NAUTILOIDEI (lat. scient. Nautiloidea, dal nome del gen. Nautilus)
Ordine di Cefalopodi, Tetrabranchiati, ricco di specie nelle passate epoche geologiche e oggi rappresentato dal solo genere Nautilus, che si può considerare un fossile vivente. Lo studio del Nautilus ci dà la chiave per interpretare la grande schiera delle forme estinte. I Nautiloidei hanno una conchiglia esterna concamerata, talora lunga 2 m., che ora è diritta (Orthoceras), ora incurvata (Cyrtoceras), ora avvolta a spirale in un piano (Nautilus), o a elica (Trochoceras); vi sono inoltre specie spiralate in gioventù e che diventano diritte nell'età adulta (Lituites), ecc.
L'apertura della conchiglia è semplice come in Nautilus, Orthoceras, ecc. o ristretta a forma di fessura (Phragmoceras Broderepi del Silurico superiore) o a forma di T (Gomphoceras bohemicus del Silurico superiore).
La conchiglia è divisa da setti in tante logge, di cui solo l'ultima serviva per abitazione all'animale; le logge comunicavano fra di loro per mezzo del sifone. I setti hanno la convessità rivolta indietro: la distanza fra di essi aumenta gradatamente, con l'accrescimento della conchiglia: solo i due ultimi sono più avvicinati. Il numero dei setti è costante in tutti gl'individui adulti della stessa specie. La linea suturale è diritta od ondulata. Il sifone si trova nel piano mediano della conchiglia e generalmente è centrale, talora eccentrico o marginale. In Nautilus vivente il sifone è rivestito di granuli terrosi calcarei di colore bruno; in molte forme fossili tale rivestimento acquista una maggiore consistenza, formando un tubo attorno al sifone (ectosifone). Il sifone è cilindrico, oppure ha la forma di una collana di perle, dovuta al fatto che esso si restringe in corrispondenza dei setti e si dilata negli spazî intermedî. In taluni generi il sifone segrega dei lunghi inviluppi conici incastrati l'uno nell'altro, che si succedono a distanze varie, oppure degli anelli detti d'ostruzione, o dei foglietti radiali; tutte queste produzioni endosifonali sono di calcare tinto in bruno-giallastro per sostanza organica: essi finiscono talora con l'ostruire il tubo sifonale, così che il sifone perde ogni comunicazione con la parte settata antica della conchiglia.
I colletti sifonali nei Nautiloidei, salvo rarissime eccezioni, sono rivolti indietro: essi sono corti, oppure lunghi andando da un setto all'altro.
Tutte le conchiglie dei Nautiloidei cominciano con una camera iniziale a forma di cono diritto o debolmente incurvato, che nella parte posteriore porta una cicatrice di varia forma, la cui presenza fa sospettare che essa rappresenti il punto d'attacco o l'apertura di comunicazione con un'ampolla caduca di natura membranacea, che cadendo ha lasciato un vuoto, come si osserva nel centro di una conchiglia di Nautilo.
I Nautiloidei in base al grado di evoluzione della conchiglia, della forma del sifone, produzioni endosifonali, colletti, camera iniziale, ecc., sono suddivisi in 5 famiglie: Endoceratidi, Orthoceratidi, Ascoceratidi, Nautilidi e Trococeratidi.
Distribuzione geologica. - I Nautiloidei compaiono nel Cambrico inferiore col genere Volborthella (V. tenuis dell'Estonia); nel superiore si presenta il genere Cyrtoceras (C. cambria di Shantung). Al limite tra Cambrico e Silurico, nel Tremadoc, si ha un maggior numero di rappresentanti dell'ordine (Orthoceras, Cyrtoceras, Actinoceras, ecc.). Nel Silurico inferiore si conoscono già la maggior parte dei generi di Nautiloidei con circa 500 specie. Una grande importanza assumono Endoceras, Orthoceras, Cyrtoceras e Lituites.
Nel Silurico superiore i Nautiloidei raggiungono l'apogeo del loro sviluppo con circa 1500 specie. Diminuiscono poi considerevolmente nel Devonico e nel Carbonico, per quanto in quest'ultimo il genere Nautilus si presenti ricchissimo di forme. Nel Permico permangono Nautilus, Orthoceras, Cyrtoceras, Gyroceras.
Il genere Orthoceras permane sino al Triassico superiore, mentre il Nautilus, dopo un grande sviluppo nel Giurassico, comincia a diminuire man mano e nei mari attuali è rappresentato appena da 4 specie. Al Nautilus, dal Cretacico superiore al Miocenico si accompagna il genere Aturia.
Filogeneticamente, secondo ogni apparenza, le forme a conchiglia diritta sarebbero le più antiche: queste poi passerebbero gradatamente per mezzo di quelle incurvate alle conchiglie avvolte a spirale.
Il Nautilus è provvisto di una conchiglia avvolta a spirale, la cui cavità è divisa da setti in una serie di concamerazioni di cui l'ultima più ampia e largamente aperta, è la sola che ospita il corpo dell'animale. Questo è intimamente connesso con la conchiglia per mezzo di un tubo o sifone, prolungamento vascolare della regione viscerale, che attraversa, per appositi fori centrali, tutti i setti. Le camere della conchiglia sono piene di gas, e hanno probabilmente una funzione idrostatica. La conchiglia del Nautilo presenta quindi una certa analogia con quella di molti Gasteropodi, in cui la spirale si svolge in un piano, ma la presenza dei setti e l'essere il corpo del Nautilo curvato verso la parte dorsale (curvatura exogastrica), contrariamente a quello dei Gasteropodi, che è curvato in senso endogastrico, rendono ben differenti le due formazioni.
Nel corpo si distinguono una regione cefalica, o capo, che porta occhi e tentacoli privi di ventose, e un tronco sacciforme.
Caratteristiche del Nautilo (per l'anatomia dei quali v. cefalopodi) sono, fra l'altro, la presenza di quattro branchie a ctenidio, di quattro atrî cardiaci e quattro reni. L'imbuto è formato di due lembi incompletamente saldati.
Il Genere Nautilus L. è il solo vivente dei Tetrabranchiati: è suddiviso in quattro specie (cinque secondo alcuni autori) proprie dei mari australiani e malesi. La più comune è N. pompilius L. dei mari dell'arcipelago malese, di Sumatra, Isole della Sonda e Filippine; N. macrophthalmus Sow. è della Nuova Caledonia; N. umbelicatus Lister della Nuova Guinea. Le conchiglie vengono utilizzate, dopo essere state polite e spesso scolpite, per farne oggetti d'ornamento, coppe, ecc.