NAVIGLIO da diporto (XXIV, p. 450; App. I, p. 892)
Il nome di yacht viene dato in inglese a tutte le unità da diporto, anche alle più piccole; in italiano si è convenuto di dare il nome di panfilo a quelle unità che hanno alloggi per equipaggio e passeggeri; le unità minori vengono chiamate con il nome della classe o, genericamente, imbarcazioni o barche.
Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale la costruzione e l'esercizio di unità da diporto ha avuto grande sviluppo. La tendenza è stata orientata verso costruzioni di minor tonnellaggio delle precedenti, grazie al perfezionamento e allo sviluppo dei motori a combustione interna. Alle lussuose sistemazioni hanno fatto seguito alloggi più semplici rendendo così lo sport nautico accessibile a un numero assai maggiore di amatori. Il Register of yachts del Lloyd's Register of Shipping di Londra annovera:
Se si tiene conto del grandissimo numero di yachts perduti durante l'ultima guerra, alla quale parteciparono come naviglio ausiliario, se ne deduce che la diffusione dello sport nautico (nelle sue forme più economiche) è in forte aumento.
Naviglio misto da diporto (vele e motore). - Accanto ai grandi panfili adatti a lunghe crociere e cioè a costruzioni che non hanno limiti di stazza e che variano di caratteristiche a seconda delle preferenze dei proprietarî e degli usi alle quali sono destinate, hanno avuto, come si è detto, grande sviluppo classi minori, relativamente economiche, destinate alla crociera, alla pesca, alla regata-crociera ed alla regata sul poligono.
Piccole unità da crociera (ingl. motor sailer). - Sono generalmente costruite in legno o in ferro; alcune, fra le più recenti, in plastica. Scafi robusti, larghi, dotati di zavorra in chiglia, hanno in generale velatura a sloop con ampio triangolo di prora, uno o due motori entro bordo a scoppio o diesel, capaci di far raggiungere alla barca velocità di sei-otto nodi. Un'ampia tuga centrale contiene gli alloggi. Queste unità sono di costo limitato e di esercizio economico, poiché la moderata ampiezza della randa, compensata dallo sviluppo dei fiocchi, rende la manovra delle vele facile e quindi alla portata dei dilettanti, mentre il motore potente e le buone qualità marine dello scafo ne rendono sicura la navigazione.
Barche da pesca per dilettanti. - Se ne incontrano frequentemente lungo le nostre coste e più ancora nei sorgitori meno battuti delle nostre isole. Sono nella maggior parte barche di piccolo tonnellaggio, hanno una tuga che contiene 2-4 cuccette, un alloggio per 1 o 2 marinai e un capace deposito per reti, lenze e altro materiale da pesca di superficie e subacquea. Gli scafi hanno grande robustezza e ottima tenuta al mare. Oltre a una velatura ridotta hanno un motore preferibilmente diesel. Le unità minori di questa categoria utilizzano i motori fuori bordo che hanno ormai raggiunto una sicurezza di esercizio e una praticità veramente notevole, anche per le potenze maggiori (sino a 75 CV).
Catamarani. - Sono imbarcazioni costruite sullo stesso principio di quelle che gli indigeni della Polinesia usano per navigare fra le isole; constano di due galleggianti eguali, stretti e lunghi, disposti parallelamente e collegati a distanza di circa un quarto della loro lunghezza da una intelaiatura rigida. Sull'intelaiatura posa una piattaforma che sorregge l'albero e l'abitacolo. La notevole stabilità che i galleggianti assicurano, la scarsa resistenza al moto che il complesso offre, danno la possibilità di raggiungere alte andature, specie con vento forte in poppa o al traverso. La manovrabilità è assicurata da due timoni collegati fra di loro, situati sulla poppa dei galleggianti.
Così costruite sono state di recente introdotte nello sport velico unità da regata e da crociera: C. da regata: lunghezza dei galleggianti da m 4,50 (classe che ha largo sviluppo in Inghilterra) a m 6-7; sulla piattaforma c'è soltanto un paraonde, timoniere e manovratore si spostano da un lato all'altro per bilanciare. La velatura è a randa e fiocco; queste imbarcazioni raggiungono velocità notevoli e sono particolarmente brillanti nel loro impiego. C. da crociera: lunghezza dei galleggianti sino a 20 m; la piattaforma sostiene un'ampia cabina con saloncino, 6-8 cuccette, cucinetta, ecc.; la velatura è costituita da randa e fiocco e spinnaker. Possono essere dotati di motori fuoribordo sistemati sull'intelaiatura e entrobordo nei galleggianti (cfr. fig. 2).
