necessario
La teoria della necessità naturale o mondana regola la maggior parte degli usi danteschi di n.: questa prima etade è porta e via per la quale s'entra ne la nostra buona vita. E questa entrata conviene avere di necessitade certe cose, le quali la buona natura, che non viene meno ne le cose necessarie, ne dà (Cv IV XXIV 10).
Per intendere questo discorso va ricordato che, secondo D., lo svolgimento della vita umana procede a somiglianza del moto del cielo, che con la sua influenza ne ordina il corso; ma l'influenza celeste è ricevuta dagl'individui secondo la loro ‛ complessione '. Nell'arco della vita s'individuano periodi diversi, e sono le diverse età: Per queste tutte etadi questa nobilitade... diversamente mostra li suoi effetti ne l'anima nobilitata (Cv IV XXIV 7). A ogni età si addicono costumi e portamenti diversi, che sono espressioni n. della natura umana intesa come essenza specifica e principio intrinseco di vita e di sviluppo (la nostra buona e diritta natura ragionevolmente procede in noi, sì come vedemo procedere la natura de le piante in quelle, § 8) a condizione che essa possa procedere nel rispetto delle sue proprie leggi e secondo l'ordine razionale che la governa.
N. è quindi termine chiamato a qualificare un rapporto di convenienze e corrispondenze specifiche tra certi stati di natura e certe qualità d'animo che ne sono ‛ ragionevoli ' e ‛ ordinate ' manifestazioni. Così in Cv IV XXV 4 per vergogna io intendo tre passioni necessarie al fondamento de la nostra vita buona: l'una si è stupore; l'altra si è pudore; la terza si è verecundia; avvegna che la volgare gente questa distinzione non discerna. E tutte e tre queste sono necessarie a questa etade per questa ragione: a questa etade è necessario d'essere reverente e disidiroso di sapere; a questa etade è necessario d'essere rifrenato, sì che non transvada; a questa etade è necessario d'essere penitente del fallo, sì che non s'ausi a fallare. E tutte queste cose fanno le passioni sopra dette, che vergogna volgarmente sono chiamate. Gli esempi sono naturalmente numerosi poiché si trattava della rigida disposizione medievale dei ruoli sociali e quindi anche delle attività minime ad essi connesse: è a questa etade, a sua perfezione, necessario d'essere amorosa (Cv IV XXVI 10); appare a questa etade necessario essere amare (§ 11); è necessario a questa etade essere cortese; ché, avvegna che a ciascuna etade sia bello l'essere di cortesi costumi, a questa è massimamente necessario (§ 12); è necessario a questa etade essere leale (§ 14); fu a questa etade necessaria la obedienza (XXIV 12; cfr. § 15); obediente, ma eziandio soave; la quale cosa è l'altra ch'è necessaria in questa etade a bene intrare ne la porta de la gioventute. Necessaria è, poi che noi non potemo perfetta vita avere sanza amici (XXV 1, e cfr. s. Tommaso Comm. Ethic. VIII 1 1540, forse da Cic. Amic. 5 ss.); appare, che necessaria sia questa soavitade (Cv IV XXV 2); Anche è necessaria a questa etade la passione de la vergogna... la vergogna... quivi è massimamente necessaria al buono fondamento de la nostra vita (§ 3; e cfr. inoltre §§ 10 e 13, XXVI 13 e 15; in IV XVII 10 n. è un semplice calco di Luc., 10, 42).
L'insistenza di D. nel porre in corrispondenza queste cose n. con la perfezione di ciascuna età o della vita in generale si spiega tenendo presente che nobiltà è definita perfezione di propria natura in ciascuna cosa (Cv IV XVI 4). Sullo stesso tema cfr. XXV 11 anco è necessaria questa opera [bellezza e snellezza di corpo, qualità dell'adolescenza] a la nostra buona vita; che' la nostra anima conviene grande parte de le sue operazioni operare con organo corporale, e allora opera bene che 'l corpo è bene per le sue parti ordinato e disposto, di modo che dicere che la nobile natura lo suo corpo abbellisca... non è altro a dire se non che l'acconcia a perfezione d'ordine (XXV 13): si tratta dell'adornezza corporale che è una delle quattro cose necessarie a lo entrare ne la cittade del bene vivere (XXIV 11). Ma si tenga presente XXVI 2 le quali... cose [qualità della gioventù] paiono, e sono, necessarie a la nostra perfezione, in quanto avemo rispetto a noi medesimi. In modo del tutto analogo nell'ambito dell'ordinamento della società umana, tutta tesa al raggiungimento della felicità, l'Impero, che nella necessità del fine comune agli uomini trova la propria giustificazione, ha il compito di ordinare gli organismi intermedi (a loro modo n. perché aventi a oggetto fini intermedi che sono mezzo al fine ultimo) al raggiungimento del bene comune che è suo compito considerare: a perfezione de la universale religione de la umana spezie conviene essere uno, quasi nocchiero, che, considerando le diverse condizioni del mondo, a li diversi e necessari offici ordinare affina del tutto universale e inrepugnabile officio di comandare (Cv IV IV 6).
