NAVARRA
Regione storica della parte settentrionale della penisola iberica, corrispondente approssimativamente all'od. omonima provincia, con capoluogo Pamplona. Fino al 1512 il regno di N. comprendeva anche la Bassa N., in territorio francese, a N dei Pirenei e a E della valle della Soule.Situata lungo una delle principali vie di comunicazione tra Francia e Spagna, la N. si trova in corrispondenza di una zona dei Pirenei di minore altitudine e questo nel corso dei secoli ha facilitato sia le invasioni sia i contatti diplomatici e culturali. Inoltre, attraverso la regione navarrina passava, percorrendola da un estremo all'altro, la via di pellegrinaggio diretta a Santiago de Compostela, che, a partire dall'ultima decade del sec. 11°, era disseminata di borghi dei 'franchi' (o stranieri); questi - sorti nelle principali città navarrine situate lungo il Camino de Santiago - non solo rinnovarono le strutture sociali ed economiche del paese, ma funsero anche da tramite nel rapporto tra la cristianità centroeuropea e quella peninsulare.Priva di unità geografica, la N. derivò la propria specificità dalle vicende storiche legate alla sua monarchia, che si affermò progressivamente dopo la fine del dominio arabo nella regione. Il regno di N., di cui si hanno notizie sicure dalla metà del sec. 10°, divenne con Sancio Garcés III, detto el Mayor (1004-1035), uno dei maggiori regni cristiani di Spagna. Diviso poi tra i suoi eredi, dal 1076 al 1134 fu unito al regno di Aragona, fatto che assicurò una certa uniformità alle strutture politiche dei due regni. L'insediamento nel 1234 della casa comitale di Champagne, dinastia di stirpe francese, e più tardi l'unione con la Francia sotto una stessa Corona (1284-1328) potenziarono enormemente il ruolo di via di diffusione nella penisola iberica di novità artistiche e letterarie che la N. aveva sempre esercitato; d'altro canto il regno di N., trovandosi tra quello di Castiglia e quello di Aragona, poté da essi ricevere, oltre che trasmettere, ogni sorta di influssi.I contatti dei re di N. con il resto dell'Europa medievale (continentale e insulare) e gli interessi dei loro sudditi si estendevano dall'Inghilterra alla Sicilia e sono attestati particolarmente per la Francia settentrionale, per la Guascogna, per Tolosa, per Montpellier e per Avignone. Per quanto concerne i contatti con la Francia, essi si svilupparono inizialmente attraverso i borghi dei 'franchi' e a partire dal sec. 13° si intensificarono ulteriormente per il tramite della corte, conducendo alla diffusione dell'influenza francese in tutti i settori della vita culturale. Per alcuni aspetti la N. fu nel Medioevo una regione all'avanguardia in fatto di novità artistiche, sia perché era un'importante porta di accesso alla penisola iberica, sia per il fatto che molti artisti francesi passarono al servizio dei re di N. per gli stretti vincoli che univano alcuni territori della Francia ai sovrani navarrini, sia infine perché, a partire dal 1310 e per ca. mezzo secolo, tutti i vescovi di Pamplona provennero dalla Francia, rafforzando così ulteriormente questi legami, specie con Avignone. L'esistenza di tali canali di trasmissione, consentendo l'ingresso in N. di stili e forme comuni a N dei Pirenei, spiega in parte la singolarità dell'arte medievale navarrina rispetto a quella degli altri regni cristiani della penisola iberica.Un aspetto della storia della N. non sufficientemente sottolineato dagli studiosi spagnoli appare tuttavia quello dei rapporti con l'Inghilterra: infatti la regione navarrina confinava con la Guascogna, dominio inglese fin dal sec. 12°, e proprio un'alleanza con gli Inglesi nella guerra dei Cento anni (1339-1453) era stata stipulata dal re di N. Carlo II, detto il Malvagio (1349-1387).I rapporti con l'Aragona, con cui la N. confina a E e a S, furono continui, anche se non sempre amichevoli. All'epoca in cui i due regni furono uniti sotto la medesima Corona - fino al 1134, anno della morte Alfonso I il Battagliero, re di Aragona e di N., che aveva riconquistato le città di Saragozza e Tudela, portando la frontiera cristiana sino alla valle del fiume Ebro - il pellegrinaggio a Santiago de Compostela divenne un fenomeno sociale, oltre che religioso, di scala europea, in concomitanza peraltro con lo sviluppo e la diffusione dell'arte romanica; questa in N. e in Aragona si manifestò con monumenti e opere del più grande interesse, nei quali è riconoscibile sovente una peculiare omogeneità, dovuta alla presenza