Queste imbarcazioni con venti adatti possono raggiungere velocità elevate e hanno il vantaggio di costar meno delle corrispondenti unità tradizionali. Un'adeguata esperienza futura, specie con mare tempestoso e su lunghi percorsi di bolina, ne determinerà il vero valore nautico e sportivo.
Regate a vela.
Hanno avuto nell'ultimo ventennio un notevole sviluppo e sono ormai diffuse in tutto il mondo. L'attrattiva è nella varietà tecnica delle competizioni che vanno dalle regate-crociera su percorsi da 100 a 3000 miglia in pieno Oceano, alle regate di poligono su percorsi di appena qualche miglio, in acque chiuse. Dai grandi velieri dotati di alloggi per equipaggi di 12-14 persone, costrette a vivere a bordo per varî giorni senza rifornimenti, si passa a piccole imbarcazioni che possono accogliere un solo regatante.
Va diffondendosi sempre più la tendenza a rinunciare alle costruzioni libere, non sempre felici, per adottare formule e piani di costruzione di sicura riuscita (piani e regolamenti di stazza), che consentono l'iscrizione (certificato di stazza) nella classe prescelta e quindi la possibilità di partecipare alle regate. L'annuario dell'Unione delle Società Veliche Italiane (USVI) registra, per il 1946, 1699 unità iscritte in 22 classi da regata, di cui 15 internazionali; per il 1960, 3853 unità.
Autorità e regolamenti. - Le regate veliche si compiono per iniziativa dei circoli velici secondo regolamenti e calendarî concordati con le associazioni veliche nazionali e internazionali; a capo di esse vi è l'organizzazione internazionale IYRU (International Yacht Racing Union) con sede a Londra; ad essa sono iscritte 41 nazioni fra le quali gli S. U. A. e il Giappone. L'autorità nazionale per la vela in Italia è l'USVI con sede a Genova, succeduta alla Reale Federazione della Vela. Quale organo del CONI, fa parte della IYRU. All'USVI sono affiliate pressoché tutte le società veliche italiane (102 nel 1960).
Il regolamento di regata viene pubblicato dalla IYRU in accordo con la NAYRU (American Yacht Racing Union di New York) ed è adottato da tutte le Nazioni; il testo in italiano viene edito dall'USVI che vi aggiunge le proprie norme integrative. I regolamenti di costruzioni e di stazza vengono editi dall'USVI che ne stabilisce i termini per le classi nazionali mentre cura la traduzione e l'aggiornamento dei testi dell'IYRU per le classi internazionali. Tramite i proprî stazzatori ufficiali e una commissione tecnica, l'USVI provvede anche all'emissione dei certificati di stazza secondo i regolamenti di ciascuna classe.
Panfili da regata-crociera (ingl. ocean racers). - Si cimentano su lunghi percorsi dalle 200 alle 3000 miglia e oltre. Progettati da architetti navali specializzati (inglesi, statunitensi, svedesi, francesi, italiani, ecc.), secondo il proprio concetto personale, questi panfili vengono poi misurati secondo una formula stabilita dal RORC (Royal Ocean Racing Club) o dalla STA (Sail Training Association) o dal JOG (Junior Offshore Group), o dal CCA (Cruising Club of America). Il complesso di queste misure permette di assegnare a ciascuna barca una sua stazza.
La formula RORC è adottata in Europa e prevede la suddivisione delle barche in tre categorie o classi: Ia classe, da 30 a 70 piedi di stazza lineare; 2a classe, da meno di 30 a 24 piedi di stazza lineare; 3a classe, da meno di 24 a 19 piedi di stazza lineare. La formula CCA è usata negli S. U. A., negli stati dell'America Meridionale, in Australia. Con formula STA vengono stazzati i velieri, oltre i 70 piedi di stazza RORC, che partecipano alle regate delle navi scuola oltre le 100 tonn. di stazza Tamigi. La formula JOG (o classe C) per regate costiere, è derivata dalla formula RORC e si applica alle imbarcazioni da regata-crociera che hanno lunghezza al galleggiamento compresa fra m 7,32 e m 4,88.
