ne ('nde)
1. Della particella ‛ ne ' due sono le funzioni: a) sostitutiva-riferenziale, sia come pronome (v. 3.) che avverbio (v. 3.1.); b) pronominale, con significato di " (a) noi " (v. 4.). La prima funzione, che corrisponde ai significati " di, da, con ciò " e " da questo, quel luogo ", " da qui, lì ", è in genere più frequente della seconda. Tuttavia le attestazioni di ‛ ne ' nelle opere di D. sono relativamente scarse: compresi i casi di enclisi di -n(e) a pronome, personale e riflessivo (v. 2.), e a forma verbale (v. 2.1.), ne ' ricorre una settantina di volte nella Vita Nuova (in 13 casi si elegge la grafia n'), altrettante nelle Rime (21 n'), una novantina nel Convivio (20 n') e circa 200 volte nella Commedia (57 n'), pari circa allo 0,19% del lessico dell'opera. Frequente nel Fiore (circa 140 volte), ‛ ne ' è scarsissimo nel Detto (nove attestazioni; v. 5.). Per l'epitesi asemantica, di -ne a forme verbali, v. 2.4.
1.1. In Rime XLIV 9 certo sonde, acciò ch'amato / per amore aggio, è attestato l'enclitico ‛ -nde ' (con altro valore in Rime dubbie I 3: v. 4), assente nella tradizione stilnovistica, ma non raro nella tradizione letteraria del XIII secolo, da Giacomo da Lentini (Madonna, dir vo voglio 69 " perché no mi'nde lasso? "; ‛ nde ' non è enclitico, ad es. in Guiderdone aspetto avere 41 " da ogn'omo 'nd' è ripreso ", e in Guido delle Colonne Amor, che lungiamente 17 " gran travaglia 'nd' avete "), a Guittone (Meraviglioso beato 42 " no 'nd' avesse Dio proveduto / di te "; De coralmente amar 10 " e me'nde sia ciascun noioso encontra "), a Bonagiunta Orbicciani (Avegna che partensa 43 " se Natura, - che 'nd' ha lo podere, / n'avesse lo volere "; da vedere anche Uno giorno aventuroso 4 " stava'nde com'om dottoso "; per l'uso di ' ne' con ‛ stare ', v. 5.) e a Brunetto Latini (Tesoretto 861 " no'nde farò menzione ", 1784 " no'nde pigliare asemplo ", 2032 " no'nde vada da bando ").
2. L'enclisi di ‛ ne ' (in entrambe le funzioni indicate in 1.), a pronome personale e riflessivo - sempre in poesia e nella forma apocopata ‛ -n ' - ricorre raramente con il pronome di III persona, sen (3 volte nella Vita Nuova, 5 nelle Rime e 45 nella Commedia), di II singol. ten (una volta nella Vita Nuova e nelle Rime, 10 nella Commedia) e ancor più raramente con gli altri pronomi (men, 1 Rime, 4 Commedia; cen, 8 Vita Nuova, 8 Rime, 3 Commedia; ven, 1 Commedia; len è l'unica forma attestata nel Convivio, in poesia e nella citazione corrispondente: v. GLIELO; lien, 1 Vita Nuova; glien, 1 Rime e 2 Commedia, secondo la '21).
