né
1. Della congiunzione coordinante negativa né, le attestazioni, pochissime nella Vita Nuova (10, di cui 2 in poesia: circa lo 0,05% del lessico totale), sono statisticamente più frequenti, ma in modo scarsamente significativo, nelle Rime (33, di cui 4 nelle Rime dubbie; circa lo 0,22 %), nel Convivio (120: circa lo 0,17 %) e nella Commedia (171, di cui 67 nell'Inferno, 42 nel Purgatorio e 62 nel Paradiso: circa lo 0,17 %).
La funzione più frequente di né è quella di presentare sotto forma negativa due o, raramente, più enunciati successivi e tra loro coordinati, alcuni dei quali sono preceduti in tutti i loro membri da né; inoltre, soprattutto nelle opere in prosa, né ricorre in principio assoluto di proposizione o di frase, con decisa enfasi negandone il contenuto.
1.1. La forma antevocalica ‛ ned ', eredità siciliana (cfr. Iacopo da Lentini Madonna ha 'n sé vertute 10 " né fu ned è né non sarà sua pare "), ripresa, ad es., dal lucchese Bonagiunta (Molto si fa brasmar 41 " Valor non sta celato / ... ned omo innamorato ") e dai fiorentini Brunetto Latini (Tesoretto 2687 " chi non puote in fretta fornir la sua vendetta / ned afender cui vole ") e Lapo Gianni (O morte 58 " Tu non ti puoi, maligna, qui covrire, / ned a ciascun disdire "), ricorre in tre luoghi del Fiore (XXIX 4 per forza ned a patto, LXXI 13 Non vi varrà gittar di manganello, / ned a le guardie lor folle musaggio, LXXXIII 7 ella non prenderebbe per me affanno, / ned al castel non darebbe già danno) e in uno del Detto (v. 230 Amor sì l'ha inchesto [il me' cor], / ned e' non ho inchesto [" io non ho chiesto "] / se potesse aver termine).
1.2. Anche l'uso pleonastico di ‛ non ' di fronte a verbo nella proposizione introdotta da né, attestato soltanto in Rime XLII 7 di aver ver voi ho men d'un moco, / né per via saggia come voi non voco (in uno dei sonetti a Dante da Maiano, certamente non estranei allo stile del corrispondente) e LXVIII 31 l'anima mia non chiede altro diletto, / né il penar non cura il quale attende (tratto di sintassi arcaica, secondo il Contini [Rime], in una canzone dai caratteri particolarmente arcaici; diversa la struttura del periodo in CIV 12 Ciascuna [donna] par dolente e sbigottita, / come persona.... / cui tutta gente manca / e cui vertute né beltà non vale, ove non non è pleonastico), in If II 93 la vostra miseria non mi tange, / né fiamma d'esto 'ncendio non m'assale, e in due luoghi del Convivio, IV XIII 2 e, probabilmente, VIII 8 (non faccio contra la intenzione del Filosofo, e però né la reverenza che a lui si dee non offendo: qui, tuttavia, né dopo altra congiunzione coordinativa - come in XIV 10 in loro generazione di nobilitade essere non può; e così né viltade - può significare " neppure ": v. 3.3.), ma costante nel Fiore e nel Detto (oltre ai luoghi sopra citati, cfr. Fiore CLXX 1, 2, 9 e 13 Né non amar già uom che 'n sua bellezza / si fidi, né ch'egli a lisciarsi 'ntenda / ... Né non puote aver cuor di ben amare / ... né non intende ch'a lor barattare; CLXXII 4 nostr'arte sì nol vuol né nol comanda), è eredità siciliana (cfr. il luogo - del Notaro citato in 1.1.) che ricorre, anch'essa, in Brunetto (Tesoretto 2109 " non rizzar lo tu' petto, / né non sie più corrente / che porti 'l convenente "), in Cino da Pistoia (Per una merla 6 " né d'altro mai poscia non mi sovenne ") e nell' ‛ Amico di Dante ' (Noi semo inn-un cammino 13 " quegli è saggio, che nel grado monta / mezzanamente, né mai non fa salto / che disinor gli torni "; Sed io vivo pensoso 13 " né mi' diritto dimostrar nonn-oso ").