Accanto ai piani di costruzione disegnati volta per volta da architetti specializzati, vanno menzionati piani studiati e sperimentati da club o da privati, prescelti da un certo numero di amatori, e costruiti successivamente con identiche caratteristiche. Fra questi vanno ricordati i piani della RNSA (Royal Naval Sailing Association) che prevedono un tipo di barche da regata-crociera della lunghezza al galleggiamento di 24 piedi. Questo tipo ha dato eccellenti risultati nelle regate di Bermuda, del Fastnet, nella traversata dell'Atlantico, ecc. Lo sport velico della Marina militare italiana ha quattro unità del tipo RNSA 24 piedi (disegno dell'architetto inglese J. L. Giles).
I panfili da regata-crociera hanno attrezzature diverse: le più comuni sono: cutter, sloop, yawl, ketch, goletta (vedi vol. XXIV). Gli scafi sono in legno, ferro o metallo leggero; in alcuni casi il fasciame è in legno e le ossature in metallo. Gli alberi sono in legno o in metallo. Le dotazioni comprendono varî giochi di vele, ognuno dei quali adatto per una determinata andatura e intensità del vento.
I panfili da regata-crociera sono normalmente dotati di motore ausiliario per le manovre in porto e per gli spostamenti in calma di vento. Durante la regata i motori non vanno usati.
Classi da regata su poligono. - Possono suddividersi in monotipi e cioè identici in tutte le caratteristiche di costruzione (lunghezza fuoritutto, lunghezza al galleggiamento, larghezza, immersione, superficie velica, legnami e metalli adottati, ecc.); a restrizione, e cioè costruiti su caratteristiche variabili entro limiti sia pur ristretti; a formula, cioè con caratteristiche armonizzate entro le formule di stazza.
12 m Stazza Internazionale, costruiti secondo la formula IYRU sono stati prescelti per la coppa d'America 1958 e anche per le successive.
5,5 m S.I., costruiti secondo la formula IYRU 1951 hanno la deriva fissa a bulbo, attrezzatura a randa, fiocco e spinnaker; questa classe ha sostituito, nelle regate olimpiche e nelle maggiori competizioni internazionali, la classe 6 m S. I., sulla quale presenta come vantaggi un minor costo e più facile condotta (cfr. fig. 3A).
Dragone, monotipo a deriva a bulbo, attrezzatura a randa e fiocco; ha lo spinnaker. È imbarcazione di origine norvegese; ha ottima tenuta al vento e al mare (cfr. fig. 3B).
Star, monotipo a deriva fissa del tipo finn keel, scafo a spigoli, attrezzatura a randa e fiocco; disegnato nel 1911 negli S. U. A., ha larghissima diffusione per le sue eccellenti qualità di velocità, tenuta al mare e manovrabilità. La classe è diretta dall'associazione internazionale ISCYRA (International Star Class Yacht Racing Association) con sede a New York. L'ISCYRA attraverso il suo Comitato internazionale di stazza, rilascia il numero velico e il certificato di stazza, indìce annualmente i campionati mondiali ed europei, pubblica mensilmente lo Starlights, bollettino di informazioni e a fine d'anno il Log, annuario contenente i regolamenti della classe, l'attività svolta nell'anno decorso, l'elenco dei soci e delle barche, suddivise in distretti e flotte. Nel Log 1960 si è giunti all'assegnazione del numero velico 4200; i distretti sono 18 e coprono tutti i continenti; le flotte sono 210.
F. D. (Flying Dutchman), monotipo del 1951 a deriva mobile, attrezzatura a randa e fiocco; ha lo spinnaker. Ha per caratteristica la velocità; con andatura in poppa o al lasco con vento forte queste imbarcazioni sono plananti. Di manovra difficile, in quanto timoniere e manovratore debbono equilibrare continuamente lo sbandamento dovuto al vento e al movimento ondoso. In particolare il manovratore si avvale di un cavo di acciaio che parte dall'albero, all'attacco dello strallo, e l'estremità di tale cavo viene attaccata, con un gancio, ad una cintura che il manovratore tiene costantemente attorno alla vita. Con tale sistema il manovratore può spostare il corpo fuori bordo, e aumentare il braccio di leva raddrizzante. Quest'attrezzo è chiamato "trapezio". Gli scafi vengono costruiti in legno o in plastica; hanno casse d'aria che li rendono insommergibili. Un equipaggio ben allenato può raddrizzare la barca, se capovolta dal vento, e riprendere la regata senza aiuti esterni (cfr. fig. 3C).
