NEERA
Pseudonimo di Anna Radius Zuccari. Scrittrice, nata a Milano il 7 maggio 1846, ivi morta il 19 luglio 1918.
Temperamento delicato, sensitivo ma virilmente meditativo, N. è uno dei primi scrittori che reagiscano, in Italia, in nome dell'ideale, al dilagante positivismo dello scorcio del sec. XIX: ideale, per lei, non fatto di vaghe aspirazioni o nostalgie, ma fondato sulla forza e sulla libertà del volere, e però concretantesi in una vera e propria concezione spiritualistica della vita. La quale si trova al centro non solo dei suoi scritti propriamente morali (Il libro di mio figlio, Milano 1891; L'amor platonico, Napoli 1897; Battaglie per un'idea, Milano 1898; Il secolo galante, Firenze 1900; Le idee di una donna, Milano 1904); ma anche e soprattutto dei suoi molti romanzi, racconti e novelle (Addio!, Milano 1877; Vecchie catene, ivi 1878; Un nido, ivi 1880; Il castigo, ivi 1881; 2ª ed., preceduta da un'autobiografia, Torino 1891; La Regaldina, Milano 1884; Il marito dell'amica, ivi 1885; Teresa, ivi 1886, il suo romanzo migliore; Lydia, ivi 1887; Senio, ivi 1892; Nel sogno, ivi 1893; Voci nella notte, Napoli 1893; Anima sola, Milano 1895; Una passione, Palermo 1903; Crevalcore, Milano 1907; Duello d'anime, ivi 1911; La sottana del diavolo, ivi 1912; Rogo d'amore, ivi 1914), dove ella rappresenta il dramma di anime femminili combattute tra la passione e la ragione, tra il desiderio e il sacrificio; ma senza angustia né rigidità di schemi, ché la sua ricca esperienza di donna, il vivace senso d'osservazione, il bisogno di confessioni liriche e di abbandoni cordiali, la tengono lontana così dagli eccessi del verismo come dalla facile predicazione umanitaria. N. fu an2i decisamente avversa al femminismo, nel quale vedeva una materialistica deformazione di problemi essenzialmente morali; e convinta fautrice dell'"amor platonico", come d'uno dei principali incrementi della vita dello spirito. E se quel bisogno di sfogo e di abbandono, costringendola spesso a un'espressione affrettata e approssimativa, nuoce alla concretezza artistica dei suoi libri e dei suoi personaggi, tuttavia in quelli e in questi è costante sincerità di atteggiamenti e vigore di pensieri.
Altre opere notevoli: L'indomani (Milano 1889); L'amuleto (ivi 1897); Il romanzo della fortuna (ivi 1906); Il canzoniere della nonna (ivi 1908); e, postume: Poesie (ivi 1919); Una giovinezza del sec. XlX (ivi 1919, con prefaz. di B. Croce); Profili, impressioni e ricordi (ivi 1920).
Bibl.: G. Menasci, in Nuova Antologia, 16 sett. 1901; E. Tissot, Princesses des lettres, Parigi 1909; B. Croce, La lett. della nuova Italia, III, 3ª ed., Bari 1929, pp. 119-37; M. Serao, Ricordando N., Milano 1920; L. Russo, I narratori, Roma 1923, pp. 116-17.