2. Nelle opere in poesia l'uso di né è collegato, nella maggioranza assoluta dei casi, con sedi determinate del verso, secondo una caratteristica distributiva che, risalendo agl'inizi della nostra letteratura (v. 2.4.), può considerarsi un tratto retorico, che, anche se di tradizione latina, è, a volte, tipico di un livello particolare, non dotto, dalle chiare cadenze popolaresche. Le sedi preferite sono l'inizio del verso - sia endecasillabo che settenario - e quella successiva alla cesura, all'inizio, cioè, della seconda parte del verso. Cfr. Vn XXI 4 12 Quel ch'ella par quando un poco sorride, / non si pò dicer né tenere a mente, e XXXI 10 19 no la ci tolse qualità di gelo / né di calore, come l'altre face.
Nelle Rime, né ricorre 20 volte su 33 complessive in inizio di verso (XLII 7, L 7, LXVIII 31, LXX 6, LXXXIII 117-118 né 'l sole [se ne duole] per donar luce a le stelle, / né per prender da elle / nel suo effetto aiuto: non è raro il succedersi di due versi inizianti con né; XC 8 né [" e non "] ira contra te fa lunga prova, 15 pintura in tenebrosa parte / ... non si può mostrare / né dar diletto di color né d'arte, e 59-60 non s'accorge ancor com'ella piace, / né quant'io l'amo forte, / né che ne li occhi porta la mia pace; XCIX 6, C 38, e 64 io de la mia guerra / non son però [" nonostante ciò "] tornato un passo a retro, / né vo' tornar; CII 48 Né per altro disio [" io desidero "] viver gran tempo; CIII 10, e 15 Non trovo scudo ch'ella non mi spezzi / né loco che dal suo viso m'asconda; Rime dubbie VIII 9, XXIX 4, e 10 Amor non è sustanza, / né cosa corporal ch'abbia figura) e 5 volte in cesura (XC 43 lo qual a lui non dà né to' virtute; XCI 95 con rei non star né a cerchio né ad arte: probabile locuzione popolare, " né a chiacchiera né a lavoro "; CIII 13 sì ch'io non so da lei né posso atarme [cfr. Pd I 6 vidi cose che ridire / né sa né può chi di là sù discende]; CII 21 E mai non si scoperse alcuna petra / ... che tanta avesse né vertù né luce; CIV 12), due delle quali sono precedute da un altro né nella prima parte del verso (CI 24 dal suo lume non mi può far ombra / poggio né muro mai né fronda verde: cfr. Fiore LXXI 14, e v. 2.4.) e in inizio di verso in XCIX 6 La sua sentenzia non richiede fretta, / né luogo di romor né da giullare, con cadenza ancora popolareggiante. Nella canzone trilingue (Rime dubbie V) cominciano con nec e neque i vv. 22 e 32, con né il v. 13.
Delle 4 attestazioni di né in Le dolci rime (Cv IV), 3 ricorrono in inizio di verso: v. 54 né la diritta torre / fa piegar rivo, e 61-62 Né voglion che vil uom gentil divegna, / né di vil padre scenda / nazion... gentil.