Finn, monotipo scandinavo del 1950: ha deriva mobile, una sola vela e va condotto da una sola persona (solitario o singolo). Scafo in legno o plastica, dotato di casse d'aria. La classe è diretta dall'IFA (International Finn Association) (cfr. fig. 4A).
Le classi sopra descritte, tranne i 12 m S.I., sono state prescelte per le Olimpiadi 1960 e quindi sono attualmente le più diffuse. Altre classi internazionali sono:
Lightning, monotipo con deriva mobile di progetto statunitense 1939, scafo a spigoli, attrezzatura a randa e fiocco; ha lo spinnaker. È molto diffuso negli S. U. A. (ove ha sede la LCA, Lightning Class Association che dirige la classe) e anche nel Mediterraneo. Annualmente viene pubblicato l'Year Book della classe (cfr. fig. 4B).
Snipes (Beccaccini), classe fondata nel 1931 (v. App. I, p. 895), è tuttora fiorente; monotipo, scafo a spigoli con deriva mobile, attrezzatura a randa e fiocco. La classe è diretta dalla SCIRA (Snipe Class International Racing Association) con sede negli S. U. A., che svolge compiti analoghi all'ISCYRA.
Dinghy 12 piedi int., monotipo del 1913; con una sola vela al terzo; è ancora diffuso in Italia dato il basso costo e l'ottima tenuta al mare (cfr. fig. 4C; v. App. I, p. 894).
Classi nazionali. - Si può dire che in ogni nazione in cui viene praticato lo sport velico esistono monotipi o barche a restrizione adatte alle caratteristiche delle acque (mari, laghi, ecc.) dove verranno impiegate. Si va così dalle barche poco invelate su scafi larghi con ampî piani di deriva dei mari nordici, agli scafi leggeri e fortemente invelati delle nostre coste liguri o adriatiche. Nel 1949 l'USVI ha riunito le varie classi di deriva locali italiane, fra le quali la più diffusa era quella dei 6 m S.N., in 3 categorie: "U" "S" e "V", stabilendo le caratteristiche di ognuna, che così son diventate le tre classi nazionali.
Classe U (detta anche 5,5 m S.N.), scafi in legno a tondo o a spigoli, ampio piano di deriva, attrezzatura a randa e fiocco; ha lo spinnaker.
Classe S (detta anche 4,50 m S.N.), simile alla prima.
Classe V, velatura come sopra; è sorta nel 1950 a seguito di un concorso nazionale indetto dall'USVI.
Organizzazione di una regata. - Il circolo velico organizzatore, d'accordo con l'autorità velica nazionale, pubblica il bando di regata, documento in cui è indicato: data, località, classi invitate, controllo di stazza, programma delle corse, ecc. Nel bando, o in successive istruzioni, è anche indicata la formazione della giuria (composta in generale di 5 0 più persone) che presiede allo svolgimento tecnico della regata, e cioè partenza, arrivi, segnalazioni e controllo della regolarità del percorso, escussione delle eventuali proteste di un concorrente verso altro per infrazioni al regolamento di regata. Alla giuria spettano tutte le altre pratiche previste dai regolamenti affinché la corsa venga considerata valida e sia compilata la graduatoria finale e omologata. A suo tempo viene nominato il comitato di regata, che ha compiti direttivi e rappresentativi.
Regate-crociera di lunghezze variabili fra le 200 e oltre le 3000 miglia si svolgono per la maggior parte in oceano. A una regata-crociera partecipano generalmente unità di varie classi; per porre i concorrenti su un piano di eguaglianza, secondo accordi internazionali e relative formule di cui le più importanti sono quelle del RORC e del CCA, è determinato per ogni barca un coefficiente che applicato al tempo reale, impiegato da ciascun concorrente per compiere il percorso, determina il suo tempo corretto. La graduatoria finale è fatta sui tempi corretti. In generale nelle regate-crociera vengono assegnati premi al vincitore in tempo assoluto e ai primi della graduatoria in tempo corretto.
