molte lingue, è più volte celebrato con premi e riconoscimenti, soprattutto in Italia, dove appaiono nel 1996 la scelta di poesie Sfavorevole agli addii (1996) e i racconti per bambini L’omino del pane e altre storie (2003). Nei libri più recenti accentua una spesso amara ispirazione memorialistica, presente principalmente nei tanti componimenti inediti che impreziosiscono il volume Kol ha-shirím ve-shirím chadashím (2008, «Poesie complete»), su cui si basa la vasta antologia italiana Sento cadere qualcosa. Poesie scelte 1960-2008 (2009).