2.1. Nella Commedia, dei 171 casi di né, 73 ricorrono in inizio di verso (cfr. If II 93, III 39 e 41, XV 100, XVII 18, XIX 127, XXVII 119 né pentere e volere insieme puossi, XXXII 9; Pg II 133, V 39 Vapori accesi non vid'io sì tosto / di prima notte mai fender sereno, / né, sol calando, nuvole d'agosto; XIV 55, XV 144, XX 149 e 150; Pd I 118, IV 33VII 88 e 112, IX 100 e 101, XI 67, 88-90 Né li gravò viltà di cuor le ciglia / ... né per parer dispetto a maraviglia; XIII 87, XV 22 e 40, XIX 9, XXXII 93, ecc.). In 12 casi né è all'inizio del verso e in cesura (If X 75 né mosse collo, né piegò sua costa; XXIV 88 e 100 Né O sì tosto mai né I si scrisse; XXVI 94 né dolcezza di figlio, né la pieta / del vecchio padre, né 'l debito amore / ... vincer potero dentro a me l'ardore; XXVII 91, XXVIII 46 Né morte 'l giunse ancor, né colpa 'l mena; XXXII 101 né ti dirò ch'io sia, né mosterrolti; Pg XVII 91, XXI 50, XXIV 1 Né' 'l dir l'andar, né l'andar lui più lento / facea; Pd XI 70, XIV 11 nol vi dice / né con la voce né pensando ancora). In 23 casi né è in cesura (If XII 90 non è ladron, né io anima fuia; XIII 7 Non han sì aspri sterpi né sì folti; XVIII 39, XX 18, XXII 11, XXIV 48 seggendo in piuma, / infama non si vien, né sotto coltre; XXVI 95, XXVII 91-92, XXXIII 52-53 Perciò non lacrimai né rispuos'io / tutto quel giorno né la notte appresso; Pg II 32 e 132 com'om che va, né sa dove rïesca; IX 136, XIII 7 Ombra non li è né segno che si paia, XXXII 61; Pd IV 9, V 127 ma non so chi tu se', né perché aggi / ... il grado de la spera / che si vela a' mortai con altrui raggi; IX 101, XII 124, XIX 8 E quel che mi convien ritrar testeso, / non portò voce mai, né scrisse incostro, / né fu per fantasia già mai compreso: cfr. VI 33; v. 2.2., e cfr. anche Brunetto Latini Tesoretto 268 " ma lingua né scrittura / non seria soficente / a dir compiutamente / le bellezze ch'avea "; Pd XXII 84, XXIV 102 l'opere seguite, a che natura / non scalda ferro mai, né batte incude, XXV 115).
2.2. Due attestazioni di né in uno stesso verso sono più frequenti nell'Inferno (15) che nel Purgatorio (5) e nel Paradiso (6). Nella Commedia ritorna 18 volte una coppia di termini che sono collegati tra loro da né nella seconda parte del verso, dopo la cesura: If I 103 Questi non ciberà terra né peltro; IV 84 sembianz' avevan né trista né lieta; XVII 17 non fer mai drappi Tartari né Turchi; XXII 69 ch'i' non temerei unghia né uncino; XXV 69 Vedi che già non se' né due né uno; XXVII 13 per non aver via né forame; XXVIII 90 non sarà lor mestier voto né preco; XXXI 124 Non ci fare ire a Tizio né a Tifo; Pg XII 42 che poi non sentì pioggia né rugiada; XXVI 55 non son rimase acerbe né mature; XXVIII 33 raggiar non lascia sole ivi né luna; Pd I 58 Io nol soffersi molto, né sì poco; VI 63 che nol seguiteria lingua né penna, e 120 perché non li vedem minor né maggi; XV 51 il magno volume / du' non si muta mai bianco né bruno; XVI 77 non ti parrà nova cosa né forte; XVIII 136 ch'io non conosco il pescator né Polo; XXX 121 Presso e lontano, lì, né pon né leva.
In 5 soli casi una coppia di termini negati occupa la prima parte del verso, sino alla cesura: If XIX 94 Né Pier né li altri tolsero a Matia / oro od argento; XXV 63 né l'un né l'altro già parea quel ch'era; XXIV 109 erba né biado in sua vita non pasce; Pd I 6 (v. 2.), XIII 57 quella viva luce.., non si disuna / da lui né da l'amor ch'a lor s'intrea.