Le regate-crociera internazionali più importanti che si corrono periodicamente sono: 1) Fastnet: partenza da Cowes (is. Wight), giro dello scoglio Fastnet (situato a poche miglia a sud della punta SO dell'Irlanda), arrivo a Plymouth, circa 600 mg; 2) Newport-Bermuda, circa 600 mg; 3) Sidney-Hobart, oltre 960 mg; 4) California-Honolulu, oltre 2200 mg; Buenos Aires-Rio deJaneiro, oltre 1400 mg; Bermuda-Inghilterra, oltre 3000 mg. A queste gare, che si svolgono periodicamente, se ne aggiungono moltissime altre annuali su percorsi dalle 200 alle 300 mg, nella maggior parte fra le coste inglesi e le coste francesi della Manica.
Nel Mediterraneo vengono indette annualmente dal Comité International Courses croisières en Mediterranée, del quale l'Italia fa parte, regate-crociera su itinerarî che toccano a turno porti francesi, italiani, spagnoli, ecc., su percorsi di mg 200-300 circa ciascuno. La corsa classica, in Mediterraneo, è la regata della Giraglia, che si svolge annualmente sul percorso San Remo, isolotto della Giraglia (Corsica), Tolone (mg 240).
La STA (Sail Training Association), associazione internazionale con sede a Londra, indice ogni due anni regate fra navi a vela o panfili armati da personale delle marine militari e mercantili e delle scuole di marina. È obbligatorio che non meno della metà dell'equipaggio sia formato da giovani "allievi in corso di istruzione". A queste competizioni ha partecipato con successo per tre volte il panfilo Artica 2a dello sport velico della Marina militare italiana (2a classe RORC, lunghezza al galleggiamento m 9,90).
Nel 1956 alla Torbay-Lisbona (mg 850) concorrono nella 1a categoria 12 unità di 8 nazioni, nella 2a categoria 8 unità di 5 nazioni. Fra queste è l'Artica che vince la regata (comandante E. Junca). Nel 1958, l'Artica (8 persone di equipaggio) si trasferisce con i suoi mezzi da Livorno a Brest (2200 mg) partecipa a competizioni locali e quindi alla regata Brest-Las Palmas di 1327 mg (in 8 giorni e mezzo), giungendo prima in tempo corretto su 17 concorrenti di 9 nazioni (comandante M. Bini). Nel 1960, una squadra di 7 panfili dello sport velico della Marina militare, fra cui l'Artica, partecipa alla regata Cannes-Ischia (mg 359) riportando brillanti risultati.
Regate su poligono. - Hanno luogo, come già detto, in acque ristrette su percorsi determinati da segnalazioni marittime (boe, gavitelli, segnali ancorati), che variano da un semplice triangolo rettangolo, l'ipotenusa del quale è orientata verso la direzione del vento all'atto della partenza, a percorsi più complessi basati sempre sul principio che le imbarcazioni concorrenti debbono fare una metà circa del cammino totale su andatura di bolina e il resto su andatura a vento largo e in poppa. In generale i percorsi sono calcolati in modo che possano essere compiuti in 3-4 ore con vento medio.
Le regate internazionali su poligono più importanti sono: 1) giochi olimpici: aperti a più classi, può partecipare un equipaggio per nazione in ognuna delle classi. Su un totale di 7 prove, di cui una deve essere scartata, viene determinata la classifica finale; 2) Coppa d'America, in palio dal 1870: la gara si svolge, nelle acque della nazione detentrice, su 7 prove; vince chi ne guadagna 4. Nel 1958 la regata è stata vinta, per la 17a volta consecutiva, dagli S. U. A. con il Columbia, 12 m S.I., contro lo sfidante britannico Sceptre; 3) campionato mondiale delle classi: Star, Snipe, Flying Dutchman, indetto dalle rispettive associazioni internazionali; 4) campionato d'Europa delle classi: Star, Snipe, Flying Dutchman, Lightning e Singolo, indetto dalle rispettive associazioni internazionali; 5) Coppa d'Italia: offerta da Umberto I re d'Italia nel 1898, è riservata attualmente alla classe 5,5 m S.I., uno yacht per nazione; 6) Coppa di Francia, offerta dal Comité du yacht français nel 1891, riservata ai 5,50 m S.I., uno yacht per nazione; 7) Coppa d'oro (Scandinavian Gold Cup): istituita nel 1919 e donata nel 1922 dal Nylandska Jaktlubben di Helsingfors, è riservata ai 5,5 m S.I., uno yacht per nazione; 8) Coppa d'oro dei Dragoni: istituita nel 1937 dal The Clyde Yacht Club è riservata alla classe Dragoni.