2.1. L'enclisi di ne' a forme verbali, anche dopo altro pronome enclitico, raro nelle altre opere (nella Vita Nuova v'è un caso ciascuno di aveamene, parlarne, scriverne, trattarne, vederne, venemene e, con sincope, venmene; nelle Rime, si hanno vattene 2 volte e un caso ciascuno di andarne, andatevene, dicerne, ricomprarne, vanne; nel Convivio, dirne e vannosene), è più frequente nella Commedia, con 51 attestazioni, tra le quali prevalgono quelle dopo infinito apocopato (20 ricorrenze, delle quali rimano tra loro affaticarne e dilettarne [Pd XIV 58 e 60], dimandarne e andarne [Pg V 29 e 31], patteggiarne e farne [XX 80 e 82]) e quelle con rafforzamento fonosintattico per l'enclisi di ‛ ne ' a forma verbale ossitona: oltre a parlonne e ventilonne (Pg XIX 47 e 49), trapassonne e crollonne (XXXII 23 e 27), in rima tra loro, e a caccionne (in fine verso di Pg XXV 131), ancora nel Purgatorio ricorrono, in corpo di verso, le enclisi a monosillabo verbale: XXXIII 93 honne, XXXII 139 funne, XXVI 22 dinne (anche in If XIII 89 e XXIX 88); soltanto in If IX 13 dienne (in rima; v. 4.1.) e in Pd XX 136 ènne (v. 4.1.). La vocale finale dell'imperativo è sincopata di fronte a ‛ ne ' enclitico nei luoghi similari di If XX 124 Ma vienne omai, Pg IV 137 Vienne omai, XXIII 5 Figliuole, / vienne oramai, e in If XXIX 125 Tra ' mene Stricca; oltre all'incerto fanne di Pg XXXI. 136 (gli editori preferiscono per lo più fa noi, " facci "), Si ricordi portera ' ne di Pd XVII 91, ancora con dileguo di -i finale.
In Pd XX 126 riprendiene le genti perverse, l'esame delle tradizioni può lasciare incerti tra questa forma, che si ritiene diffusa a Firenze dalla Toscana orientale (cfr. Rohlfs, Grammatica § 550; Castellani, Nuovi Testi I 44 e n. 6) e riprendiane (più improbabile è riprendeane).
2.2. Queste forme debbono per lo più l'enclisi alle condizioni contemplate nella legge Tobler-Mussafia (cfr. Rime LXVII 51 Vanne, misera, fuor, vattene omai!; Pg XVIII 132 Volgiti qua: vedine [" ne vedi "] due / venir dando all'accidïa di morso; VII 62, VI 65, Pd VI 76 Piangene ancor la trista Cleopatra; Pg XXXIII 93 né honne coscïenza che rimorda; XXXII 139 si ricoperse, e funne ricoperta; Pd XX 136 ed ènne dolce così fatto scemo; lf XIII 89 ti piaccia / di dirne... / e dinne, se tu puoi; XXIX 88 dinne s'alcun latino è tra costoro; Pg XXVI 22 Dinne com'è che fai di te parete / al sol; Pg XIX 49 Mosse le penne poi e ventilonne, ma 47 colui che si parlonne), tranne nei casi di enclisi a infinito e a forme in rima (Pg XXXII 23 tutta trapassonne, e 27 nulla penna crollonne; XXV 131 ed Elice caccionne).
2.3. Nella Commedia, ‛ ne ' nelle sue tre funzioni ritorna soprattutto nella parte finale del verso, di fronte a verbo di due, tre o quattro sillabe o a perifrasi formata da ausiliare seguito da participio o da verbo copulativo (specialmente ‛ essere ') seguito da aggettivo.
Per l'uso di fronte a verbo bisillabico finale di verso, in 35 casi su 144, cfr. If VII 72 ne 'mbocche, XVI 8 ne sembri, XXII 84 ne loda, XXVI 6 ne sali, XXVII 55 ne conte, XXXI 54 e Pg XIX 123 ne tene, Pd X 61 ne rise, XXVIII 83 ne ride.
Per l'uso di fronte a verbo di tre o quattro sillabe, cfr. If I 48 ne tremesse, III 24 ne lagrimai, IV 22 ne sospigne, XXXIII 6 ne favelli, Pg XIII 17 ne conduci, XXIII 81 ne rimarita, Pd XIV 48 ne condiziona, XXXIII 41 ne dimostraro, con complessive 18 attestazioni. Di fronte a sintagma con ausiliare, in If II 69 ne sia consolata, XXIV 150 ne sarà feruto, Pg XIX 114 ne son punita. Di fronte a sintagma con verbo copulativo, in If X 101 ne son lontano, XII 3 ne sarebbe schiva, V 13 ne stanno molte, Pd IX 63 ne paion buoni.