2.3. Come risulta dagli esempi, da né sia ripetuto che non di fronte ai due termini, sono spesso messi in contrasto concetti contrari, in espressioni polari (anche collegate tra loro dall'allitterazione e, in genere, facilmente memoralizzabili) che, dalla denotazione degli estremi di un campo semantico, ne escludono anche la totalità connotativa: cfr. If II 33 né io né altri, " nessuno, me compreso "; Pg IV 102 né io né ei, " nessuno di noi due "; If IV 84, XXII 11 cavalier... né pedoni, XXV 69, XXVIII 90; Pg XXVI 55, XXVIII 33, XXX 2 occaso... né orto; Pd I 58, VI 63 e 120, XV 51, XXX 121 (cfr. Rime XC 43, e cfr. 2.), XXIX 20 né prima né poscia.
2.3.1. Struttura sintattica affine mostrano If XXII 12 né nave a segno di terra o di stella, e XXXII 9 né da lingua che chiami mamma o babbo (cfr. Pd IV 33 né hanno a l'esser loro più o meno anni).
2.4. Della distribuzione preferenziale di né in sedi particolari del verso è facile trovare precedenti, dalla poesia siciliana a quella stilnovistica: cfr. Iacopo da Lentini Molti amadori 12 " cad io non sono mio né più né tanto "; Madonna ha 'n sé vertute 10-11 " né fu ned è né non sarà sua pare, / né 'n cui si trovi tanto compimento " (cfr. Guinizzelli Gentil donzella 4 " par di voi non fu ancor nata / né sì compiuta de tutto valore "); Feruto sono 9 " ca più d'un dio non è né esser osa [" può "] " (cfr. Guittone S'eo tale fosse 12-13 " Ché Natura né far pote né osa / fattura alcuna né mag[g]ior né pare ", con cui cfr. a sua volta If XIX 16 Non mi parean men ampi né maggiori, Pd VI 120); Guido delle Colonne La mia vit'è sì forte 2 " ched eo non posso né viver né morire " (cfr. Pd I 58, XVI 77 e If XIII 7); Folgore Di marzo sì vi dò 12 " Chiesa non v'abbia mai né monistero "; Angiolieri La mia malinconia 10 " ch'ella no mmi vòl né mal né bene "; Guittone O dolce terra 80 " non pò sperare / de mal ben alcun trare, / né di ben mal, né Dio credo 'l consenta "; Cavalcanti I' prego voi 16 " Ch'altro cor non poria pensar né dire "; Novelle ti so dire 7 " la tua faccia, ch'è sì dura / che non la riterria ponte né mura " (cfr. Fiore LXXI 14 Non vi varrà / ... porte né mura, né trar di quadrello); Un amoroso sguardo 6 " della mia donna, verso cui non vale / merzede né pietà né star soffrente " (per la distribuzione e il ritmo, cfr. Fiore LXXI 7 già tanto non avrebbe in sé bellezza, / cortesia né saver né gentilezza); Lapo Gianni Angioletta in sembianza 35 " Non spero dilettanza / né gioi' aver compita "; Cino da Pistoia Or dov'è, donne 11 " ma non curate né Dio né preghera "; Deh, quando rivedrò 36 " però che 'n te non nasce bon né bello "; Amico di Dante Omo non fu 11 " né già non partirò ch'i' non vi sia / leale e ubidiente ".