Alla classe Dragoni sono riservate molte altre coppe, fra le quali la Virginie Heriot, la Duca di Edimburgo, il Marblehead Trophy, ecc. Moltissime altre sono le coppe challenge internazionali per le varie classi. Il proprietario di una barca da regata che intende tentarne la conquista deve lanciare la sfida al Club detentore e sottoporsi alla prova nei termini e con le modalità previste dai regolamenti.
Le regate nazionali sono indette dalla presidenza dei varî circoli e aperte ai soci e a tutti gli sportivi italiani. L'USVI presiede alla compilazione del calendario delle regate nazionali, possibilmente in base alle richieste di tutti i circoli velici che intendono indirne e patrocina le regate più importanti (assegnando contributi).
Nel 1959 erano iscritte nel calendario dell'USVI n. 101 giornate di regata. Annualmente si concorre in Italia per il titolo di campione nazionale nelle seguenti classi: Stelle, Snipe, F.D., derive Nazionali U ed S, Lightning, Dinghy e Finn. Le regate nazionali su poligono nel 1959 hanno raccolto gran numero di concorrenti e si sono svolte in 34 sedi. A molte di queste competizioni sono stati invitati anche concorrenti esteri. Le principali regate sono quelle indette dall'Yacht club italiano (Genova), dai Circoli Velici di Napoli, dal Circolo Adriatico di Trieste, dai Circoli di Palermo, Marina di Carrara, Lago di Garda.
La partecipazione italiana alle regate internazionali è stata negli anni 1946-60 attiva e costante, in tutte le classi e nella maggior parte delle competizioni. Nella voce Sport (in questa App.) sono riportate le principali vittorie.
Motonautica.
Nei Paesi che hanno coste marittime frastagliate o largo sviluppo di vie acquee interne, si è grandemente sviluppato negli anni successivi alla seconda guerra mondiale lo sport della navigazione a motore. La tendenza delle costruzioni è orientata verso imbarcazioni non troppo costose (e quindi prodotte in serie), dotate di alloggi che consentano la permanenza a bordo per qualche settimana. I motori prescelti sono o entrobordo, a benzina o Diesel, o fuoribordo singoli o accoppiati. Gli scafi sono in legno o metallo leggero e anche in plastica. Le sistemazioni interne comprendono una cabina di comando, un saloncino di soggiorno, un ponte scoperto (solarium), una o più cabine per alloggio, cucina e gabinetto. Negli S. U. A. sono sorte molte società per la costruzione di queste unità, così che gli amatori hanno a disposizione una gamma di tipi che variano dai panfili lussuosi dotati di molte cabine e larghe comodità, e quindi idonei a lunghe navigazioni oceaniche, a piccole unità dotate di due divani trasformabili in cuccette. Alcuni tipi di panfili a motore hanno particolari sistemazioni per la pesca. Lo sport motonautico, ormai molto diffuso in Europa, è in pieno sviluppo anche in Italia. I motoscafi si possono suddividere in unità da diporto e in unità da corsa.
Unità da diporto. - Non hanno alloggi, sono caratterizzate dalla capacità di raggiungere alte velocità e vengono utilizzate per brevi gite o rimorchio dello sci nautico. In Italia tali imbarcazioni sono numerosissime specie in quelle zone costiere che permettono un buon rifugio estivo. In molti porti italiani sono sorti, per iniziativa privata o di società, complessi di assistenza che provvedono all'ormeggio, alle manutenzioni, alle piccole riparazioni di scafi e motori, al rifornimento e al ricovero invernale.
I motoscafi sono generalmente dotati di motori entrobordo. Ma in questi ultimi anni hanno avuto grande sviluppo i motori fuoribordo (anche in Italia se ne costruiscono molti), che applicati sia ad una normale imbarcazione a remi sia su scafi appositamente disegnati, rivaleggiano spesso in velocità, comodità e sicurezza con gli entrobordo. Il pregio maggiore dei fuoribordo è quello di poter essere facilmente sistemati, tolti, trasportati. Un'imbarcazione dotata di fuoribordo può facilmente prendere terra su una spiaggia sollevando soltanto il motore. Un motore in avaria può essere facilmente portato alla più vicina officina, ecc. Gli scafi minori possono essere facilmente trasportati su carrello a rimorchio di una qualsiasi automobile, e i più leggeri (per lo più in plastica) sul tetto dell'auto.