2.4. Da distinguersi dall'uso enclitico è l'epitesi di ‛ -ne ', che si osserva in forme verbali ossitone, per lo più monosillabiche, in sede finale di verso, in Rime CXVI 34 vaga di se medesma andar mi fane [" fa "]; CVI 142 creder si pone [" può "]; If XI 31 al prossimo si pòne [" può "]; Pd XXVII 33 pur ascoltando timida si fane; Pg XXV 42 quello ch'a farsi quelle per le vene vane (vi si osservi il bisticcio e l'equivoco paronomastico, con V. Russo, A proposito del canto XXV del Purgatorio, in Studi in onore di Silvio Pellegrini, Padova 1971, 541; rist. in Esperienze e / di letture dantesche, Napoli 1971, 155); IV 22 e 24 la calla onde saline / lo duca mio... / la schiera si partine (in rima tra loro); If XVIII 87 li Colchi del monton privati fene, " fe' ", " fece " (cfr. Parodi, Lingua 243).
3. L'uso sostitutivo-riferenziale, pronominale di ‛ ne ' comprende sia la funzione partitiva (Vn V 3 tanto ne mostrai ... che lo mio secreto fue creduto sapere da le più persone; Rime LXIX 3 Di donne io vidi una gentile schiera / ... e una ne venia quasi imprimiera; If XVII 54 non ne conobbi alcun; XXV 19 Maremma non cred'io che tante n'abbia), sia quelle di argomento e causa (Vn VI 2 non n'avrei fatto menzione; XXVII 4 8 sente la frale anima mia / tanta dolcezza, che 'l viso ne smore; Rime XCI 32 so ch'io ne morrei; CXVI 7 Tu vo' ch'io muoia; e io ne son contento; Cv II IX 7 l'anima mia conoscea la sua disposizione atta a ricevere l'atto di questa donna, e però ne temea; If VI 72 come che di ciò pianga o che n'aonti; Pg VI 102 tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!). Queste funzioni prevalgono nelle forme composte con altro pronome personale (cfr. Vn XXXVII 1 molte volte me ne crucciava nel mio cuore ed aveamene per vile assai; XXX 2 se alcuno volesse me riprendere di ciò... escusomene; XVI 7 3 vegnonmi a la mente / le oscure qualità ch'Amor mi dona, / e venmene pietà) e nell'enclisi a forme verbali (cfr. Vn XIX 6 14 non è cosa da parlarne altrui; XIII 7 mi giunse volontade di scriverne parole rimate; Pd XVI 43 Basti d'i miei maggiori udirne questo), sebbene non manchino esempi di ‛ -ne ' enclitico con valore partitivo (Vn XXII 10 14 che 'l cor mi triema di vederne tanto; If XVII 62 vidine un'altra come sangue rossa).
3.1. La funzione avverbiale di ‛ ne ', che più di quella pronominale conserva il valore ablativale del latino inde, è ben attestata con verbi indicanti moto e specialmente con ' andare ', con il quale tuttavia non è sempre evidente il valore di moto da luogo; cfr. Vn XXXI 9 13 si n'è gita in ciel; XXXII 6 2 si n'è gita / al secol degno de la sua vertute; XXII 1 a la gloria etternale se ne gio veracemente; XXXI 17 76 vattene disconsolata a star con elle; Rime LXVI 3 e' se ne va sì dolente; CVI 51, e 154 a costei te ne va chiusa ed onesta; LXVII 51 Vanne, misera, fuor, vattene omai!; Pg XXX 55 perché Virgilio se ne vada; IV 9 vassene 'l tempo e l'uom non se n'avvede; If VIII 29 segando se ne va l'antica prora; XXI 110 E se l'andar avante pur vi piace, / andatevene su per questa grotta; XXVIII 61 Poi che l'un piè per girsene sospese. Il valore di moto da luogo è chiaro, invece, in Vn XL 13 lagrimando n'uscirete pui, e XXVI 11 6 nulla invidia a l'altre ne procede. In Vn III 12 14 appresso gir lo ne vedea piangendo, ‛ ne ' oltre che a gir può riferirsi anche a piangendo (" a causa di ciò "), ed essere posposto al pronome ‛ lo ', analogamente a If XXXI 54 chi guarda sottilmente, / più giusta e più discreta la ne tene (" reputa per ciò la natura "); v. 4.