degli stessi artefici in molti cantieri lungo tutto il percorso del Camino de Santiago.La N., nei rapporti con la Castiglia, confinante a O e a S, dovette difendersi da tentativi di annessione - come nel 1076 da parte di Alfonso VI il Valoroso, re di Castiglia e di León (1072-1109) -, nonché sostenere fasi di belligeranza (per es. l'occupazione delle regioni di Alava e di Guipúzcoa voluta nel 1200 dal re di Castiglia Alfonso VIII il Nobile, 1158-1214); tuttavia i due regni vissero anche periodi di pace, dovuti tanto all'alleanza stabilita nel 1362 tra il re di N. Carlo II e il re di Castiglia e di León Pietro I, detto il Crudele o il Giustiziere (1350-1369), quanto al matrimonio nel 1373 dell'infante Carlo, primogenito di Carlo II, con la principessa Eleonora, figlia di Enrico II re di Castiglia e di León (m. nel 1379). Dal punto di vista artistico fruttuosi furono gli scambi tra i due regni durante tutta l'epoca medievale; la N. trasmise influssi francesi e inglesi alla Castiglia e al León, ricevendone modelli ispano-occidentali, evidenti nelle architetture dislocate lungo il Camino de Santiago.Tra le opere prodotte in epoca musulmana occorre segnalare la serie di resti architettonici e decorativi (capitelli, stipiti, modiglioni, mensole) dei secc. 9°-10° appartenuti alla Grande moschea di Tudela (Mus. Diocesano) e i cofanetti in avorio prodotti a Córdova in epoca califfale, utilizzati dai cristiani della N. come reliquiari, come per es. quello del sec. 10° custodito nel tesoro dell'abbazia cistercense di Santa María la Real a Fitero e il c.d. scrigno di Pamplona, del 1005, proveniente dal monastero di San Salvador a Leyre (Pamplona, Mus. de Navarra).Non molti sono gli esempi conservati di arte navarrina di epoca preromanica, ma esistono sufficienti testimonianze testuali attestanti che nei monasteri dell'antico regno di Pamplona-Nájera era vivace la produzione artistica. Lo dimostrano in concreto la primitiva chiesa (sec. 9°) del monastero di San Salvador a Leyre, riportata alla luce grazie a scavi, gli oggetti liturgici in metallo e i codici illustrati provenienti da monasteri come San Martín ad Albelda (Codex Vigilanus Albeldensis, del 976, Escorial, Bibl., d.I.2) e San Millán de la Cogolla (Codex Aemilianus, del sec. 10°, Escorial, Bibl., d.I.1; Commentari all'Apocalisse di Beato di Liébana, del 1000, Escorial, Bibl., &.II.5).La N. raggiunse livelli altissimi nella produzione artistica durante l'età romanica e quella gotica. Nell'architettura religiosa sorprendono per grandiosità in data precoce il capocroce della ricostruzione romanica della chiesa (1057) del monastero di San Salvador a Leyre e il capocroce a tre absidi della chiesa di Santa María a Ujué, di poco successivo (1089). Nell'architettura civile è notevole il c.d. palazzo dei Re di N. a Estella, che conserva in facciata, su uno dei capitelli della galleria, la rappresentazione iconografica della leggenda carolingia del combattimento tra Orlando e Ferraù, firmato da Martín de Logroño. Questi esempi di architettura religiosa e civile evidenziano i contatti della N. con le regioni europee al di là dei Pirenei; in altri esempi invece appare la presenza nella regione dell'influenza dell'arte della Spagna meridionale, come nel caso delle cappelle funerarie ottagonali del sec. 12° di Santa María a Eunate e del Santo Sepulcro a Torres del Río, il cui sistema di copertura a volte con poderose nervature di sezione quadrangolare pare ispirato a soluzioni musulmane, presenti nel vicino regno di Aragona o nella lontana Córdova. Analogamente riflettono influssi meridionali i portali dei secc. 12°-13° delle chiese di Santiago a Puente la Reina, di San Román a Cirauqui e di San Pedro de la Rúa a Estella, con archi trilobati a ferro di cavallo.Per quanto riguarda la scultura monumentale, l'esistenza di importanti botteghe insediatesi a Pamplona, sostenute dal mecenatismo ecclesiastico e reale, favorì la presenza di artisti provenienti da altri centri, peninsulari e stranieri, come un certo Stefano, maestro della fabbrica della cattedrale di Santiago de Compostela, e altri, non identificati, giunti dall'Aragona (Maestro di Agüero, Maestro di Uncastillo), dal Rossiglione francese (v. Maestro di Cabestany) o dalla Francia settentrionale, come Leodegarius, che lasciò il suo nome sul portale di Santa María la Real a Sangüesa. La scultura in N. nei secc. 12° e 13° ebbe modo di esplicarsi soprattutto nella decorazione dei portali (Leyre, San Salvador; Sangüesa, Santa María