NAZARIO e CELSO, santi
La storia di questi martiri comincia dalla celebre invenzione delle loro reliquie avvenuta a Milano nel 393, presenti S. Ambrogio e il suo biografo Paolino. Le due sacre spoglie erano tumulate in un giardino fuori della città. Il corpo di Nazario fu trasportato alla chiesa edificata da S. Ambrogio presso la porta Romana in onore degli Apostoli, più tardi denominata dal martire. Il corpo di Celso restò nel luogo della sua inumazione, ove poi fu eretta una basilica.
Mezzo secolo dopo la scoperta, un anonimo d'origine africana, ma che doveva appartenere al clero milanese, compose gli Atti dei due martiri, e di questo documento agiografico molto immaginoso ebbe notizia Ennodio che scriveva nella seconda metà del sec. V. L'anonimo inventa un viaggio di Nazario in varie città d'Italia, poi a Nizza, dove gli si sarebbe aggiunto il pagano Celso, quindi attraverso le Gallie fino a Treviri, a Milano, a Roma, e di nuovo a Milano. Tempo del martirio sarebbe stato il regno di Nerone.
Ma Paulino (che scriveva circa il 420) non sapeva nulla del tempo cui Nazario apparteneva. Il Savio, da elementi indiretti, ha congetturato che fosse un martire delle ultime persecuzioni. Il nome Nazario è piuttosto di origine celtica, e lo si può quindi considerare un elemento locale. Il luogo del seppellimento è forse lo stesso cemeterio romano in cui vennero deposti S. Castriziano e S. Calimero.
Bibl.: F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300. La Lombardia, I, Milano, Firenze 1913, specialmente pp. 811-819. V. pure H. Delehaye, Les orig. du culte des martyrs, 2ª ed., Bruxelles 1933, pp. 77-79 e 337.