GABO, Naum
Pseudonimo dello scultore russo Naum Pevsner, nato a Briansk nel 1890, fratello di Antoine Pevsner (v.). Recatosi a Monaco per studiare medicina, seguì nella stessa università, insieme ai corsi scientifici, i corsi di storia dell'arte di H. Woelfflin. Negli anni del Blaue Reiter (1911-13) si incontrò con Kandinsky. Nel 1912 fu in Italia. Nel 1913 e 1914 si recò a Parigi, dove visitò il fratello Antoine e si incontrò con Archipenko. Allo scoppio della guerra andò a Copenaghen e poi ad Oslo: lì prese il nome di Gabo e compose le sue prime opere in lamine di metallo e di materie plastiche, trasparenti od opache, giocate sui pieni e sui vuoti: ricerca che egli portò poi avanti con grande coerenza, spingendola sempre più verso l'astratto. Nel 1917, al momento della rivoluzione russa, rientrò con il fratello in patria; ritrovò Kandinsky e partecipò alle attività di avanguardia, con Malevitch, Tatlin, Rodchenko. Nel 1920 redasse il "Manifesto realista" di fede costruttivista, che firmò insieme ad A. Pevsner. Nello stesso anno eseguì il suo primo oggetto mobile, una lama d'acciaio fatta vibrare da un piccolo motore elettrico. Dal 1922 al 1932 soggiornò a Berlino, poi dal 1932 al 1935 a Parigi, dove partecipò al gruppo "Abstraction-Création"; dal 1935 al 1946 fu a Londra. L'uso dei fili in materia plastica nelle sue sculture, con il sottile tema lineare che vi è implicito e che G. sviluppa con un particolare senso di fragilità e di trasparenza, data dal 1937. Nel 1946 si stabilì negli S.U.A. (Connecticut), dove insegna in varie università. Vedi tav. f. t.
Bibl.: R. Olson e A. Chanin, N. G. - Antoine Pevsner (introduz. di H. Read), New York 1948; C. Giedion-Welker, Contemporary Sculpture, Londra 1956, pp. 160-168; M. Seuphor, Sculpture de ce siècle, Neuchâtel 1959.