la Real; Estella, San Miguel Arcángel), dei chiostri (Pamplona, cattedrale; Tudela, cattedrale) e dei portici (Gazólaz, parrocchiale), caratterizzati da una grande ricchezza di temi iconografici.Nel campo dell'oreficeria, la produzione romanica navarrina stupisce per la sua alta qualità in opere come la croce processionale conservata nella parrocchiale di Villamayor di Monjardín e l'Evangeliario dei re di N., del sec. 12° o della prima metà del 13°, nel tesoro della Real Colegiata di Roncisvalle. L'antependium con smalti, dedicato all'Epifania, del santuario di San Miguel in Excelsis nella sierra di Aralar fu realizzato probabilmente da un artista limosino.In virtù del precoce insediamento (1140 ca.) sul suolo navarrino dei Cistercensi vennero erette abbazie aderenti alle originarie direttive artistiche dell'Ordine; sono notevoli architettonicamente quelle maschili di Santa María la Real a Fitero, di Santa María de la Oliva nei dintorni di Olite e di Santa María a Iranzu, nonché quella femminile di Santa María a Tulebras. L'influenza di questa architettura è riscontrabile negli edifici costruiti nelle vicinanze in quegli stessi anni, come la cattedrale di Tudela e la chiesa di Santa María a Irache.Nella prima metà del sec. 13° la N. accolse le formule artistiche del Gotico classico, provenienti dalla Francia settentrionale, come mostrano in maniera esemplare in architettura la chiesa dedicata alla Vergine della Real Colegiata di Roncisvalle, che servì da modello per quella di Santiago a Sangüesa, e in scultura il sepolcro del re Sancio VII il Forte (m. nel 1234) nella sala capitolare trecentesca, detta cappella di San Agustín, ancora della Real Colegiata di Roncisvalle, con l'immagine giacente del monarca di notevole realismo.Di particolare importanza nel campo dell'architettura religiosa è la cattedrale di Pamplona, sia per le caratteristiche della chiesa - eretta sul sito della precedente romanica, parzialmente distrutta in seguito al crollo del capocroce nel 1390 - sia per il chiostro del sec. 14°, che accoglie alcune tra le migliori opere gotiche di architettura, di scultura e di pittura murale.L'alto livello tecnico raggiunto dagli architetti navarrini nel periodo gotico è dimostrato dall'introduzione di volte nelle coperture delle chiese iniziate nella prima fase dell'età romanica (sec. 11°), come per es. a Pamplona nel San Nicolás e nel San Saturnino, detto Cernin, a Estella nella chiesa del Santo Sepulcro, a Sangüesa nel San Salvador, a Olite in Santa María la Real, ad Artajona in San Saturnino, detta chiesa del Cerco, a Cáseda nel San Zoilo, a Leyre nel San Salvador e a Ujué in Santa María.Risalgono ai secc. 13° e 14° le opere di scultura monumentale più significative e originali: oltre alla trecentesca Puerta Preciosa del chiostro della cattedrale di Pamplona, si devono ricordare i portali di Santa María la Real a Olite, del Santo Sepulcro a Estella, del San Saturnino ad Artajona e di Santa María a Ujué.Nella pittura murale altissimo risulta anche il livello raggiunto dagli artisti dei secc. 13° e 14°, con testimonianze per lo più trecentesche in tutto il territorio del regno; molte pitture rimosse dalle loro sedi originarie (per es. Olite, San Pedro; Artajona, San Saturnino; Artaíz, San Martín; Pamplona, cattedrale, refettorio del capitolo, pitture del 1330) sono oggi a Pamplona (Mus. de Navarra).Nel campo dell'oreficeria, notevoli opere vennero donate dai sovrani ai più importanti santuari del regno: il reliquiario del Santo Sepolcro o di S. Luigi, offerto nel 1258 dal re di Francia Luigi IX, e quello detto del Lignum Crucis (1401), conservati entrambi a Pamplona (Mus. Diocesano); un reliquiario trecentesco in argento, oro e smalti (Roncisvalle, Real Colegiata, tesoro), detto Scacchiera di Carlomagno per la forma a tavoletta suddivisa in scomparti; un calice donato nel 1394 dal re di N. Carlo III, detto il Nobile (1387-1425), proveniente da Santa María a Ujué (Pamplona, Mus. de Navarra). Tra le immagini devozionali bisogna citare due begli esempi di statue della Vergine con il Bambino, entrambe di importazione: la Vergine di Roncisvalle (Real Colegiata, altare maggiore), rivestita d'argento e decorata con oro e pietre preziose, proveniente da Tolosa e risalente alla fine del sec. 13° o agli inizi del successivo, e quella degli inizi del Trecento conservata nella chiesa di Huarte, acquistata a Parigi da un mercante di Pamplona chiamato Martín Duarte.
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