Questo rapporto n. si stabilisce, ancora in modo analogo, anche tra stati e fatti della cultura, e su di esso si fondano le regole della parola artistica: rade volte la puosi [la tornata] con l'ordine de la canzone, quanto è a lo numero che a la nota è necessario (Cv II XI 3; qui D. accenna alla sua rinunzia alla stesura del congedo della canzone con particolari accorgimenti metrici come sarebbe n. perché il congedo costituisse quella chiusa melodica che, secondo l'uso, ripete il motivo principale della canzone stessa). Analogamente: questa cotale figura in rettorica è molto laudabile, e anco necessaria, cioè quando le parole sono a una persona e la 'ntenzione è a un'altra; però che l'ammonire è sempre laudabile e necessario, e non sempre sta convenevolemente ne la bocca di ciascuno (III X 6). Alla necessità propria del sistema di regole stilistiche e retoriche si può derogare solo quando ‛ ragioni ' o motivi sufficientemente validi giustificano un diverso procedimento. Così, non si concede per li retorici alcuno di sé medesimo sanza necessaria cagione parlare (I II 3; cfr. Guido Faba Summa Dictaminis 7) e per necessarie cagioni lo parlare di sé è conceduto: e intra l'altre necessarie cagioni due sono più manifeste (§ 12; cfr. § 14 questa ragione mosse Agustino); Non si maravigli... alcuno se lunga è la digressione de la mia scusa, ma, sì come necessaria, la sua lunghezza paziente sostenga (X 4).
Nell'ordine della conoscenza, la considerazione del fine ultimo o felicità è indispensabile perché si possa tendere a esso con sicurezza: Cv IV XXII 3 utilissimo e necessario è questo segno vedere, per dirizzare a quello l'arco de la nostra operazione (cfr. § 2 male può ire a questa dolcezza chi prima non l'avvisa). In particolare, la filosofia è beatitudine de lo 'ntelletto (III XIII 2) o fine proprio di esso; ma essa è propriamente definita amoroso uso di sapienza (XII 12); perciò a filosofare... è necessario amore (XIII 2) come sua condizione indispensabile.
Inoltre D. considera n. tutto ciò che contribuisce in qualche modo al raggiungimento della verità (IV I 10 in questa canzone s'intese a rimedio necessario, che è riducer la gente in diritta via sopra la propia conoscenza de la verace nobilitade, § 9; cfr. XIX 1) o di un qualche fine particolare (XIII 15 l'uomo di diritto appetito e di vera conoscenza... non si unisce ad esse [ricchezze]... se non in quanto ad alcuno necessario servigio sono ordinate).
Con riferimento alla necessità dell'argomentazione deduttiva che lega le premesse e la conclusione di un sillogismo: Cv IV XVIII 4 qui non si procede per necessaria dimostrazione... sì di bella e convenevole induione. Deduzione e induzione sono i due procedimenti conoscitivi teorizzati da Aristotele in Anal. pr. I 25, 42a 3 ss. Di essi, la deduzione riveste per eccellenza il carattere di procedimento scientifico, perché ricava necessariamente una conoscenza particolare dalla conoscenza generale (ma v. NECESSE).
In Pd IV 9, infine, il contesto richiama la tematica del rapporto necessità-libertà: il silenzio di D., diviso fra due dubbi altrettanto gravi, non era suscettibile di biasimo o di lode (e lo sarebbe stato se fosse stato deliberato), poi ch'era necessario.