2.5. Anche nei settenari del Tesoretto è frequente l'uso di né all'inizio del verso, ad es. al v. 79 " omo... / che sia degno d'avere, / né quasi di vedere, / lo scritto ch'io vi mostro ", 132 " per gentil legnaggio / né per altro barnaggio " e 208 " null'omo parlante / le porria nominare / né 'n parte divisare ". In questi luoghi, dalla simile struttura sintattica, l'uso di né s'inserisce in una struttura semantica pleonastico-elucidativa, non senza che - come è perspicuo soprattutto nel Fiore e nel Detto - o un'intiera coppia negata, specialmente se formata da termini polari (cfr. Tesoretto 5, 363, 1756, 1947, 2157-60), o il sintagma coordinativo introdotto da né rappresenti una zeppa o, in alcuni casi, una variante espressiva anche esemplificatoria (vv. 266-267, 297, 568, 339, ecc.) e, dal punto di vista ritmico, una sorta di cadenza non priva di cantilenanti risonanze popolaresche, come ad es. nelle . allitterazioni dei vv. 1191 e 1559, e nelle corrispondenze colonnari dei vv. 464 (" sanza neuno espetto / di freddo o di calore, / d'ira né di dolore "), 1203 (" non bestia non uccello, / non fiume, non ruscello, / né formica né mosca / né cosa ch'io conosca "), 2294-96 " non cura d'onore, / né morte né romore / né periglio ch'avegna / né cosa che sostegna "), 1783 " in piazza né in tempio " (cfr. Fiore CLXIV 10 a chiesa o vero a ballo o vero a piazza), ecc.
3. Nelle prose della Vita Nuova le 8 attestazioni di né appaiono in sei luoghi, perché in due di questi l'uso di né è polisindetico: in XXII 6 Questi ch'è qui piange né più né meno come se l'avesse veduta - in una locuzione comparativa, semanticamente pleonastica quanto enfaticamente significativa, che appare in Tesoretto 363 " non ha nulla balia / di far né più né meno / se non aquesto freno ", e nel Convivio (v. 3.1.) - .e in XXV 10 dico che né li poete parlavano così sanza ragione, né quelli che rimano deono parlare così non avendo alcuno ragionamento... di quello che dicono, ove uno stesso contenuto espressivo, affermato per il passato (" i poeti parlavano con ragione ") e proposto per il futuro (" i poeti parleranno con ragionamento "), riceve dalla forma negativa una decisa perentorietà, con consapevolezza retorica che, manifestata dall'uso di né, è tuttavia diversa da quella osservabile nell'uso di né in poesia.
Analogamente, anche quando corrisponde a " e non (c'era nessuno che) ", l'uso di né in' XXVI 3 quelli che la miravano comprendeano in loro una dolcezza onesta e soave... né alcuno era lo quale potesse mirare lei, che nel principio nol convenisse sospirare, conferisce alla proposizione coordinata il carattere di un'esclusione assoluta, per il contrasto e il rilievo ben netti della negazione iniziale, tonica e dall'acuto timbro vocalico.
Né coordina inoltre tra loro, facendoli dipendere da un unico verbo, due infiniti (XXXVI 2 non potendo lagrimare né disfogare la mia tristizia; XXVI 1 non ardia di levare li occhi, né di rispondere a lo suo saluto) e due elementi nominali (XXI 8 la memoria non puote ritenere lui né la sua operazione).
3.1. Nel Convivio i polisindeti coordinati da né raggiungono anche cinque termini (II IV 9 Nessuno dubita, né filosofo né gentile né giudeo né cristiano né alcuna setta; IV XII 6 Io in nullo tempo per fermo né le pecunie di costoro, né le magioni magnifiche, né le ricchezze, né le signorie, né l'allegrezze... tra cose buone o desiderabili dissi), quattro (I I 12 né denti né lingua ha né palato; né alcuno assettatore di vizii; II XIV 17 notte non sarebbe né die, né settimana né mese né anno) e tre (III VII9 né è in loro lo principio di queste operazioni, né conoscono che sia ciò, né intendono per quello alcuna cosa significare; XIV 8 Democrito... né barba né capelli né unghie si togliea). Più frequenti, e con struttura analoga a quella osservata nella Vita Nuova, sono i bisindeti tra verbi, come in I II 11 perché né consentire né negare puote; III 3 né altri contra me avria fallato, né io sofferto avria pena ingiustamente (si osservi l'uso chiastico dell'ausiliare ‛ avere '); III I 2 né dire né intendere si potrebbe; IV IV 10 più sottile in acquistando né fu né fia (cfr. V 8 Né 'l mondo mai non fu né sarà sì perfettamente disposto come allora... E... pace universale era per tutto, che mai, più, non fu né fia), e quelli tra elementi nominali e avverbiali, come in II X 10 né in mondo né dopo la vita; III IV 6 non merita né vituperio né loda, e 8 né più né meno come ne la risposta del prete (cfr. I VII 9 trentadue denti a l'uomo, e non più né meno, e... cinque dita ne la mano, e non più né meno; v. 2.4.); IV IV 11 né termine di cose né di tempo pongo; VI 19 né per proprio studio né per consiglio; VIII 4 né contra l'imperiale maiestade né contra lo Filosofo; XV 14 né per [" da "] loro né per altri si possono le cose sapere (v.2.3.); II XII 2 né 'l mio né l'altrui consolare valea; IV XXVII 12 non noccia a sé né ad altrui. In I VII 6 la doppia negazione chiude il periodo con un'espressione cumulativa: non averebbe fatto sanza comandamento, per suo volere, né tutto né in parte.
