nebbia
. Nel senso proprio, come vapor che l'aere stipa, secondo la definizione che D. stesso ne dà, il termine ricorre in If XXXI 34 (e cfr. anche il v. 36), e Pg V 117; anche in Rime C 18, dov'è spiegata l'origine del fenomeno (Levasi de la rena d'Etiopia / lo vento ... / e passa il mare, onde conduce copia / di nebbia tal, che...), mentre in Pg XVII 2 se ne mettono in evidenza gli effetti: se mai ne l'alpe / ti colse nebbia per la qual vedessi / non altrimenti che per pelle talpe, ecc. Così anche in If XXXIV 4 Come quando una grossa nebbia spira [" si leva e distende lenta, come mossa da lieve spirito ", Torraca] / ... par di lungi un molin che 'l vento gira...
È propriamente " caligine " la nebbia folta che impedisce di vedere a una certa distanza (If IX 6: si tratta infatti del fummo del pantan di VIII 12), come quella di cui D. deve detergersi all'uscita dall'Inferno, ché non si converria, l'occhio sorpriso / d'alcuna nebbia, andar dinanzi al primo / ministro, ch'è di quei di paradiso (Pg I 98): ma qui il termine - e vedi anche il sucidume del v. 96 - si arricchisce di un significato allegorico, come intese Benvenuto: " intellectum fuscatum aliqua macula vitiorum ". Così anche Vellutello e ora il Mattalia, che collega questo passo a quello di Pg XXX 3 [il] primo cielo, / che né occaso mai seppe né orto / né d'altra nebbia che di colpa velo.
Con diversa metafora, per indicare una " caligine " che offusca l'intelletto, D. parla di coloro che per alcuna nebbia sono dubbiosi, sì da non poter credere miracolo alcuno sanza visibilmente avere di ciò esperienza (Cv III VII 16); non diversamente Beatrice, accingendosi a dare una spiegazione, dice che purgherà' la nebbia, " cioè l'oscurità e l'ignoranzia " (Buti) che fiede la mente di D. (Pg XXVIII 90; cfr. i vv. 80-81 il salmo... / che puote disnebbiar vostro intelletto).
Ancora diversa la metafora di If XXIV 149, in conformità con il carattere oscuro e fantastico della profezia di Vanni Fucci: se il vapor, il " fulmine " che Marte tragge... di Val di Magra è Moroello Malaspina, la nebbia (i torbidi nuvoli) di cui è involuto, e che alfine spezzerà, sono i Bianchi di Pistoia, sconfitti dal marchese di Lunigiana nel 1305-1306.