Unità da corsa. - Negli ultimi anni i motoscafi da corsa hanno subìto una grande trasformazione per quanto riguarda la forma degli scafi. Grazie a nuovi studî idrodinamici si è giunti ai tre punti: scafi di forma ovale, provvisti di due scarponi laterali che in velocità sollevano lo scafo dall'acqua così che esso rimane appoggiato sugli scarponi (due punti) e l'elica (terzo punto); questa resta immersa nell'acqua per poco più della sua metà e il suo maggior rendimento è raggiunto quando essa è in cavitazione. Lo scafo, che è quasi piatto nella parte inferiore, raggiunta una certa velocità determina una portanza aerodinamica che concorre a diminuire lo sforzo idrodinamico. È così che con potenza limitata si riescono ad ottenere velocità superiori ai 300 km orarî.
Concorsi motonautici. - Sono gare di velocità fra motoscafi della stessa categoria e classe, generalmente in circuiti chiusi, su percorsi dai 9 ai 24 km. Alcune gare su lunghi percorsi, 50-100 km, si svolgono su fiumi, laghi, o tratti di mare in calma. Le categorie e le classi in vigore in Europa, e quindi anche in Italia, sono definite a seconda del peso complessivo, scafo e motore, oppure della cilindrata del motore.
Le principali categorie sono:
a) entrobordo da corsa: scafi a 3 punti; classi definite secondo il peso, nessun'altra restrizione: classe1, sino a 250 kg; 2, da più di 250 a 350 kg; 3, da più di 350 a 500 kg; 4, da più di 500 a 800 kg; 5, da più di 800 a 1200 kg; 6, da più di 1200 a illimitato;
b) entrobordo turismo: scafi a linee avviate (senza redan né scarponi, tunnels o altri sistemi aerodinamici). Sono classificati per cilindrata e devono mantenersi entro certi limiti di lunghezza, larghezza, peso, ecc.: classe 01, sino a 900 cm3; 02, da più di 900 a 1300 cm3; 1, da più di 1300 a 2000 cm3; 2, da più di 2000 a 3000 cm3; 3, da più di 3000 a 4500 cm3; 4, da più di 4500 a 7000 cm3; 5, da più di 7000 a illimitato.
c) fuoribordo da corsa: scafi a 3 punti, motori di costruzione libera; classi definite secondo la cilindrata: classe iunior, cilindrata sino a 175 cm3; A, più di 175 sino a 250 cm3; B, più di 250 sino a 350 cm3; C, più di 350 sino a 500 cm3; D, più di 500 sino a 700 cm3; X, più di 700 sino a 1000 cm3 con compressore; F, più di 700 sino a 1000 cm3 senza compressore.
d) fuoribordo da corsa STOCK: scafi a 3 punti, motori completamente e rigorosamente di serie. Classi definite secondo la cilindrata: classe B, sino a 350 cm3; C, da più di 350 a 500 cm3; D, da più di 500 a 700 cm3.
e) fuoribordo turismo sport: scafi piatti, senza scalino (redan), motori rigorosamente di serie: classe BU, sino a 350 cm3; CU, da più di 350 sino a 500 cm3; CI U, da più di 500 sino a 585 cm3; DU, da più di 585 sino a 700 cm3.
Organizzazione di un concorso motonautico. - L'autorità internazionale è l'UIM (Union International Motonautique), con sede a Bruxelles; sono affiliate 36 nazioni compresi gli S. U. A. L'UIM pubblica il regolamento delle corse, dei records, ecc. L'autorità nazionale è la FIM (Federazione Motonautica Italiana), con sede a Milano; organo del CONI, ad essa sono affiliate 40 società motonautiche italiane.
I concorsi periodici più importanti che si svolgono in Italia sono: concorso motonautico internazionale di Milano (idroscalo); concorso motonautico internazionale di Venezia; Gardone, Coppa dell'Oltranza; Coppa delle 100 mg di Como; raid Pavia-Venezia; raid Roma-Fiumicino-Roma.
Annualmente l'UIM mette in palio i titoli di campione mondiale e di campione europeo per ogni categoria e classe. Dette competizioni internazionali vengono organizzate in varie località dalle federazioni affiliate alla UIM. Nel 1960 si sono svolte in Italia 43 concorsi motonautici nelle sedi di 38 associazioni. Per la partecipazione italiana ai concorsi motonautici internazionali, e i risultati sportivi, v. sport, in questa Appendice.
