'Ndrangheta
'ndràngheta s. f. – Associazione segreta di stampo mafioso, nata in Calabria verso la fine del 19° secolo. La marcata sovrapposizione tra la famiglia di sangue e quella criminale (detta 'ndrina) ne è elemento fondante e distintivo. Sono gli stretti vincoli parentali – oggi come in passato – la ragione dell'incisiva coesione interna e dell'assoluta impermeabilità verso l’esterno che determinano anche il primato del minor numero di collaboratori di giustizia (i pentiti) rispetto alle altre mafie italiane. È considerata unanimemente l’organizzazione criminale italiana più potente al mondo sul piano economico e militare, tanto da essere inserita, nel 2008, nella lista nera delle più pericolose organizzazioni di narcotrafficanti stilata dal dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Secondo l'Eurispes, il suo giro d'affari ammonta a circa 44 miliardi di euro all'anno (il 3% circa del PIL italiano). Per lungo tempo è stata ritenuta, tuttavia, una mafia rurale e arcaica, specializzata in sequestri di persona: la sua evoluzione criminale è stata sottostimata e messa in secondo piano anche a causa della strategia stragista attuata da Cosa nostra (1992-93), sul cui contrasto lo Stato ha dovuto concentrare forze e attenzione. Afferma la propria egemonia tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta del 20° sec., investendo le masse di denaro, accumulate con sequestri di persona ed estorsioni, nel traffico di narcotici e sfruttando i mutamenti geopolitici epocali come la caduta del Muro di Berlino e lo sgretolamento delle economie comuniste per ampliare i propri affari all’estero. Cavalca il business del passaggio dall’eroina alla cocaina, fino ad allora monopolio di Cosa nostra, risultando da subito un interlocutore affidabile per i narcotrafficanti sudamericani, restii a stringere ulteriori accordi con la mafia siciliana a causa dell’ondata di collaborazioni con la giustizia. Paragonata dalla Direzione nazionale antimafia a una «holding mondiale del crimine», oggi la 'n. è diventata una vera e propria forza transnazionale. Ha ramificazioni in tutti i continenti e migliaia di affiliati, costituiti in cellule dette locali, fedeli alla casa madre calabrese, ma autonome nelle scelte operative. Detiene il monopolio del traffico di cocaina dal Sudamerica, opera nel traffico di armi e di rifiuti tossici, manipola gare d'appalto, ha disponibilità finanziarie che le permettono investimenti immobiliari e nell’acquisto o nella partecipazione di quote di imprese in qualsiasi angolo del mondo. Ha dimostrato capacità di penetrazione anche negli apparati investigativi, di sicurezza e della massoneria deviata. Ha sempre privilegiato l’infiltrazione silenziosa nell'economia legale e nella politica piuttosto che la sfida aperta allo Stato. La tradizione è infranta il 16 ottobre 2005, quando, a Locri, un commando di sicari uccide il vicepresidente della Regione Calabria, Francesco Fortugno, in occasione delle elezioni primarie indette dallo schieramento di centro-sinistra. È la prima volta che la 'n. colpisce alte sfere della classe politica locale: l'evento obbliga l'opinione pubblica a prendere atto della sua potenza eversiva. Nel ferragosto 2007 la cosiddetta strage di Duisburg fa il giro del mondo e porta alla sua attenzione la pericolosità della mafia calabrese. Nella città tedesca sei giovani originari della locride vengono trucidati all'uscita di una pizzeria: l'eccidio è l'ultimo atto della cosiddetta faida di San Luca. Nel 2009 la polizia tedesca censisce decine di ‘ndrine presenti in Germania e registra centinaia di affiliati. Latitanze dorate e proliferazione di cellule mafiose all'estero sono agevolate dall'assenza del reato di associazione mafiosa nei codici penali degli stati esteri e dall'inesistenza del regime speciale di carcere duro per i mafiosi (art. 41 bis cod. pen.). Nel 2008, per la prima volta, la Commissione parlamentare antimafia pubblica una relazione ad hoc sul fenomeno 'ndranghetista. Nel gennaio del 2010 un ordigno esplode colpendo la Procura generale di Reggio Calabria. Nello stesso anno il Parlamento introduce ufficialmente il reato di 'ndrangheta (prima incluso, ma non esplicitamente menzionato, nell'art. 416 bis che regolava l'associazione mafiosa). Sempre nel 2010 un'inchiesta giudiziaria congiunta tra le procure di Reggio Calabria e Milano porta all'arresto di oltre 300 affiliati, segnando, oltre che una svolta epocale nel riconoscimento del radicamento della 'n. nel Nord Italia, una ricostruzione dell'attuale organigramma della stessa e dei rapporti tra le cosche in ambito nazionale ed estero. Le indagini svelano l'unitarietà della 'n. moderna (precedentemente concepita come una confederazione orizzontale di famiglie mafiose) e l'esistenza di un organismo di vertice riconosciuto collegialmente, detto provincia. Quest’ultima non è paragonabile alla cupola (o commissione) di Cosa nostra, poiché non decide su quali affari le differenti famiglie debbano indirizzarsi – ognuna risponde alla cosca di appartenenza –, ma ha un ruolo di coordinamento, dirime le controversie che potrebbero nascere dalla gestione di un affare, decide del mantenimento degli equilibri tra le cosche e la nascita di nuovi sodalizi. Nel 2012 la Procura nazionale antimafia definisce la 'n. «una presenza istituzionale strutturale nella società calabrese»: un'organizzazione in cui si fondono riti arcaici e vecchi codici di affiliazione, che ha saputo però allevare le nuove generazioni preparandole a livello professionale nel confronto con rappresentanti politici, istituzionali e imprenditoriali di primo livello. Anche nel Nord Italia, rileva la magistratura, le cosche operano in sinergia con imprese autoctone o dietro lo schermo di esse in condizione di assoggettamento (spesso cosciente).