3.2. Nella Vita Nuova le attestazioni di ‛ ne ' con verbi di moto sono una ventina (circa un terzo del totale delle attestazioni), mentre nelle Rime sono appena 3 su 22 e mancano affatto nel Convivio, ove sono circa 20 le ricorrenze di ‛ ne ' con funzione riferenziale, nel senso di " di ", " da ", " con ciò ". Per la funzione partitiva cfr. I III 1 quelli che... mandato a partire una rissa... ne iniziasse un'altra; XI 10 io ne vidi già molte [pecore] saltare; II III 2 quel cotanto che l'umana ragione ne vede; IV XI 13 credendo comperare uno uomo per lo beneficio, mille e mille ne sono comperati; XXVII 18 forze non ci menomano, anzi ne sono a noi di soperchio. Per la funzione di argomento e di causa, cfr. II IX 7, III III 14 l'anima se ne lamenta; IV 3 ciò che nel pensiero mio se ne ragiona; VIII 14 poco ne dico per due ragioni; IV XXIV 9 quello che Egidio eremita ne dice; II Voi che 'ntendendo 38-39 E non mi valse ch'io ne fossi accorta / che non mirasser tal, ch'io ne [" a causa di ciò ", " per questo "] son morta: cfr. Rime XCI 32 ma so ch'io ne morrei. Più rara è la funzione di genitivo oggettivo (Cv I VII 11 Che non fosse stato lo latino empitore [" esecutore "] del comandamento del suo signore, e che ne fosse stato soperchiatore, leggermente si può mostrare), di strumento (I XI 13 chi vuole vedere come questo ferro è da biasimare, guardi che opere ne fanno li buoni artefici; III IX 10 interpongono di quello colore tra 'l vetro e 'l piombo, sì che 'l vetro ne rimane compreso; dubbio è III IX 13 come... per essere la tunica de la pupilla sanguinosa molto... le cose paiono quasi tutte rubicunde, e però la stella ne pare colorata, ove ' ne ' può valere sia " a causa di ciò " sia " a noi "), di origine (III II 5 quello che è causato da corpo circulare ne ha in alcuno modo circulare essere), di distacco (IV XII 18 d'una cittade a un'altra... è una ottima e dirittissima via, e un'altra che sempre se ne dilunga; IV Le dolci rime 27 altri... tal detto rivolse, / e l'ultima particula ne tolse, ove tuttavia ' ne ' può intendersi anche con funzione partitiva).
4. Quale pronome proclitico di I plurale, ‛ ne ' (con valore di accusativo o di dativo) ricorre 10 volte nella Vita Nuova (III 11 6 l'ore / del tempo che onne stella n'è lucente; XVIII 7 Se tu ne dicessi vero, quelle parole che tu n'hai dette... avrestù operate con altro intendimento; XXII 13, e 15; XXXI 5 la cagione per che tolta ne fue, e 12 42 com'ella fue, e com'ella n'è tolta; XXVIII 3, XL 9); 5 volte nelle Rime (L 26, LX 5 il viaggio ne parrà minore; CVI 74 Ecco giunta colei che ne pareggia, e 93-94 poscia che tal cerchio ne cinge / che di là su ne riga; si aggiunga Rime dubbie I 3 costui / che 'nd'ha partiti); 15 volte nel Convivio (I II 8 la propria caritate ne 'nganna; X 3, II V 4, VIII 15 quello la n'hae data [" ce l'ha data "; v. 3.1.] che la nostra immortalitade vede; XIV 20, III VI 7 sempre ne fa parere ogni dilettazione manca; XIV 8 lo ne dimostraro; IV XXIV 10 certe cose, le quali la buona natura... ne dà; XXVI 9, XXVIII 13 che queste due cose convegnano a questa etade, ne figura quello grande poeta Lucano); 77 volte nella Commedia (cfr. If IV 22, VII 21, VIII 105 da tal n'è dato; IX 8, XII 94, XIV 128 se cosa n'apparisce nova; XVI 92, XXXIII 44 l'ora s'appressava / che 'l cibo ne solëa a essere addotto, e 62 Padre, assai ci fia men doglia / se tu mangi di noi: tu ne vestisti / queste misere carni; Pg II 66, III 3 rivolti al monte ove ragion ne fruga, e 62, V 57, VI 60, XIII 17 per lo novo cammin, tu ne conduci; XVII 13 O imaginativa che ne rube; XVIII 111, XXII 2 l'angel che n'avea volti al sesto giro, e 5 quei c'hanno a giustizia lor disiro / detto n'avea beati; Pd II 30 Dio... / n'ha congiunti con la prima stella; III 75 colui che qui ne cerne, e 84 lo re che 'n suo voler ne 'nvoglia; X 30 [il sole] il tempo ne misura; XIV 55, XXXIII 41 Li occhi da Dio diletti... ne dimostraro / quanto i devoti prieghi le son grati).