Canottaggio.
A partire dal 1945 lo sport del canottaggio è stato ripreso attivamente in tutto il mondo. La Federazione Italiana Canottaggio (organo del CONI), con sede a Roma, contava nel 1960, 192 società affiliate.
Alle 7 classi tradizionali di imbarcazioni (singolo; doppio; due con; due senza; quattro con; quattro senza; otto con) si sono aggiunte di recente le canoe: imbarcazioni di origine nordica (finlandese e canadese), consistono di scafi leggerissimi (dai 16 ai 22 kg), armati da uno o due vogatori con remi a pagaia. Vi sono anche canoe a 4 vogatori. A seconda dei tipi di scafo, i vogatori agiscono stando seduti sul fondo oppure inginocchiati.
Per le imbarcazioni tradizionali le costruzioni sono orientate verso l'impiego di legno compensato, anziché fogli di cedro, per ottenere, a parità di peso, maggiore rigidezza. Per i remi la tendenza è di accorciare le pale, allargandole di quanto è necessario per mantenerne invariata la superficie.
Le autorità internazionali sono: la Federation Internationale des Sociétés d'Aviron con sede a Montreux, e la International Canoa Federation con segreteria a Stoccolma e presidenza a Parigi. Ad ambedue le associazioni partecipa l'Italia.
Le gare internazionali periodiche più importanti sono: giochi olimpici (partecipano le 7 classi e le canoe); campionati europei, ai quali sono ammessi anche gli equipaggi di altri continenti; incontro internazionale di Milano (annuale); regate di Henley, Inghilterra (annuale); regate di Lucerna (annuale). Le gare nazionali più importanti sono: campionato nel mare (per iole da mare); campionati nazionali iuniores e seniores; campionati nazionali di canoa; campionati militari, universitarî, scuole medie, ecc. Numerosi sono poi gli incontri fra società sportive.
L'Italia è divisa in 13 zone. Fra i varî tipi di manifestazioni remiere si può contare che in ogni zona vi sia almeno una riunione ogni 15 giorni per tutto l'anno, tranne i mesi invernali. Per la partecipazione italiana alle gare internazionali, e i risultati sportivi, v. sport, in questa Appendice. Vedi tav. f. t.
Bibl.: G. Fatteri, Canottaggio, Milano 1946; C. Leygues, Le canoë, Parigi 1947; R. Mathèren, Le canoë canadien, Parigi 1947; J. H. Illingworth, Offshore, Londra 1949; E.M.C. Barraclough, Yacht flags and ensigns, Londra 1951; A. Coles e D. Philips Birt, Yachts and their recognition, Londra 1953; A. Anastasi, Note sulla meccanica della voga, Roma 1953; H. Rittlinger, Die neue Schule des Kanussport, Wiesbaden 1954; M. de Kerviler, Navigation de croisière, Parigi 1956; G. Ghibaudi, Diporto nautico, Genova 1958; M. Blewitt, Celestial navigation for yachtsmen, Londra 1958; E. Bruce, La croisière en haute mer (trad. dall'inglese), Parigi 1958; B. Ziravello, Porticciolo d'Italia, Genova 1960 (è un portolano per crocieristi): Annuario dell'USVI, Genova 1960; N. Ratti, Manuale di bordo per la navigazione di diporto, Venezia 1960; J. Peytel, Yachting, Parigi s.d.; J. Proctor, La pratique du yachting leger, ivi s.d.; T. Wells, La course scientifique en voiliers, ivi s.d.; Das Motorboat, Monaco di B. s. d.
Riviste: 14 nazioni pubblicano riviste di yachting; si citano le più diffuse: Vela e motore, Milano; Yachting italiano (Genova-Quarto); Altomare (Genova-Quarto); La motonautica italiana (Milano); Bollettino nautico (Milano); Spruzzi e virate (Milano: pubblicaz. cessata); Il canottaggio (Fed. italiana canottaggio, Roma); Le yacht journal de la marine (Parigi); Bateaux (Parigi); Cahiers du yachting (Parigi); L'aviron (Parigi); Yachts and yachting (Southend-on-Sea, Sussex); Yachting monthly (Londra); Yachting world (Londra); Motor boating (New York); The rudder (New York); Yachting (New York); Die Yacht (Berlino e Biefeld).