In tutti gli altri casi - come, tra i precedenti, in IV XXVII 12 - né nega soltanto il secondo termine, perché il primo è accompagnato dall'avverbio negativo ‛ non ' o da forma aggettivale o pronominale negativa. Anche in questi casi si deve distinguere il contrasto denotativo tra i due termini dalla gradazione ó precisazione semantica operata dal secondo. Per il primo tipo, più frequente, cfr. I VI 5 non li potrebbe onorare né servire; II V 3 quelle cose... noi sapere... non potavamo, né veder veramente; III XII 9 non dovea né potea Iddio da quella produzione rimuovere; IV V 12 E ciò non potea né dovea essere; III II 18 non pare potersi né doversi predicare; IV IX 5 e non fa né può fare; I VIII 11 non viene più caro; né più caro può venire; IV X 10 non sia fattore de l'altro né possa essere; XV 14 mai... non cercano né ragionano; XXVIII 4 cotale morte non è dolore né alcuna acerbitate, e 11 con tanta ricchezza né con tanto guadagno; II VII 3 non dal senso né d'altro che sia meno nobile; III I 4-5 più bello né più profittabile sermone non era... più licito né più cortese modo di fare a se medesimo altri onore non è; III XI 16 non era esso luce né speranza; IV IV 8 non per ragione né per decreto di convento universale; VIII 14 non è tracotanza né cosa da biasimare; IX 13 e 16 non è da credere né da consentire; XV 3 non... di vile uomo in lui medesimo, né di vile padre in figlio; XIX 9 vergogna non è laudabile né sta bene ne li vecchi; XXII 9 nullo diletto è maggiore, né nullo altro pare.
Per il secondo tipo, cfr. Cv I VI 1 non sarebbe stato conoscente, né obediente a quelle; II XIV 17 non sarebbe generazione né vita di filicitade; III IV 9 intendere non le potemo né comprendere perfettamente; IX 6 non si può dire che sia propriamente visibile, né propriamente tangibile; IV XV 16 di costoro... non è da curare né da avere con essi faccenda (cfr. If III 51); XXII 10 non ha luogo, né istanza puote avere. Si tratta, specialmente nel primo tipo, di espressioni collegate con lo stile dialettico del trattato, cui si attribuirà la maggiore frequenza di né nel Convivio che nella Vita Nuova.
3.2. In una quindicina di casi né apre una proposizione o una frase: il verbo è spesso al condizionale o al congiuntivo o accompagnato dal modale ‛ dovere ', e il tono è costantemente assertivo: II IV 16 Né si meravigli alcuno...; I VI 6 Né lo comento latino avrebbe avuta la conoscenza di queste cose; VII 10 Né questo averebbe fatto lo latino; II XII 8 né sarebbe data loro fede; III II 18 Né mai d'animale bruto predicata fue; XI 10 Né si dee chiamare... filosofo; XII 5 Né più è mestiere di ragionare; IV XXIII 10 né da credere è; XXIV 12 Né lo mostrare varrebbe.