4.1. L'uso enclitico di ‛ ne ' con la funzione osservata in 4., è attestato soltanto in una quindicina di passi della Commedia; tra quelli citati in 2.1. si ricordi particolarmente Pg XIX 47-49 volseci in sù colui che sì parlonne / ... Mosse le penne poi e ventilonne; If XIII 88-89 ti piaccia / di dirne come l'anima si lega / in questi nocchi; e dinne, ecc.; XVI 32 la fama nostra il tuo animo pieghi / a dirne chi tu se'; XXIX 88, Pg XXVI 22, Pd XX 136 ed ènne dolce così fatto scemo. Sono simili tra loro per il contenuto e per la posizione della forma verbale con enclisi di ‛ ne ', nella sede iniziale del verso, i seguenti passi del Purgatorio: I 82 Lasciane andar per li tuoi sette regni; VII 62 Menane... dunque là 've dici; II 60 mostratene la via di gire al monte, e cfr. VI 65 Ella non ci dicea alcuna cosa, / ma lasciavane gir.
In If IX 13 ma nondimen paura il suo dir dienne, ove il verbo con enclisi pronominale non può significare che " mi diede ", ne' ha valore di plurale di maestà. Dubbia è la funzione di ‛ ne ' in If II 29 Andovvi poi lo Vas d'elezïone, / per recarne [" a noi ", cioè " agli uomini ", o " di là ", " dall'oltretomba "?] conforto a quella fede, e in Pg XX 82 0 avarizia, che puoi tu più farne [" a noi " ovvero " di ciò che fai "?].
5. Nel Fiore ‛ ne ' ricorre spesso con funzione di particella pronominale di III persona, con i valori di distacco da qualcosa (IV 4 ogni altro pensier n'ha pinto fiore), di causa (XX 11 guarda di far cosa che mi spiaccia, / ché tu ne perderesti ogne mio amore), di argomento (X 8 era folle se più ne parlava), partitivo (CLXXXII 4 ogn'altro n'hai abbandonato), nei sintagmi con verbi di moto (LXII 11 in altra parte te ne va fuggendo; LXVII 12 o tu n'andra' in lontan pellegrinaggio; CCXV 8 dritto a Ceteron sì se n'è ita, e 11 sì che Franchezza n'andò dritt'a essa) e anche con stare ' (XCIII 7 veder potrebbe in che 'l fatto si ne sta; tuttavia in CCIV 14 i' ne stesse ma' sempre in dolore, e CCXXXII 10 si ne stava in sì gran sospezzone, ‛ ne ' può significare " a causa di ciò "). Con funzione di pronome di I plurale, soltanto in CCXXXII 12 Bellaccogliena ne tenne in pregione. Di fronte a ‛ ne ' si trovano le forme pronominali mi (CLIII 5 Di nessun mai pietà non mi n' prendesse, CLIV 7 il cuor mi ne trasale) e si (CLXXIV 4 e' non si ne possa mai volare).
Dei nove passi in cui ne ' è attestato nel Detto (vv. 73, 74, 106, 155, 203, 286, 360, 419 e 430) si ricordi il v. 203 ed èmmene sì preso. Riccardo Ambrosini