3.3. Gli usi di né osservati nella prosa del Convivio corrispondono a quelli, pur rari, di nec, neque nelle opere latine. Per l'uso enfatico in principio di proposizione, cfr. VE I IX 8 Nec aliter mirum videatur; Mn II II 8 Nec mirum si divina voluntas... quaerenda est; III III 10 Nec mirum, cum iam audiverim; VE II XI 12-13 Nec praetermictendum est... Nec etiam praetermictendum est quin...; I XVIII 1 (inizio capitolo) Neque sine ratione ipsum vulgare illustre decusamus adiectione secunda, videlicet ut id cardinale vocemus; Mn I XV 9 Nec ista [scil. voluntas] una potest esse, nisi sit princeps unus omnium; II X 2 Nec iam depauperatio talis absque Dei iudicio fit.
Per l'uso polisindetico, VE I III 3 nec a ratione accipere nec in rationem deponere; IX 6 nostra loquela... nec durabilis nec continua esse potest; Mn I III 6 nec esse complexionatum... nec esse animatum... nec esse apprehensivum; III IV 18, X 14 Nolite possidere aurum, neque argentum, neque pecuniam in zonis vestris; XII 8 Nolite contaminare animas vestras nec tangatis quicquid eorum.
Il significato di " (e) neppure ", probabile in VE I XII 4 quod quidem retinemus et nos, nec posteri nostri permutare valebunt, e Mn III II 3 Et si hoc non falsum, nec ea quae secuntur ad ipsum, è più certo in VI 7 homo non potest volare: ergo nec brachia hominis possunt volare, e XII 3 Ecclesia non est causa virtutis Imperii et per consequens nec auctoritatis.
In tutti i suoi aspetti, quindi, l'uso di né rivela una chiara origine retorica.
4. Della cinquantina di attestazioni di né nel Fiore, si ricordino, per la posizione nel verso, quelle semanticamente complementari di XCIII 13 né per merzè né per cosa che faccia; VI 3 ched i' nol vidi poi né no ll'udio; XIX 4 né non portasse già lancia né dardo; CCXX 14 né vo' né que' che d'amor si fa Dio.
Per la polarità dei termini coordinati, cfr. XXXI 9 né notte né giorno; XXXIV 6 [Amor] non mi diè soggiorno assa' né poco; XLI 14 più chiara son che non è sol né luna; CLII 13 già tanto non sarebbe pro' né saggio (cfr. CLIX 13 già tanto non fia saggio né certano); CLXIX 11 ch'aver non posson cuor fermo né stante; XV 4 ché voi non siete orgogliose né fiere; CVI 3 ch'i' non son già su' amico, né ma' fui.
Per ambedue le caratteristiche, cfr. XLIII 6-7 non son troppo grossa né tro' grella, / né troppo grande né tro' picciolella (vi si osservi l'incrociarsi delle allitterazioni); CXXXIX 11 né non riguarda amico né parente; V 13-14 né non creder né Luca, né Matteo, / né Marco, né Giovanni.
4.1. Tra la decina di attestazioni del Detto, cfr. v. 78 né fu né fia di essa (v. 2.4. e 4.), vv. 80 né più di lei non cura, 152, 222 già mai mal non ha gotta [" per niente "] / né di ren né di gotta (dalla dialettica allo scherzo facilmente ritmato, oltretutto nella rima obbligata, l'uso di né conferma anche in questi casi la varia retoricità delle sue origini), v. 350 Povertà tua serva / non sia, né mai ti serva; vv. 478-479 né ma' per suon di sveglia / né per servir che faccia / nol guarda dritto in faccia. È ovvia la somiglianza - più formale che sostanziale - con l'uso di né nel Tesoretto (v. 2.5.).